martedì 28 maggio 2013

ESCLUSIVA THEMONNETPOST! Intervista a Mamadou Sy!



Intervista in esclusiva al rappresentante della comunità senegalese di Caserta, Mamadou Sy. Un’intervista per capire il punto di vista degli stranieri in Italia e dei diritti che reclamano a gran voce.

    Quando sei arrivato in Italia e come mai hai scelto l’Italia come tua nuova casa?

Innanzitutto io sono arrivato in Italia nel 2002, sono entrato con un visto e come tanti altri miei connazionali ho scelto l’Italia nella speranza che potesse darmi un futuro migliore e una vita migliore rispetto al mio Paese.

Arrivato in Italia quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato?

La prima difficoltà è stata sicuramente ottenere il permesso di soggiorno, per il quale ci sono voluti oltre sei anni. Questo è il problema maggiore per tutte le persone che migrano in Italia, che vogliono mettersi in regola, perché ad oggi ci sono pochissime possibilità di entrare regolarmente in Italia. Poi vengono le difficoltà quotidiane, come nel cercare un alloggio, imparare la lingua e integrarsi con un’altra cultura.

     In Italia oggi si parla molto dello ius soli, ma molte forze politiche come la Lega Nord ed il Movimento 5 Stelle si oppongono con fermezza, da cosa nasce questa paura nel riconoscere dei diritti basilari agli immigrati che lavorano e pagano le tasse come tanti cittadini italiani?

Francamente non so queste persone come la pensano,  oggi se vediamo la situazioni in altri Paesi come gli Stati Uniti c’è lo ius soli, perché è una cosa normale, è assurdo nascere in un paese, crescere, andare a scuola, imparare la lingua e la cultura e non esserne però cittadini. Io non so perché questi partiti si oppongono, gli stranieri che nascono qui si sentono italiani, non sanno nemmeno cosa succede nel loro Paese di origine. Noi combatteremo sempre contro questa grave ingiustizia sociale perché crediamo che chi nasca in Italia debba essergli riconosciuto il diritto fondamentale della cittadinanza.

  L’Italia quali benefici può avere da una società multiculturale aperta all’accoglienza e all’integrazione nei confronti degli stranieri?

I benefici sono numerosi perché queste persone pagano le tasse come tutti gli italiani e contribuiscono alla ricchezza di questo Paese, facendone crescere l’economia. Il discorso quindi non è economico perché gli immigrati con il loro lavoro sono una ricchezza per l’Italia, il discorso è che i politici dovrebbero fermarsi un attimo e ammettere che stanno sbagliando.

     Il nuovo governo Letta ha designato per la prima volta un ministro di colore, mai successo nella storia italiana. E’ un segno che l’Italia sta cambiando? Quanto è importante per gli stranieri che sono in Italia avere punti di riferimento al governo che comprendono e vivono sulla loro pelle la situazione degli immigrati in Italia?

Durante la campagna elettorale abbiamo incontrato sia Cecile Kyenge, ora Ministro all’Integrazione sia l’onorevole Khalid Chaouki, abbiamo discusso con loro e ci siamo fatti portavoce dei tanti problemi che gli immigrati vivono nella provincia di Caserta tutti i giorni. Il fatto che siano diventati deputati e poi uno di loro Ministro è la prova evidente che c’è la possibilità di integrazione in Italia, questo non significa che è cambiato tutto in meglio, ma le cose stanno migliorando poco alla volta. Avere dei rappresentanti a livello nazionale per noi è importante perché i nostri disagi possono avere una voce importante nella politica, e che le nostre lotte avranno maggiore possibilità di essere ascoltate al Governo ed in Parlamento.

Qui nel casertano la situazione degli stranieri, soprattutto africani, è molto
precaria. L’Italia in alcuni territori come Castel Volturno e Villa Literno sembra completamente assente. Quali sono le misure che andrebbero adottate con urgenza da parte del governo per migliorare le condizioni di vita di tantissimi stranieri che reclamano a gran voce i propri diritti?

Guarda noi il 19 e 20 aprile scorso con il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati abbiamo indetto una grande manifestazione a Caserta a cui hanno aderito quasi seimila persone, abbiamo manifestato in piazza insieme a tantissimi lavoratori italiani e chiedevamo tutti la stessa cosa. Oggi la crisi ha colpito tutti, immigrati, italiani, stranieri, senza differenza. Noi abbiamo chiesto a gran voce un salario sociale minimo garantito, perché così non possiamo andare avanti, abbiamo bisogno di un appoggio economico per mantenerci un alloggio, per poter mangiare, per poter vivere. Anche l’istituzione di un microcredito può essere importante, in questo modo si può incentivare il lavoro di una persona che magari all’inizio non può permettersi di iniziare a lavorare. Queste sono idee che magari non basteranno per superare del tutto la crisi, ma che possono dare una grossa mano a chi oggi è svantaggiato.

   La comunità senegalese che tu rappresenti oggi cosa ha da chiedere alle istituzioni locali e regionali? Quali sono le difficoltà che incontrare ogni giorno?

La comunità senegalese è molto numerosa qui nel casertano, il 90% di noi è impiegato nel commercio ambulante. Noi oggi chiediamo la possibilità che l’attività di commercio itinerante ed ambulante sia formalmente regolamentato, non si può dire ad un ambulante di rimanere fisso in una strada e di non superare certe barriere, lui è un ambulante deve poter andare dove vuole! Inoltre chiediamo anche l’istituzione di un mercato multietnico, uno spazio dove poter lavorare onestamente senza dover essere disturbati. Ci sono persone che con la loro famiglia vivono qui da trent’anni e meriterebbero davvero di avere l’opportunità di lavorare per migliorare le proprie condizioni e quelle delle proprie famiglie.

 Come immagini da qui a vent’anni l’Italia e l’Europa? Si riusciranno mai a risolvere le problematiche legate al mondo della migrazione?

Fra vent’anni solo Dio lo sa se saremmo riusciti a superare queste barriere, ma io credo che la lotta debba andare avanti per cambiare la mentalità delle persone e sconfiggere il razzismo globale. Quando c’è lotta c’è la possibilità di vincere, oggi siamo in grado di alzare la voce. Chiediamo all’Italia e all’Europa di guardarci in faccia, noi siamo prima di tutto delle persone e abbiamo dei diritti come tutti gli italiani e come tutti gli europei.

Raffaele Ausiello


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