Scandalo alla Sapienza: vincitori del concorso noti già un mese prima.
Il concorso per la scuola di specializzazione di Cardiologia dell’ospedale Umberto I di Roma, nosocomio collegato alla più grande università d’Europa, è sicuramente uno dei più importanti e ambiti dell’ateneo romano. La notizia pubblicata oggi dal quotidiano “La Repubblica” secondo la quale il concorso sarebbe stato abilmente pilotato, è una di quelle che sicuramente non può passare inosservata. Una mail di un “medico deluso” arrivata nella casella email del popolare giornale, anticipava quasi un mese prima i vincitori della cattedra Cardiologia I del professor Francesco Fedele, ma non solo, venivano addirittura nominati gli esclusi con curriculum eccellenti che invece avrebbero ampiamente meritato il posto. Tutto esatto, le previsioni dell’anonimo segnalatore, all’indomani della pubblicazione dei risultati, si rivelano precisissime. Ma come ci si può stupire, se nell’ateneo della famiglia Frati lo stesso figlio del rettore, appartenente anche lui alla facoltà di Medicina, è diventato professore ordinario di Cardiochirurgia all’età record di 35 anni, impensabile per chiunque altro? E allora come possiamo stupirci se uno dei prescelti a vincere il concorso è proprio il tirapiedi del professor Fedele, suo instancabile autista e accompagnatore in convegni, seminari e spese private?
La gravità di quanto accaduto alla Sapienza però val al di là del mero conseguimento di obbiettivi universitari, in quanto si sta parlando di carriere mediche, che hanno ripercussioni gravi su tutto il sistema sanitario nazionale, in quanto medici preparati e competenti vengono lasciati indietro per far spazio a persone sicuramente meno preparate, ma con più santi in Paradiso, che non potranno combinare che guai una volta abilitati ad esercitare la professione, da qui i casi sempre più frequenti di “malasanità”.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema universitario completamente assoggettato al potere forte di rettori e professori che non si fanno alcuno scrupolo a favorire i propri amici, figli, nipoti, amici di amici nella carriera universitaria, e l’abbiamo visto all’Università di Cagliari, di Bari, di Palermo, di Messina, di Tor Vergata a Roma e tante altre. Il cambiamento quindi non può che venire da noi studenti a cui non interessano sotterfugi e raccomandazioni, che siamo la parte sana dell’Università, denunciare per fermare queste vergogne, non avere paura di mettersi contro un professore potente che crede di poter avere il controllo su tutto e tutti, gestendo la propria cattedra come fossero affari suoi e della sua famiglia. Il nepotismo è il vero cancro del nostro sistema scolastico, la cura migliore è il coraggio, coraggio di non tacere di fronte alle ingiustizie.
Raffaele Ausiello
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