mercoledì 26 marzo 2014

Associazionsimo alla Jean Monnet: conosciamo meglio la Synesis

Associazionsimo alla Jean Monnet: conosciamo meglio la Synesis

Forse non tutti sanno che, presso il nostro Dipartimento di Scienze Politiche, esiste un’associazione culturale scientifica senza scopo di lucro molto attiva nell’ambito della ricerca politologica: la Synesis.
L’origine del nome deriva dal greco, coniato per la prima volta da Aristotele, e sta ad indicare una particolare intelligenza analitica in grado di avere una “visione d’insieme” della realtà.
Le attività della Synesis sono sostanzialmente di tre tipi: scientifiche, formative ed editoriali.
Le attività scientifiche si concentrano prevalentemente della realizzazione di progetti di ricerca nelle varie aree di interesse della scienza politica e la loro divulgazione tramite seminari, dibattiti e conferenze.
Le attività formative invece coinvolgono maggiormente i giovani studenti mediante corsi e lezioni a carattere divulgativo, oltre la possibilità di stage e tirocini convenzionati con le università. Recentemente all’hotel Jolly di Caserta si sono tenute due lezioni organizzate dall’associazioni con due docenti dell’Università del Molise, il prof. Giovanni Cerchia e il prof. Fabio Serricchio, sui sistemi elettorali nell’Italia repubblicana e sull’influenza dell’Europa nelle scorse elezioni politiche del 2013.
Le attività editoriali mirano a diffondere sia pubblicazioni scientifiche derivanti dagli studi dei propri soci, sia la pubblicazione di prodotti editoriali riservati ad un pubblico più ampio che magari non conosce a fondo la materia.

La finalità dell’associazione quindi è quella di avvicinare alla società civile lo studio della scienza politica, in quanto i cittadini elettori, spesso senza adeguate conosce e competenze, influenzano profondamente l’andamento ed il destino di un Paese mediante le proprie scelte, e quindi fondamentale il riavvicinamento tra la comunità accademica e la società civile. Un cittadino formato è un cittadino migliore, capace di compiere scelte con maggiore consapevolezza e contribuire fattivamente al miglioramento della vita politica ed istituzionale del Paese. 

Raffaele Ausiello


mercoledì 19 marzo 2014

LA GRANDE GUERRA! Centenario del Primo Conflitto Mondiale

                                             LA GRANDE GUERRA!                                                                                     Centenario del primo conflitto mondiale

Cent’anni fa, nel 28 luglio 1914, a seguito di un attentato avvenuto il mese precedente a Sarajevo nel quale morì l’arciduca ereditario dell’impero asburgico Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia per mano di uno studente anarchico serbo Gavrilo Princip, scoppiò la Prima Guerra Mondiale, Essa venne definita così perché coinvolse
altre nazioni, europee ed oltreoceano, infatti vi furono due schieramenti:

·           -  La Triplice Intesa formata dal Regno Unito Francia ed Impero russo
·          - La Triplice Alleanza formata dall’Impero Di Austria e Germania(Duplice alleanza) alla quale si unì l’Italia.

L’Italia all’inizio del conflitto si dichiarò neutrale, anche se all’interno del paese vi erano correnti politiche interventiste ,successivamente si staccò dalla triplice Alleanza e si unì all’Intesa, soprattutto perché aveva intenzione di recuperare i territori italiani di dominio austriaco quali il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia. Durante la Guerra all’interno dell’Impero russo avvenne la Rivoluzione che portò alla deportazione degli zar a favore di un nuovo regime, alla sua ritirata dal conflitto con delle conseguenze sugli esiti finali. Questa guerra viene ricordata perché per la prima volta coinvolse tutte le grandi nazioni mondiali ed i soldati erano costretti a combattere  nelle trincee ossia delle fosse lungo i campi di battaglia che rendevano molto difficoltose le condizioni di vita degli stessi militare. Dopo cinque anni circa i due imperi che persero la guerra e dovettero sottostare a condizioni durissime successivamente accordate nella conferenza di pace di Parigi nella quale dovettero cedere molti territori ed i rispettivi imperatori vennero destituiti. L’umiliazione restò nel cuore delle popolazioni vinte che vollero prendersi una rivincita rinnegando gli accordi presi a Parigi. Ciò portò alla nascita dei regimi totalitari quali il Fascismo ed il Nazismo con lo scoppio di una successiva guerra.Anche i paesi che vinsero il conflitto ebbero delle perdite, soprattutto dal punto di vista umano con milioni di persone morte e mutilate.

Attualmente in Europa vige una condizione di pace tra le popolazioni, soprattutto con la nascita dell’UE e dell’ EURO, l’Italia con l’art.11 della costituzione “Ripudia la guerra sotto qualsiasi forma” e l’art.4 che “vieta in modo assoluto la riorganizzazione del disciolto partito fascista”.

La storia insegna che le guerre non portano vincitori ma entrambe le parti sono risultate sconfitte perché non hanno saputo risolvere una controversia in modo pacifico e diplomatico con gravi conseguenze per le popolazioni coinvolte.

Sandra Barbaro


martedì 11 marzo 2014

AutoRitratto

                                               AutoRitratto

Siamo, da sempre, per genesi e sviluppo, il popolo ispiratore delle altre culture, versati nelle scienze e nelle arti.
Abbiamo vissuto epoche che hanno collocato il nostro genio sul tetto del mondo.
Lo abbiamo conquistato, il mondo, grazie al nostro talento, bellico o artistico che sia.

Siamo, adesso, lo spettro di quel popolo, abbiamo timore e vergogna della nostra identità fuori dalla nostra Patria.

Siamo il popolo del degrado, questo termine ormai inflazionato. La nostra Grande Bellezza è pari soltanto al marciume che l’ha prodotta e che la alimenta giorno per giorno.

Siamo il popolo dell’elettorato televisivo, dell’applauso casuale alla parola “demagogia”, siamo quelli che fissano i concetti con gli asterischi blu, pensando così di comprenderli e trasmetterli … davvero? Siamo la classe dirigente che discute sui social, delle leggi, queste Parcae del destino di noi mortali.

Siamo il popolo dei giovani a tutti i costi, ma quelli tradizionalisti e conservatori dalle belle parole. Siamo quelli del futuro rubato … ma a chi?

Siamo quelli del: “speriamo che questo” sia quello giusto, senza altre campanelle. Il sistema democratico funziona alla grande.

Siamo il popolo della crisi, della crisi, della crisi. Siamo quelli che mangiano fuori, che l’aperitivo a tutti i costi, che è meglio oggi che domani.

Siamo quelli pilotati, influenzati dai soldi che non ci sono, che ci sono e se li prendono, che non ci sono e diventano tasse. Siamo il lavoro che non possiamo ottenere, che tanto già lo sappiamo che quel posto è già stato assegnato.

Siamo quelli senza diploma e, quindi, senza pretese.

Siamo gli Europeisti oppure no, con un pietra nella mano e l’euro nell’altra.

Siamo il Continente degli sprechi, delle doppie e triple sedi.

Siamo gli abolizionisti, le riforme al costo di un organo.

Siamo i nostalgici della produzione, del sistema che funzionava.; Siamo gli ignoranti della finanza, i portatori dell’interesse altrui. Siamo quelli che divinizzano i Paesi, quelli che la guerra l’abbiamo combattuta, con scarsa convinzione, e persa e nessuno se ne è accorto. Eppure questa volta il Reich era più evidente e molto più spietato.

Siamo quelli dei movimenti, dei dissidenti, dei non-tecnici, dei cittadini onesti. Siamo innocenti ma colpevoli, siamo all’interno per mostrare all’esterno. Siamo giusti ma sbagliati e ci tagliano le gambe, quindi ci facciamo un po’ fuori da soli, tanto siamo lo zoccolo duro.

Siamo quelli visti dall’estero, siamo quelli che scappano all’estero. Quelli che si aggrappano, spremono,tentano,sudano, che resistono. Siamo quelli che il normale, ormai ci affascina.

Siamo il Grande Fratello nonostante le avvertenze di Orwell. Siamo la Domenica sportiva, e il lunedì del rigore non concesso, ma fuori ci fa paura. Siamo le slot, il poker; siamo i sistemi corrotti, falliti, inutili, obsoleti.

Siamo il web futile e dannoso. Siamo la canna terapeutica, ancora da capire.

Siamo la Costituzione da bruciare! Siamo l’innocenza dei colpevoli, la fede attraverso il carisma.


Siamo l’Italia e noi siamo gli Italiani.

Remo Grasso

giovedì 6 marzo 2014

STALKING ED IDENTITÀ RUBATE

STALKING ED IDENTITÀ RUBATE
Intervista all’Avvocato Carmela Puzzo


Palermo – Oggi con l’avv. Puzzo, autrice del testo “Stalking e casi di atti persecutori”, ci occupiamo di un fenomeno subdolo che conta centinaia di vittime.
D. Può dare una definizione di stalking?
R. Intanto io muoverei dal significato di questa parola tanto usata ed a volte abusata. To Stalk significa braccare, fare la posta. È un verbo che si usa nel linguaggio della caccia.
Quanto alla definizione io darei quella fornita dal legislatore ossia commette stalking chiunque, con condotte reiterata, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

D. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono uno stalker?
R. In genere lo stalker  è una persona (donna o uomo) che pone in essere comportamenti ossessivi, possessivi e intrusivi nei confronti di un’altra persona (vittima) che non accetta tali comportamenti.
La dottrina psicologica - che ha analizzato il fenomeno prima che venisse analizzato sotto il profilo giuridico – distingue lo stalker emozionale (la vittima è una persona con la quale lo stalker ha avuto una relazione sentimentale) lo star stalker (la vittima è una star) lo stalker condominiale (la vittima è un condomino).
D. Quali sono gli effetti suscitati nella vittima di stalking?
R. Nella vittima si incute uno stato di ansia e di paura. La casistica denota come in linea generale la vittima di stalking perde la serenità, cambia abitudini di vita.

D.Le denunce a livello nazionale sono quintuplicate in un anno. “Denunciate – è l’invito della Postale alle vittime – ma fatelo subito. Troppi vengono da noi solo quando sono ormai stremati da mesi di molestie, quando si rendono conto che da soli non possono far fronte al furto di identità e alle diffamazioni che in rete si diffondono a macchia d’olio”. Cosa ne pensa?
R.  E’ chiaro che bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare episodi molesti, ma mi rendo conto che non sempre è così semplice per diversi motivi. Nella maggior parte dei casi la vittima subisce il fenomeno senza sapere di cosa si tratta. Altre volte ha paura e non ne parla.

D.Dunque secondo il suo punto di vista non sempre la vittima comprende che si tratta di stalking?
R. Nella maggior parte dei casi. Ahimè vi è molta disinformazione sul fenomeno e si sconosce la natura


D.Tra i temi trattati nella sua seconda edizione del libro  viene affrontato il cosiddetto Cyber Stalking. Di cosa si tratta?
R. Si tratta dello stalking perpetrato ai danni della vittima a mezzo di strumenti tecnologici quali il cellulare, il p.c. i social network le chat lines.

D. Come devono affrontare i genitori il cyber stalking subito dai figli?
R. Intanto io farei una precisazione. Non sempre i genitori conoscono il fenomeno ed i ragazzi sono nella maggior parte dei casi vittime inconsapevoli di cyber stalking nel senso che subiscono atti persecutori su facebook, o sul web in generale. Basti pensare che spesso vengono pubblicati video su you tube che rappresentano minori che compiono atti sessuali o che subiscono atti di bullismo.
In ogni caso qualora un figlio rappresenta fatti di questo genere a mio avviso un genitore deve sapere ascoltare e rivolgersi a persone competenti che possono fornire indicazioni utili: un legale, uno psicologo e se sussistano i presupposti del reato denunciare il fatto alle forze dell’ordine.

D. Ad oggi esiste una lacuna normativa per il fenomeno di stalking?
R. Assolutamente no. Dal 2009 è stato introdotto nel codice penale il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) che punisce le condotte di stalking.

Grazie Avvocato ed auguri per il suo futuro!!! 

Caterina Corsica