martedì 4 giugno 2013

In cammino verso i palazzi del potere : gli europei si ribellano all’ Europa.


GERMANIA- Tutto è cominciato venerdì, a Francoforte, ed è proseguito per tre giorni. Un corteo di 2500 persone, si è diretto verso la Banca Centrale Europea (BCE),per protestare contro le politiche di austerity e contro gli attori finanziari colpevoli di aver generato la crisi. Da tutta l’ Europa hanno risposto all’appello del cartello Bloccupy Frankfurt che per il secondo anno consecutivo ha costruito la mobilitazione nella cittadina tedesca. Circa centocinquanta gli italiani.

I manifestanti hanno impedito ai dipendenti della Bce di raggiungere il proprio posto di lavoro, invitandoli ad unirsi alla protesta per bloccare l’operatività del distretto finanziario. Inoltre sono state bloccate le vie d’accesso agli uffici della Deutsche Bank. La protesta si è successivamente spostata nei pressi dell’aeroporto.
Una manifestazione tendenzialmente pacifica, anche se non sono mancati momenti di tensione che hanno spinto la polizia ad utilizzare spray urticanti al peperoncino contro la folla.

SPAGNA- Si marcia anche su Madrid. Si marcia contro la dittatura della “Troika” : Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea. In questo paese sei milioni i disoccupati vivono ai limiti della sopravvivenza.

PORTOGALLO- A Lisbona, dopo che il governo aveva annunciato un nuovo piano di austerità, i cittadini chiedono le dimissioni del presidente .

TURCHIA- La protesta si fà più aspra in Turchia dove si è appena concluso il quarto giorno di aspre contestazioni ad Ankara e Istanbul. I cortei vanno avanti da diversi giorni dopo l'annuncio del governo di voler distruggere gli alberi del Gezi Park di Istanbul per far posto ad un centro commerciale e si sono trasformati in manifestazioni politiche e trasversali: il bilancio di quella che è diventata una vera e propria rivolta parla ormai di oltre 1000 feriti , 1700 arresti e due morti.

Gli europei protestano, L’Unione Europea li osserva.
Decine di transenne a dividere l’Europa dai suoi abitanti. La polizia da un lato, i manifestanti dall’altro. Servirebbe pensare ad un’ Europa che badi meno ai numeri e di più alla tutela dei diritti dell’ individuo, alla promozione della sua crescita personale e collettiva ; un’ Europa che renda i suoi cittadini meno schiavi dei suoi vincoli. Questa la richiesta.

Che sia arrivata l’ora di una nuova primavera, stavolta europea?

di   Sonia Pellegrino

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