ESCLUSIVA THEMONNETPOST! Intervista a Mamadou Sy!
Intervista in esclusiva
al rappresentante della comunità senegalese di Caserta, Mamadou Sy. Un’intervista
per capire il punto di vista degli stranieri in Italia e dei diritti che
reclamano a gran voce.
Innanzitutto io sono
arrivato in Italia nel 2002, sono entrato con un visto e come tanti altri miei
connazionali ho scelto l’Italia nella speranza che potesse darmi un futuro
migliore e una vita migliore rispetto al mio Paese.
Arrivato in Italia quali sono state le prime difficoltà
che hai incontrato?
La prima difficoltà è
stata sicuramente ottenere il permesso di soggiorno, per il quale ci sono
voluti oltre sei anni. Questo è il problema maggiore per tutte le persone che
migrano in Italia, che vogliono mettersi in regola, perché ad oggi ci sono
pochissime possibilità di entrare regolarmente in Italia. Poi vengono le
difficoltà quotidiane, come nel cercare un alloggio, imparare la lingua e
integrarsi con un’altra cultura.
In Italia oggi si parla molto dello ius
soli, ma molte forze politiche come la Lega Nord ed il Movimento 5 Stelle si
oppongono con fermezza, da cosa nasce questa paura nel riconoscere dei diritti
basilari agli immigrati che lavorano e pagano le tasse come tanti cittadini
italiani?
Francamente non so
queste persone come la pensano, oggi se
vediamo la situazioni in altri Paesi come gli Stati Uniti c’è lo ius soli, perché
è una cosa normale, è assurdo nascere in un paese, crescere, andare a scuola,
imparare la lingua e la cultura e non esserne però cittadini. Io non so perché questi
partiti si oppongono, gli stranieri che nascono qui si sentono italiani, non
sanno nemmeno cosa succede nel loro Paese di origine. Noi combatteremo sempre
contro questa grave ingiustizia sociale perché crediamo che chi nasca in Italia
debba essergli riconosciuto il diritto fondamentale della cittadinanza.
L’Italia quali benefici può avere da una
società multiculturale aperta all’accoglienza e all’integrazione nei confronti
degli stranieri?
I benefici sono
numerosi perché queste persone pagano le tasse come tutti gli italiani e
contribuiscono alla ricchezza di questo Paese, facendone crescere l’economia.
Il discorso quindi non è economico perché gli immigrati con il loro lavoro sono
una ricchezza per l’Italia, il discorso è che i politici dovrebbero fermarsi un
attimo e ammettere che stanno sbagliando.
Il
nuovo governo Letta ha designato per la prima volta un ministro di colore, mai
successo nella storia italiana. E’ un segno che l’Italia sta cambiando? Quanto
è importante per gli stranieri che sono in Italia avere punti di riferimento al
governo che comprendono e vivono sulla loro pelle la situazione degli immigrati
in Italia?
Durante la campagna
elettorale abbiamo incontrato sia Cecile Kyenge, ora Ministro all’Integrazione
sia l’onorevole Khalid Chaouki, abbiamo discusso con loro e ci siamo fatti
portavoce dei tanti problemi che gli immigrati vivono nella provincia di
Caserta tutti i giorni. Il fatto che siano diventati deputati e poi uno di loro
Ministro è la prova evidente che c’è la possibilità di integrazione in Italia,
questo non significa che è cambiato tutto in meglio, ma le cose stanno
migliorando poco alla volta. Avere dei rappresentanti a livello nazionale per
noi è importante perché i nostri disagi possono avere una voce importante nella
politica, e che le nostre lotte avranno maggiore possibilità di essere
ascoltate al Governo ed in Parlamento.
Qui nel casertano la situazione degli stranieri,
soprattutto africani, è molto
precaria. L’Italia in alcuni territori come
Castel Volturno e Villa Literno sembra completamente assente. Quali sono le
misure che andrebbero adottate con urgenza da parte del governo per migliorare
le condizioni di vita di tantissimi stranieri che reclamano a gran voce i
propri diritti?
Guarda noi il 19 e 20
aprile scorso con il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati abbiamo indetto una
grande manifestazione a Caserta a cui hanno aderito quasi seimila persone,
abbiamo manifestato in piazza insieme a tantissimi lavoratori italiani e
chiedevamo tutti la stessa cosa. Oggi la crisi ha colpito tutti, immigrati,
italiani, stranieri, senza differenza. Noi abbiamo chiesto a gran voce un
salario sociale minimo garantito, perché così non possiamo andare avanti,
abbiamo bisogno di un appoggio economico per mantenerci un alloggio, per poter
mangiare, per poter vivere. Anche l’istituzione di un microcredito può essere
importante, in questo modo si può incentivare il lavoro di una persona che
magari all’inizio non può permettersi di iniziare a lavorare. Queste sono idee
che magari non basteranno per superare del tutto la crisi, ma che possono dare
una grossa mano a chi oggi è svantaggiato.
La comunità senegalese che tu
rappresenti oggi cosa ha da chiedere alle istituzioni locali e regionali? Quali
sono le difficoltà che incontrare ogni giorno?
La comunità senegalese
è molto numerosa qui nel casertano, il 90% di noi è impiegato nel commercio
ambulante. Noi oggi chiediamo la possibilità che l’attività di commercio
itinerante ed ambulante sia formalmente regolamentato, non si può dire ad un
ambulante di rimanere fisso in una strada e di non superare certe barriere, lui
è un ambulante deve poter andare dove vuole! Inoltre chiediamo anche l’istituzione
di un mercato multietnico, uno spazio dove poter lavorare onestamente senza
dover essere disturbati. Ci sono persone che con la loro famiglia vivono qui da
trent’anni e meriterebbero davvero di avere l’opportunità di lavorare per
migliorare le proprie condizioni e quelle delle proprie famiglie.
Come immagini da qui a vent’anni l’Italia
e l’Europa? Si riusciranno mai a risolvere le problematiche legate al mondo
della migrazione?
Fra vent’anni solo Dio
lo sa se saremmo riusciti a superare queste barriere, ma io credo che la lotta
debba andare avanti per cambiare la mentalità delle persone e sconfiggere il
razzismo globale. Quando c’è lotta c’è la possibilità di vincere, oggi siamo in
grado di alzare la voce. Chiediamo all’Italia e all’Europa di guardarci in
faccia, noi siamo prima di tutto delle persone e abbiamo dei diritti come tutti
gli italiani e come tutti gli europei.
Raffaele Ausiello
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