giovedì 28 febbraio 2013

Occupazione, sviluppo e sicurezza: dibattito e proposte. Di Gabriella Castaldo


A dieci giorni dalle elezioni: proposte dal territorio campano. Un tavolo di confronto.
Occupazione, sviluppo e sicurezza: dibattito e proposte.
I problemi esposti dai rappresentanti di: Cisl, Uil, Cgil, Questura di Caserta, Giovani industriali.




A dieci giorni dalle elezioni i problemi politici assumono carattere sostanziale. Quali sono le proposte? Quali sono i problemi da risolvere in maniera repentina e quali possono aspettare per una risoluzione? Domande, queste, che hanno fatto da sfondo al dibattito di giovedì 14 febbraio, organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet. Gli ospiti: Camilla Bernabei della CGIL, Vincenzo Bove Pres. Giovani Industriali, Carmine Crisci di CISL, Antonio Farinari della UIL, Giuseppe Gualtieri, Questore di Caserta. A porre le basi del dibattito è stato un video realizzato dagli studenti che mette in risalto luci e ombre della realtà campana, e in specie, quella casertana. Immagini forti che in pochi minuti riassumono le ferite e le bellezze del territorio casertano, che di fatto non hanno prodotto un vero e proprio dibattito, bensì un’attitudine politica a fare begli elenchi dei problemi che affliggono un territorio. Le parole più ascoltate: Camorra, malavita, malfunzionamento del sistema. Carmine Crisci si espone sulle bruttezze che la politica casertana ha prodotto in materia di conservazione dei beni culturali, motivo per il quale il turismo perde spessore, e le attività ne risentono. Dunque per generare occupazione e quindi reddito è necessaria una più attenta e corretta gestione del patrimonio culturale? Diversa argomentazione trova il dibattito con Farinari e Bernabei, che concentrano il problema dell’inoccupazione nel livello basso di formazione che oggi viene offerte agli studenti campani, dalla scuola elementare all’università. <<Bisogna avvicinare la formazione universitaria al lavoro>> dice Farinari << per evitare che le nostre menti brillanti lascino la loro terra>>. Medesimo approccio al discorso per il Presidente dei Giovani Industriali, che in veste di imprenditore comprende il motivo dell’astensione delle aziende dagli investimenti in Campania. Gualtieri parla di legalità, di lotta alla criminalità organizzata. Dunque questi i motivi che conducono la Provincia di Caserta, e più in generale la Regione Campania, ad essere considerate il “cancro dell’Italia”. L’impossibilità di avere un mercato agricolo tra i migliori, a causa dell’inquinamento delle terre: la bonifica è necessaria, ma i soldi per i progetti di bonifica, di fatto vengono utilizzati per <<cementizzare>>- come dice Bove, dunque non giungono a destinazione. I beni culturali vengono pressappoco lasciati a sé stessi per la medesima causa. La formazione scolastica ed universitaria non solo ottengono pochi fondi dalla regione; il precariato poi è un’altra grossa macchia dell’istruzione campana. Dunque quali sono i problemi da affrontare? Alla radice di questo ampio discorso, vi è la malavita e la corruzione, nonché l’incapacità (o disonestà) della politica regionale e provinciale. Non è un caso che, nel territorio casertano, i sindaci e le giunte continuino ad approvare progetti di edificazione anche su aree non edificabili con l’insegna del cemento casalese. Non è un caso che in una terra con un clima invidiabile, che potrebbe partorire il miglior mercato ortofrutticolo suscettibile di occupazione per moltissime persone, tale progetto sia irrealizzabile: la signora Camorra decide che si può rinunciare alla salute in nome di un mercato floridissimo ed illegale per il quale la Campania ingloba i rifiuti dell’Italia intera, e forse anche di più. Non è un caso che l’occupazione sia impossibile poiché “clientelismo” e “favoritismo” sono le più grandi insegne, che illuminano o meglio oscurano il corretto funzionamento del sistema occupazionale. Ancora, non è un caso che le imprese chiudano o falliscano, certamente per il problema più ampio della crisi, dietro il quale però si nascondono le ombre del racket e della mancanza di occupazione. Quanto alla degradata formazione scolastica ed universitaria bisognerebbe citare qualche caso clamoroso. È un caso che in alcuni Comuni del territorio casertano, le famiglie abbiano addirittura dovuto provvedere ad acquistare i libri delle scuole elementari, perché i suddetti Comuni non hanno fondi? È un caso che siano state radicalmente tagliati i fondi per la concessione delle borse di studio agli studenti soprattutto universitari? Il caso “Jean Monnet”: un solo beneficiario. Eppure va detto che le tasse aumentano, i cittadini, gli studenti, le pagano per vedersi non riconosciuti quei diritti per cui ha profumatamente adempiuto al pagamento dei tributi. Un groviglio di problemi, questi, che rendono un territorio invivibile. Cosa fare allora? Servono idee e progetti? No. Serve una politica del <<giusto>>, seguita dalla trasparenza nella gestione della cosa pubblica. Serve una cruda lotta alla corruzione. Bisogna combattere contro il Dio Imbroglio.

                                                                                                                             (di Gabriella Castaldo)

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