giovedì 28 febbraio 2013

“Erasmus for all”: istruzioni per l’uso. di Sonia Pellegrino









Il progetto Erasmus (European Region Action Scheme for Mobility of University Students) nasce nel 1987 ad opera della CE e deve il suo nome al celebre teologo olandese Erasmo da Rotterdam. Un progetto che permette agli studenti europei di poter effettuare un periodo di studio che varia dai 3 ai 12 mesi in un’università straniera, usufruendo di una borsa di studio. Un progetto che dall’anno prossimo, sotto la denominazione “Erasmus for all” potrebbe assumere delle fattezze intercontinentali e trasversali. Ma ... cosa racchiude la parola “Erasmus”?


Ce lo racconta Marco, al terzo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, presso la Jean Monnet, studente a Tolosa, appena rientrato dopo 5 mesi di Erasmus.
Cosa ti ha spinto a salire sul volo Napoli-Tolosa del 30 agosto 2012?

La mia voglia di viaggiare. Ne ho avuto spesso la possibilità, ma sono mai stato fuori casa per più di un mese e questa nuova esperienza mie eccitava.
Ho inoltrato domanda, ma inizialmente avevo sottovalutato la reale opportunità di fare quest’esperienza. Man mano che si avvicinava la data di pubblicazione della graduatoria, aumentava in me l’ansia e la voglia di partire, ci speravo, iniziavo a crederci.



Piccoli trucchi per sopravvivere in una città straniera, senza conoscere la lingua locale.


Bella domanda, ma credo che ognuno possieda i propri trucchi. L’approccio è stato difficile, conoscevo solo la parola francese “baguette” , ma fortunatamente il linguaggio dei gesti mi ha aiutato moltissimo.

Non bisogna aver paura di far brutte figure e impegnarsi al massimo per parlare e praticare la lingua locale,

ma soprattutto non bisogna chiudersi in sé stessi dopo le prime difficoltà. il primo mese è davvero difficile tra la ricerca di un appartamento, le pratiche burocratiche ed il Learning Agreement (il documento da compilare con gli esami da fare all’estero, croce e delizia di tutti i borsisti).


Per quanto riguarda i corsi: inizialmente mi sono limitato a cercare di copiare qualche appunto dalle slides proiettate a lezione e a farmi conoscere da professori e colleghi chiedendo appunti e cercando di sfruttare al meglio le strutture messe a disposizione dall’Università ospitante.



Cosa è stato per te l’Erasmus?
Bisogna ammettere che è davvero difficile descrivere l’Erasmus. “ERASMUS”, è una sola parola, ma che racchiude in sé tantissime emozioni . Per me è stato FRANCIA, ma non Parigi, è stato TOLOSA e tutto ciò che questa splendida città mi ha potuto riservare ed è stata una grande opportunità, sia a livello universitario che umano. Ripartirei già domani per l’Erasmus. Ti lascia un qualcosa che ti legherà per sempre a quel luogo, a quelle abitudini, a quella gente, o meglio a quegli AMICI, delle emozioni, forse, mai vissute prima. Ti dona la voglia di usare le tue conoscenze e metterle in atto per aiutare gli altri e di continuare a conoscere culture diverse.


Com’è stato il ritorno in Italia?

Purtroppo non è una bella sensazione il ritorno. E’ quando torni in Italia che capisci quanto davvero è stato importante tutto quello che hai vissuto.
Riabituarsi alle vecchie abitudini è davvero difficile, non passa giorno in cui non penso a quella esperienza e forse ancora non mi rendo conto che è tutto finito, la malinconia è sempre con me.


Un messaggio a tutti i ragazzi che non conoscono o che vorrebbero vivere questa esperienza?

Chi non conosce il Programma ERASMUS oggi?
E comunque più che altro direi: ERASMUS, ne vale la pena? Assolutamente si. E’ un’esperienza che cambia la tua visione della vita. Conosci gente proveniente da ogni parte del mondo, puoi confrontarti con diversi stili di vita e per molti è anche la prima esperienza di “vita da soli”. Ti apre al mondo del lavoro, ti ritrovi con una lingua in più sul tuo curriculum e acquisisci la consapevolezza che è possibile cavarsela da soli.
Purtroppo non bisogna dimenticare che non è un’esperienza per tutti, occorre considerare questo e tante altre cose prima di partire: personalità, proprio percorso, proprie attitudini ma il mio consiglio è di non perdere questa occasione.



Chi ha visto “l’appartamento spagnolo” ? Un film da vedere, sul quale prendere appunti e fantasticare... Vivere un anno all’ estero proprio come il protagonista del film, Xavier, fra storie d’amore senza seguito e nottate che finiscono all’alba, in piazza, mezzo e ubriaco e con persone di cui non conosci nemmeno il nome. Probabilmente l’Erasmus è anche questo ma penso che dietro ci sia molto altro,difficilmente descrivibile.. Quindi, che aspettate? Partite per scoprirlo!


Sonia Pellegrino











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