venerdì 28 febbraio 2014

Dalla obiezione di coscienza alla nascita del Servizio Civile Nazionale

 Dalla obiezione di coscienza alla nascita del Servizio Civile Nazionale

Dall’Unità d’Italia fino alla  Seconda Guerra Mondiale, i casi di obiezione di coscienza appaiono più unici che rari. Troviamo il caso di Luigi Luè di S. Colombano al Lambro giovane Milanese, di professione zoccolaio che nel 1917 si rifiutò di combattere al fronte e fu condannato a sette anni di reclusione. Come lui anche Giovanni Gagliardi, giovane  Piacentino prima Ateo poi convertito alla religione Cristiana Evangelica, reclusione ed internamento in manicomio, e poi il caso di Remigio Cuminetti, testimone di Geova, che si rifiutò di portare le stelle sulla divisa e di andare al fronte, fu anch'egli imprigionato ed internato in  manicomio. Nel 1940, ancora vigente il regime fascista, 26 Testimoni di Geova furono processati e condannati perché rifiutarono l'obbligo militare.
Solo dopo ulteriori casi di obiezione , si iniziano a formare i primi "piccoli"  movimenti non armati e non violenti. Cosi piccoli che non ebbero un gran rilievo nella lotta non armata e non violenta.
I primi due casi di Obiezione di Coscienza nell'Italia del dopoguerra che si verificano durante la discussione e  l'approvazione della Costituzione, sono quelli di Rodrigo Castiello pentecostale, ed Enrico Ceroni testimone di Geova.Entrambi obiettori di coscienza di matrice religiosa, Castiello  in seguito fu prosciolto grazie all’amnistia mentre Ceroni dopo aver svolto regolarmente diversi compiti al Centro di addestramento, si rifiutò di scrivere “la bandiera è sacra”, sostituendo la frase con “secondo la Sacra Scrittura nessuna bandiera è sacra”, rifiutando le stelle sulla divisa, ebbe una reclusione di  cinque mesi e venti giorni.
Intanto Aldo Capitini  filosofo,politico,antifascista ed educatore perugino, chiamato il  "Gandhi Italiano", iniziò ad agitare le acque con il "pensiero non violento" attraverso il Movimento di Religione da lui fondato insieme a  Ferdinando Tartaglia. Capitini divide l'Italia in due, con il movimento organizza una serie di convegni divulgando azioni non violente e promuovendo l' obiezione di coscienza. Fu cosi che nell'estate del 1948 in un articolo  intitolato "L'opposizione alla guerra" propose di  “sollecitare una legge per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza”, e di “mettere allo studio l’istituzione di un servizio civile di lavoro a fianco del servizio militare per cui i giovani chiamati possano scegliere”.
Con l'avvento della Repubblica e con l'approvazione della Costituzione Italiana nel 1947 entrata in vigore poi nel 1948, inizia il dibattito sull'articolo 11 che sancisce: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" e sull'articolo  52  il quale sancisce  che  "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici."
I due articoli sono tra di loro discordanti per il semplice fatto che l'art. 11 afferma che “L'Italia ripudia la guerra” ma con l'art. 52 “Il cittadino è costretto ad indossare la divisa e a non poter obiettare”. Questo però non basta.
Il giovane ferrarese Pietro Pinna impiegato di banca, alla fine del 1948  fu chiamato alle armi, ma essendo diventato antimilitarista  ed influenzato dal pensiero di Aldo Capitini (al quale partecipa ad un convegno a Ferrara, decise di rifiutare di prestare il servizio militare),rifiuta la divisa venendo processato per disobbedianza dal tribunale militare di Torino nell'agosto del  1949 con condanna a 10 mesi di detensione.
Pietro Pinna è il primo caso  di obiezione di coscienza e diventa il primo caso di processo penale per il rifiuto della divisa, dopo l'entrata in vigore della Costituzione. In seguito subisce  altri processi, un'altra condanna a  8 mesi di reclusione , fino al definitivo congedo per una presunta "nevrosi cardiaca".  In seguito divenne uno dei più stretti collaboratori di Capitini.
Intanto Di Vittorio leader della CGIL, inaugura forme originali di lotta non violenta quali lo "Sciopero alla rovescia" consistente nel lavorare per opere di pubblica necessità e nel chiedere di ottenere il pagamento. L'azione  viene intrapresa da disoccupati e operai, ed inoltre  dai contadini che marciano sulle terre incolte dei latifondi , picchettano i terreni per indicarne la presa di possesso e cominciano ad ararle e a seminarle. Il governo a guida DC, invece di attuare la Costituzione, si attiva per la difesa delle proprietà dei latifondisti e manda i carabinieri che in varie occasioni sparano sui contadini. Lo "sciopero alla rovescia" al momento non funziona.
Nel 1949 viene presentato il primo progetto di legge per il riconoscimento giuridico dell’obiezione, a firma del Deputato Calosso (PSI) ripreso poi nel 57' e 62' da  Giordani (DC), entrambi i progetti però non vanno in porto.
Dopo l'arresto di Pinna, Capitini promuove molte attività per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza, convocando a Roma nel 1950 il primo convegno italiano sul tema dell'obiezione e nel 1952 fonda il primo Centro per la nonviolenza. Nel 1950 Elevoine Santi, studente di architettura, viene arrestato per obiezione di coscienza. Egli si sacrifica volutamente ritenendo che la presenza di un obiettore in carcere potesse aiutare l'approvazione di una legge sull'obiezione di coscienza. Ma una legge "reale e consistente" è ancora lontana. Nel 1954 Franco Alasia, un operaio di una fabbrica milanese, si rifiuta di fresare un coperchietto per strumenti bellici, pagando con il licenziamento l'affermazione della propria coscienza. Dagli anni 50 ai 60 molti altri giovani si dichiararono obiettori di coscienza soprattutto per motivi religiosi e  finalmente anche  alcuni cattolici presero posizione sul tema.
Nel 1955 Don Primo Mazzalari scrive il libro “Tu non uccidere”, l'opera composta da 112 pagine racconta non solo come la religione cristiana attraverso le sacre scritture, usa il divieto delle armi e quindi l'obiezione alla  guerra, ma anche riflessioni e punti cardini della politica di quei tempi:”La non-violenza non va confusa con la non-resistenza”.
Nel 1956 Danilo Dolci organizza un nuovo "sciopero alla rovescia" insieme a centinaia di disoccupati siciliani per riattivare una trazzera intransitabile. Due anni più tardi la tecnica viene adottata da tremila braccianti a Enna per iniziare la costruzione di una diga. Questa volta lo “sciopero alla rovescia” finalmente inizia a produrre i primi frutti.
Tra il 1946 e il 1959 ci furono 179 giovani Testimoni di Geova che rifiutarono di indossare la divisa militare. Nel 1961 Capitini e Pinna organizzano la prima Marcia per la Pace nel 1961 con un corteo nonviolento che si snoda per le strade che da Perugia portano verso Assisi, una marcia tuttora proposta con cadenza annuale dalle associazioni e dai movimenti per rivendicare i valori di pace e nonviolenza. In questa occasione viene per la prima volta utilizzata la Bandiera della Pace, simbolo dell'opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
Nel novembre 1961 l'allora Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, autorizzò la proiezione del film "Non uccidere" del regista francese Claude Autant-Lara. Il film narrava di un giovane francese che si rifiutò di indossare la divisa militare perché cattolico. Poiché il film esaltava la figura di un giovane obiettore, la commissione ministeriale sulla censura vi aveva rintracciato il reato di istigazione a delinquere e lo escluse dalle sale cinematografiche. Tale censura suscitò l'indignazione dell'ora deputato Sandro Pertini  e di altri socialisti, il quale presentarono un'interrogazione parlamentare. Ma il sindaco La Pira proiettò il film anche se censurato invitando tutti a visionarlo. Ma non fu solo l'Italia a censurare quel film, anche la Francia e a seguito altre Nazioni ne vietarono la riproduzione. Addirittura il regista fu costretto a girare tutto l'intero film in Jugoslavia, perché nessuno voleva autorizzarne le riprese. Un semplice film diventa rapidamente un caso  internazionale. La Francia dopo un lungo  dibattito suscitato proprio dalla pellicola, approva una legge che riconosce l'obiezione di coscienza. In questo modo la Francia diventa il primo paese in Europa ad avere questo tipo di legislazione.
Nel 1962 Giuseppe Gozzini e Padre Ernesto Balducci si schierarono apertamente a favore dell'obiezione di coscienza per motivi religiosi. Due anni dopo sarà don Lorenzo Milani a prendere le difese degli Obiettori di Coscienza. Gozzini venne processato e condannato, Balducci e Milano furono processati per apologia di reato ma poi assolti. Sono i primi  due  casi di ecclesiastici  che si battono per gli obiettori.

Nel 1968 un terribile terremoto distrugge la valle del Belice in Sicilia. I terremotati presiedono  Montecitorio. Il Parlamento approva in tempi brevi una legge sulla ricostruzione, legge che però non viene applicata e gli abitanti del Belice avviano alcune forme di disobbedienza civile, fra cui il rifiuto del servizio di leva. Disobbedienza che verrà poi accettata tant'è che vengono esonerati dal servizio militare per potersi dedicare alla ricostruzione dei paesi distrutti.
Nel 1969 si costituisce la Lega per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza (a cui aderirono numerosi gruppi e movimenti nonviolenti, organismi religiosi, le ACLI ed esponenti qualificati di partiti di sinistra e di centro).
Arrivano gli anni 70 e in Italia iniziano i cosiddetti "Anni di piombo ". Nonostante le lotte, le stragi, le guerre al fronte, gli obiettori di coscienza non solo crescono considerevolmente, ma inizia il sistema di  raggruppamento, ovvero si iniziarono a fare obiezioni collettive e non più singole, e non più per motivi religiosi ma per motivi politici. Sono anni di estrema tensione, tutti i movimenti ed associazioni si uniscono per essere “liberi”. Ci sono voluti più di un milione di obiettori processati davanti ai tribunali militari per resistenza alla leva, per diserzione e per altri reati connessi ad esso tra casi religiosi e casi politici, più di 150 condanne definitive per arrivare finalmente, nel  1972  ad approvare la prima legge in materia di obiezione di coscienza, legge n.772. proposta da  Anderlini  insieme ai colleghi democristiani Giovanni Marcora e Carlo Fracanzani che dava il diritto all'obiezione e al servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici. La legge n. 772 permise agli obiettori di scegliere il servizio civile sostitutivo obbligatorio, di durata di 8 mesi superiore alla durata del servizio che si sarebbe dovuto svolgere (all'epoca 15 mesi per l'esercito, ridottisi successivamente a 12 ed infine a 10 nel 1997, 22 per la Marina Militare, ridottisi poi a 18). Solo nel 1977 furono emanate, con Decreto del presidente della Repubblica ,le norme di attuazione della Legge 772. Nasce cosi il servizio civile.
Nel 1973 per iniziativa del Partito Radicale  viene fondata la Lega degli obiettori di coscienza (LOC), sostenuta da Pietro Pinna divenuto fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento, del Senatore Luigi Anderlini e da Giorgio Peyrot, esponente del Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR) che  iniziò la campagna nazionale della LOC (Lega Obiettori di Coscienza), che invitava a restituire i congedi al Presidente della Repubblica per protestare contro la corsa agli armamenti.
Mentre il Parlamento non riesce ad approvare la nuova riforma della legge n. 772, la Corte Costituzionale cambia scenari, e intercede su di essa per ben otto volte, tra il 1985 e il 1997, con altrettante sentenze per dichiarare l’incostituzionalità  di quella legge.
Le tre sentenze più significative sono:
-         La prima sentenza riconosce la pari dignità tra il servizio militare e il servizio civile: entrambi i servizi, sono modi diversi per soddisfare il dovere di difesa della patria
-         La seconda sentenza , sancisce che l’obiettore in servizio civile non è assoggettabile alla giurisdizione militare, bensì a quella ordinaria, in quanto l’obiettore ammesso al servizio civile perde lo status di militare.
-         La terza sentenza  dichiarò incostituzionale il principio secondo il quale gli obiettori di coscienza devono prestare un servizio sostitutivo civile più lungo di otto mesi rispetto al periodo del servizio militare. Grazie a questa sentenza il servizio civile dura quanto il servizio militare, cioè 12 mesi (dagli inizi del 1997, 10 mesi).

Il 1 febbraio del 1992 il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, rinvia la legge alle Camere accompagnandola con un lungo messaggio nel quale spiega i motivi per cui non promulga la legge e, il giorno dopo, scioglie il Parlamento. Ci sono voluti così altri sei anni perché la riforma della 772/72 divenisse legge, difatti,nel 1998 con la legge  n. 230, abrogando la precedente legge n. 772, si riconobbe compiutamente per la prima volta il diritto all'obiezione di coscienza.
L'obiezione diventa un diritto del cittadino e non una concessione dello Stato.
Nel 1995 la riforma della Legge n.230  venne approvata dal Senato, ma non dalla Camera dei Deputati. La riforma si blocca nuovamente e la gestione del Servizio Civile  continuò in modo approssimativo.
Solo alla fine del 1999,  viene emanato il regolamento di organizzazione dell’Ufficio Nazionale Servizio Civile, mentre a luglio dello stesso anno il ministero della Difesa blocca le assegnazioni di nuovi obiettori per mancanza di fondi e il governo è costretto a settembre a stanziare d’urgenza nuove risorse. Dopo quasi un anno di iter, nel 2000 il Parlamento approva la legge n. 331 che reca “Norme per l’istituzione del servizio militare professionale”, stabilendo la fine della leva obbligatoria a partire dal 2007. Nel frattempo, il Parlamento discute un altro disegno di legge collegato con la sospensione della leva militare e che approva definitivamente agli inizi del 2001 dove si può rifiutare la leva per motivi di studio. Il 20 dicembre 2001 si apre una nuova pagina del servizio civile in Italia. Il servizio civile  apre le porte  anche alle ragazze. Dal 1 gennaio 2005 il servizio civile diventa  volontario,viene esteso ai ragazzi e alle ragazze di età compresa tra i 18 e i 28 anni . Con il 2005 inizia a pieno regime la storia del Servizio Civile Nazionale.


Don Lorenzo Milani: "L'obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni."

Marianna Tescione



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