giovedì 28 febbraio 2013

Napoli aspetta Bruce. Di Luigi Repola




“The Boss” torna a casa. Napoli aspetta da anni questo evento. L’ultima volta fu al Teatro Augusteo: era il 1997 e quel concerto finì con un live di “Thunder Road” da una finestra che affacciava sulla strada per la gioia dei fans accorsi a migliaia.
Springsteen ha un rapporto stretto con l’Italia, con la Campania anche di più: sente le origini della sua famiglia, dei nonni materni che partirono da Vico Equense per trovare la fortuna in America. Negli anni, Springsteen è diventato proprio l’icona di quell’America che non si è mai piegata alle difficoltà, lo Stato guida contro la potenza sovietica, dell’America reaganiana, patriottica e vogliosa di dimostrare la sua forza.
Il concerto del 23 Maggio a Napoli è stato fortemente voluto del sindaco De Magistris, che ha voluto dare un volto nuovo alla città, cosa che forse non può essere fatta con azioni volte a migliorare i problemi cronici di Napoli. Così per una notte si cerca di dimenticarli, niente monnezza, niente camorra, niente disoccupazione, si fa finta che come dice il protagonista del famoso film Johnny Stecchino “l’unico problema della città sia il traffico”.  “The Boss” torna in Italia per una serie di concerti, nel tour mondiale per pubblicizzare la sua ultima fatica, “Wrecking Ball”. Album molto diverso da “Working On A Dream” del 2009,  che seguiva quella scia forte di speranze e aspettative, per il pubblico americano e mondiale che vedeva ancora il proprio futuro con ottimismo e che non temeva una crisi dai risvolti ormai drammatici.
“Wrecking Ball” parla di questo, ci racconta di chi non riesce, di chi è stanco anche di provare a lottare e Springsteen ci mostra un’America provata da una crisi che ha colpito tutto il ceto medio, che forse medio non lo è neanche più.
Vediamo il sogno americano spezzato stavolta, non c’è la potenza di “Born in the U.S.A.”, neanche la carica di “Born to run”, ma ci sono le speranze ridotte al lumicino, il futuro visto con gli occhi di chi non è sicuro di viverlo, c’è l’uragano Katrina e c’è New Orleans che continua a vivere.
 Ci si aspetta un grande serata a fine Maggio. A sessant’anni suonati Springsteen è capace di dare ancora spettacolo, con la libertà di alzare la voce, di esprimere liberamente ogni pensiero da una parte o dall’altra della barricata. Con determinazione e onestà, senza preoccuparsi di poter dar fastidio, forse sperando anche di farlo alla fine.



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