giovedì 16 maggio 2013

Intervista ai candidati al CNSU Ciardulli, Esposito e Iannillo. Di Raffaele Ausiello e Remo Grasso



Mancano ormai pochi giorni alle consultazioni elettorali per rinnovare il più importante organo di rappresentanza studentesca nazionale, ovvero il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Conosciamo meglio i candidati Andrea Ciardulli di “Studenti per le Libertà”, Francesca Esposito della “R.U.N. - Studenti di Sinistra” e Stefano Iannillo di “Link – Studenti Indipendenti”.

             Dove nasce la tua passione politica e come mai hai deciso di candidarti per un organocosì importante come il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari?

Ciardulli: La mia passione politica nasce all’interno dell’università, al secondo anno ho iniziato ad interessarmi di politica universitaria candidandomi al Consiglio di Facoltà quasi per gioco non pensando di poter riscuotere tanto consenso, successivamente mi candidai al Consiglio d’Amministrazione e poi l’anno scorso al Senato Accademico prendendo quasi 3mila voti. Di questo sono molto contento perché le persone hanno visto in me una persona di fiducia premiando il mio impegno. Mi sono candidato al CNSU per rappresentare il mio gruppo di Università Moderata e per portare le istanze degli studenti della S.U.N. e di tutti gli altri atenei campani e non.

Esposito: Io ho iniziato a fare politica a 14 anni con i movimenti ambientalisti contro l’inceneritore di Acerra che è la mia città, poi al liceo ho aderito al sindacato degli studenti dell’UDS ed ho fatto la rappresentante d’istituto per 3 anni. All’università ho continuato il mio impegno politico venendo eletta al Consiglio degli Studenti della Federico II di Napoli nel 2010 e poi nel 2012 al Senato Accademico. Ho fondato un’associazione nella mia facoltà di Lettere Moderne che si chiama “Nucleo di Lettere e Filosofia”.

Iannillo: Io ho cominciato a fare politica studentesca dal liceo a 15 anni ad Avellino nel sindacato dell’UDS di cui sono diventato coordinatore regionale. Finita quell’esperienza ho continuato il progetto politico al fianco degli studenti, il mio impegno quindi è stato rivolto naturalmente verso la LINK che insieme all’UDS forma la Rete della Conoscenza nell’idea di raggruppare gli studenti medi superiori e gli universitari nell’ottica di risolvere le problematiche dei soggetti in formazione.

-     Quali sono le priorità che giudichi prioritarie per gli studenti campani che intendi portare al CNSU una volta eletto?

Ciardulli: Le problematiche degli studenti sono diverse. Facendo parte degli organi di governo della S.U.N ho potuto assistere al dimezzamento dei fondi per i dottorati di ricerca, per i corsi, per i professori a causa della crisi. Inoltre esistono problemi logistici che affliggono gli studenti che devono muoversi. Per me l’Università è una fonte di ricchezza per i paesi, quindi mi auspico che i sindaci dei comuni che ospitano l’Università si attivino per una serie di convenzioni e agevolazioni agli studenti.

Esposito: Le problematiche ora prioritarie sono quelle inerenti al diritto allo studio, noi vogliamo una nazionalizzazione del diritto allo studio visto che ora a base regionale è gestito male. Quest’anno infatti abbiamo avuto l’aumento della tassa regionale da 60 a 140 euro in cambio di nessun servizio in più. Nel nostro programma vogliamo ripartire quindi dai più deboli, da chi si trova ora in difficoltà economiche nell’affrontare la carriera universitaria.

Iannillo: Per gli studenti campani le priorità sono quelle legate al diritto allo studio, viviamo in una regione dove le borse di studio sono finanziate al di sotto del 50%, e quindi diminuiscono i soggetti beneficiari, rendendo di fatto impossibile l’accesso all’università a moltissimi ragazzi. Questo comporta una migrazione degli studenti campani fuori regione a causa della scarsità di servizi legati all’università e l’accessibilità alle borse di studio che ad esempio in Toscana e in Emilia Romagna è più facile accedervi.

-        Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un drastico calo delle iscrizioni all’università, complice anche la crisi economica che non permette alle famiglie di sostenere le spese di rette, tasse e materiale didattico. Come pensi possa essere invertito questo trend da parte del CNSU per rilanciare e rivalorizzare la formazione universitaria?

Ciardulli: Questa situazione è dovuta principalmente alla crisi economica che ha colpito le famiglie a causa degli elevati costi. Fortunatamente la S.U.N. rispetto ad altri atenei è un’isola felice grazie alle convenzioni con la mensa con i ticket ADISU che permettono di avere sconti sul pranzo in base al reddito. Il problema non è nell’offerta formativa, ma nei costi che gli studenti devono sostenere. Bisogna che sia ripensato il concetto di borsa di studio che deve essere un incentivo agli studenti all’inizio del percorso di studi, invece di acquisire il diritto a 25 crediti la borsa di studio deve essere data all’inizio e poi restituita qual’ora non venga raggiunto l’obbiettivo.

Esposito: Attualmente il CNSU purtroppo è un organo solo consultivo, quindi innanzitutto bisogna rendere il parere del Consiglio vincolante e obbligatorio. Una volta ottenuto questo si può anche far in modo che il CNSU proponga anche delle leggi invece di valutarle soltanto. Così possiamo fare molto e possiamo anche  avviare una collaborazione con il Ministro affinché il tema dell’accesso allo studio diventi centrale, bisogna infatti ampliare l’offerta di borse di studio che allo stato attuale è a dir poco ridicola.

Iannillo: Secondo me bisogna incidere su più fronti. Fino a quando non sia garantito il diritto allo studio per tutti il trend continuerà ad essere negativo, inoltre bisogna anche rivalutare il discorso del merito, prima di parlare di merito si deve innanzitutto considerare la condizione iniziale dello studente. C’è anche il problema della politica verso i fuori corso, chi infatti non ha una famiglia che può permettersi di mantenergli gli studi deve cercare un lavoro, ma lavorando rischia di rallentare il proprio percorso e finire fuori corso trovandosi a pagare il doppio delle tasse. Questo è un paradosso inaccettabile.

-        Le università italiane spesso finiscono in basso nei vari ranking internazionali delle agenzie che studiano la qualità degli atenei di tutto il mondo. Dov’è il problema e dove si deve intervenire per migliorare la qualità dell’università italiana?

Ciardulli: Le università italiane devono avere la capacità di fare rete tra di loro. L’università diventa importante quando offre un valore aggiunto, quindi capacità lavorative mediante stage e tirocini retribuiti. Inoltre è anche importante interfacciarsi all’estero, io con gli altri Senatori Accademici abbiamo spinto affinché venissero finanziati generosamente l’Erasmus e il Placement, proprio per creare una rete anche alla S.U.N.

Esposito: Per rendere l’università migliore bisogna che lo Stato investa più risorse nella ricerca, infatti gli atenei vengono giudicati in base alla produzione accademica che la ricerca porta. Se si fa questo l’università italiana può essere competitiva anche in ambito europeo ed internazionale, con il beneficio di non dover più assistere ad una emigrazione degli studenti italiani all’estero ma semmai l’inverso.

Iannillo: Innanzitutto serve che ci sia una precisa volontà politica da parte di chi governa nel valorizzare l’università italiana, visto che ad oggi si è vista l’istruzione solo un bacino dove tagliare e reperire i fondi. Quindi è necessaria una battaglia culturale all’interno del nostro Paese affinché la cultura diventi un tema fondamentale, poi è ovvio che i livelli di finanziamento alla ricerca devono essere in linea alla media europea, visto che ad oggi investiamo il 3% del PIL contro il 5 di media europea.

-        Il CNSU è un organo che può avere un certo peso per quanto riguarda i progetti di finanziamento e di riordino previsti dal Ministero dell’Istruzione. Può quindi diventare una risorsa fondamentale per una riforma vicina alle istanze degli studenti dopo la riforma Gelmini che ha imposto parecchi tagli all’istruzione e alla ricerca?

Ciardulli: Chiunque sarà eletto al CNSU ovviamente si impegnerà per una riforma che preveda più fondi all’università. Questo purtroppo è un periodo di crisi dove sono stati tagliati molti settori e tra questi anche l’università. Io mi impegnerò non solo per avere più fondi ma anche per far in modo che questi fondi vengano spesi in maniera sensata. I fondi dovranno essere canalizzati sulla ricerca, sulle strutture e sulla costituzione di una rete di cui ho parlato prima per il dopo università. Questi per come la vedo io sono i punti su cui più si dovrà battere.

Esposito: Il CNSU può dare voce a chi vive ogni giorno l’università ovvero gli studenti. L’ultima riforma Gelmini ha cambiato solo l’organizzazione che ha riguardato esclusivamente il corpo docente, c’è stato un accanimento nei confronti della struttura organizzativa andando a cambiare i Dipartimenti ed i Corsi di Laurea senza però migliorare effettivamente l’offerta formativa, noi vogliamo cambiare rotta mettendo al centro della nostra azione la qualità della formazione, dell’istruzione e soprattutto dell’accesso allo studio, tema per noi assolutamente prioritario.

Iannillo: Prima cosa dobbiamo misurarci con l’insufficienza del CNSU, che deve essere cambiato altrimenti risulta inutile, deve avere un parere obbligatorio verso i temi universitari. Il CNSU durante la riforma Gelmini espresse parere favorevole perché la maggioranza del Consiglio era di destra e venne usato dal Ministro per dire che gli studenti volevano la riforma mentre la realtà era ben altra. Noi al CNSU in merito di riforma chiederemo immediatamente l’abolizione della legge Gelmini e ci opporremo a qualunque decreto attuativo che verrà presentato.

-        Verso quale direzione le riforme dell’istruzione dovrebbero concentrarsi per indirizzare l’università verso il mondo del lavoro e superare questo baratro che da troppo tempo si allarga? Che ruolo può giocare il CNSU in questa partita?

Ciardulli: Come ho già accennato prima è necessario costruire una rete tra università e aziende per immettere i giovani laureati nel mondo del lavoro. La laurea deve essere un valore aggiunto nei confronti di chi non è laureato. L’università può creare un ponte con le aziende tramite stage formativi, di cui penso che gli studenti siano ben disposti a cogliere l’opportunità per valorizzare il proprio curriculum, ovviamente gli stage dovranno prevedere delle retribuzioni basilari in modo che gli studenti non siano poi sfruttati.

Esposito: Per connettere il mondo dell’università con il mondo del lavoro bisogna fare una cosa molto coraggiosa, ovvero rivedere la formula della laurea 3+2 e soprattutto il modello della laurea magistrale, bisogna ripensare questo modello rifacendoci a quello che succede oggi in Europa dove la laurea magistrale viene chiamata master, con un anno di esami ed un anno di attività lavorativa legata alla pertinenza del campo di studi, in Italia dovrebbe essere così con il primo anno di esami e il secondo anno composto da stage e tirocini mirati e soprattutto formativi.

Iannillo: Prima di tutto penso che l’università non debba strutturarsi in funzione dell’ingresso al mondo del lavoro altrimenti si rischia un inserimento dei privati all’interno dell’università pubblica con il risultato che alcune facoltà con realtà più aziendali ed industriali come farmacia e ingegneria ricevano ingiustamente maggiori fondi rispetto ad altre facoltà. Poi è evidente che va trovata una soluzione per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro per chi esce dall’università, e questo si può fare combattendo con forza la precarietà e attivandosi per l’istituzione di una sorta di reddito di cittadinanza per chi attende di essere assunto.

-       La partecipazione alle elezioni universitarie è spesso molto bassa perché molti studenti le vedono inutili. La maggior parte di loro infatti frequenta l’università semplicemente seguendo i corsi e dando gli esami senza partecipare attivamente alle discussioni e alle problematiche universitarie. Secondo te come si può porre rimedio e coinvolgere gli studenti verso le necessità a loro vicine?

Ciardulli: Secondo me questo è dovuto dal fatto che molte persone vedano la politica come un mondo di favole, nel senso che i candidati spesso fanno promesse che non si realizzeranno mai. La colpa è anche dalla sfiducia verso la politica nazionale e locale. Personalmente però alla S.U.N. vedo che c’è grande attivismo all’interno della politica universitaria visto che abbiamo una delle percentuali più alte con 11mila persone che vengono a votare. Questo per noi è un vanto perché significa che abbiamo dato sempre un motivo agli studenti per venirci a votare.

Esposito: Per riavvicinare gli studenti alla politica universitaria dobbiamo dar loro dei risultati, che non devono essere cose di tutti i giorni come cambiare un appello o rimandare un esame, questo è troppo poco. Bisogna cercare come rappresentati di invogliare gli studenti alla partecipazione di un movimento di cambiamento. Oggi i movimenti di piazza sono finiti nelle piazze, dobbiamo portare concretamente il nostro apporto nelle istituzioni se vogliamo cambiare le cose soprattutto qui al Mezzogiorno, se riusciremo nella nostra battaglia per il diritto allo studio sono sicura che gli studenti si riavvicineranno alla politica universitaria.

Iannillo: Questo è un fenomeno molto più ampio del discorso universitario visto che in Italia abbiamo una crisi della partecipazione politica da parte dei cittadini. All’interno delle università abbiamo il problema che molti sfruttano le elezioni universitarie per fare carrierismo personale o usare organi come il CNSU come trampolino di lancio verso la politica. I rappresentanti devono avvicinare gli studenti all’attivismo universitario altrimenti rimarranno soli ed autoreferenziali. Questa bassa partecipazione può essere spiegata dal fatto che  molti rappresentanti usano la loro posizione di potere per lucrare sui fondi dell’università con progetti inutili, e quindi gli studenti si sentono demotivati nel partecipare quando vedono questi sprechi.

-       Chiudiamo la nostra intervista con un appello. Cosa ti senti di dire agli studenti che ancora non hanno preso posizione per convincerli a votare per te?

Ciardulli: Io credo che chi mi conosce, e chi può chiedere di me in giro, sa quanta passione e quanto impegno ci metto ogni giorno per la politica universitaria. Siamo riusciti ad ottenere grandissimi risultati, siamo forse uno dei pochi atenei in Campania ad avere la mora dilazionata ed il blocco delle tasse per i prossimi tre anni. Io ci ho sempre messo la faccia e il mio impegno per gli studenti e sono soddisfatto di questo.

Esposito: Io chiedo agli studenti di interessarsi attivamente a queste elezioni visto che si andrà a formare la componente giovanile del Ministero dell’Istruzione, quindi i diretti interlocutori del Ministro dell'Istruzione e della Ricerca. Votate con cognizione di causa, leggete attentamente i programmi e andate a votare in totale libertà secondo la vostra coscienza senza influenze esterne.

Iannillo: Io sento di dire che innanzitutto la nostra è una candidatura differente, che nasce dalla mobilitazione delle piazze dove in questi ultimi 3 anni siamo scesi per dire il nostro no alla legge Gelmini, a dire che bisogna aumentare i fondi per le borse di studio e per le mense scolastiche. Vogliamo aggiungere un nuovo strumento alla mobilitazione che sia la rappresentanza all’interno del CNSU per portare in quell’organo il frutto delle nostre manifestazioni a difesa dell’università pubblica e dei diritti degli studenti.


Raffaele Ausiello
Remo Grasso




8 commenti:

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