Mancano ormai pochi giorni
alle consultazioni elettorali per rinnovare il più importante organo di
rappresentanza studentesca nazionale, ovvero il Consiglio Nazionale degli
Studenti Universitari. Conosciamo meglio i candidati Andrea Ciardulli di “Studenti
per le Libertà”, Francesca Esposito della “R.U.N. - Studenti di Sinistra” e
Stefano Iannillo di “Link – Studenti Indipendenti”.
Dove nasce la tua passione politica e come
mai hai deciso di candidarti per un organocosì importante come il Consiglio
Nazionale degli Studenti Universitari?
Ciardulli: La mia passione
politica nasce all’interno dell’università, al secondo anno ho iniziato ad interessarmi
di politica universitaria candidandomi al Consiglio di Facoltà quasi per gioco
non pensando di poter riscuotere tanto consenso, successivamente mi candidai al
Consiglio d’Amministrazione e poi l’anno scorso al Senato Accademico prendendo
quasi 3mila voti. Di questo sono molto contento perché le persone hanno visto
in me una persona di fiducia premiando il mio impegno. Mi sono candidato al
CNSU per rappresentare il mio gruppo di Università Moderata e per portare le
istanze degli studenti della S.U.N. e di tutti gli altri atenei campani e non.
Esposito: Io ho iniziato a fare politica a 14 anni
con i movimenti ambientalisti contro l’inceneritore di Acerra che è la mia
città, poi al liceo ho aderito al sindacato degli studenti dell’UDS ed ho fatto
la rappresentante d’istituto per 3 anni. All’università ho continuato il mio impegno
politico venendo eletta al Consiglio degli Studenti della Federico II di Napoli
nel 2010 e poi nel 2012 al Senato Accademico. Ho fondato un’associazione nella
mia facoltà di Lettere Moderne che si chiama “Nucleo di Lettere e Filosofia”.
Iannillo: Io ho cominciato a fare politica
studentesca dal liceo a 15 anni ad Avellino nel sindacato dell’UDS di cui sono
diventato coordinatore regionale. Finita quell’esperienza ho continuato il
progetto politico al fianco degli studenti, il mio impegno quindi è stato
rivolto naturalmente verso la LINK che insieme all’UDS forma la Rete della
Conoscenza nell’idea di raggruppare gli studenti medi superiori e gli
universitari nell’ottica di risolvere le problematiche dei soggetti in
formazione.
- Quali sono le priorità che giudichi
prioritarie per gli studenti campani che intendi portare al CNSU una volta
eletto?
Ciardulli: Le problematiche degli
studenti sono diverse. Facendo parte degli organi di governo della S.U.N ho
potuto assistere al dimezzamento dei fondi per i dottorati di ricerca, per i
corsi, per i professori a causa della crisi. Inoltre esistono problemi
logistici che affliggono gli studenti che devono muoversi. Per me l’Università
è una fonte di ricchezza per i paesi, quindi mi auspico che i sindaci dei
comuni che ospitano l’Università si attivino per una serie di convenzioni e
agevolazioni agli studenti.
Esposito: Le problematiche ora prioritarie sono
quelle inerenti al diritto allo studio, noi vogliamo una nazionalizzazione del
diritto allo studio visto che ora a base regionale è gestito male. Quest’anno
infatti abbiamo avuto l’aumento della tassa regionale da 60 a 140 euro in
cambio di nessun servizio in più. Nel nostro programma vogliamo ripartire
quindi dai più deboli, da chi si trova ora in difficoltà economiche nell’affrontare
la carriera universitaria.
Iannillo: Per gli studenti campani le
priorità sono quelle legate al diritto allo studio, viviamo in una regione dove
le borse di studio sono finanziate al di sotto del 50%, e quindi diminuiscono i
soggetti beneficiari, rendendo di fatto impossibile l’accesso all’università a
moltissimi ragazzi. Questo comporta una migrazione degli studenti campani fuori
regione a causa della scarsità di servizi legati all’università e l’accessibilità
alle borse di studio che ad esempio in Toscana e in Emilia Romagna è più facile accedervi.
-
Negli ultimi anni abbiamo
assistito ad un drastico calo delle iscrizioni all’università, complice anche
la crisi economica che non permette alle famiglie di sostenere le spese di
rette, tasse e materiale didattico. Come pensi possa essere invertito questo
trend da parte del CNSU per rilanciare e rivalorizzare la formazione
universitaria?
Ciardulli: Questa situazione è
dovuta principalmente alla crisi economica che ha colpito le famiglie a causa
degli elevati costi. Fortunatamente la S.U.N. rispetto ad altri atenei è un’isola
felice grazie alle convenzioni con la mensa con i ticket ADISU che permettono
di avere sconti sul pranzo in base al reddito. Il problema non è nell’offerta
formativa, ma nei costi che gli studenti devono sostenere. Bisogna che sia
ripensato il concetto di borsa di studio che deve essere un incentivo agli
studenti all’inizio del percorso di studi, invece di acquisire il diritto a 25
crediti la borsa di studio deve essere data all’inizio e poi restituita qual’ora
non venga raggiunto l’obbiettivo.
Esposito: Attualmente il CNSU purtroppo è un organo
solo consultivo, quindi innanzitutto bisogna rendere il parere del Consiglio
vincolante e obbligatorio. Una volta ottenuto questo si può anche far in modo
che il CNSU proponga anche delle leggi invece di valutarle soltanto. Così
possiamo fare molto e possiamo anche avviare una collaborazione con il Ministro
affinché il tema dell’accesso allo studio diventi centrale, bisogna infatti
ampliare l’offerta di borse di studio che allo stato attuale è a dir poco ridicola.
Iannillo: Secondo me bisogna incidere su più
fronti. Fino a quando non sia garantito il diritto allo studio per tutti il
trend continuerà ad essere negativo, inoltre bisogna anche rivalutare il
discorso del merito, prima di parlare di merito si deve innanzitutto considerare
la condizione iniziale dello studente. C’è anche il problema della politica
verso i fuori corso, chi infatti non ha una famiglia che può permettersi di
mantenergli gli studi deve cercare un lavoro, ma lavorando rischia di
rallentare il proprio percorso e finire fuori corso trovandosi a pagare il
doppio delle tasse. Questo è un paradosso inaccettabile.
-
Le università italiane
spesso finiscono in basso nei vari ranking internazionali delle agenzie che
studiano la qualità degli atenei di tutto il mondo. Dov’è il problema e dove si
deve intervenire per migliorare la qualità dell’università italiana?
Ciardulli: Le università italiane
devono avere la capacità di fare rete tra di loro. L’università diventa
importante quando offre un valore aggiunto, quindi capacità lavorative mediante
stage e tirocini retribuiti. Inoltre è anche importante interfacciarsi all’estero,
io con gli altri Senatori Accademici abbiamo spinto affinché venissero
finanziati generosamente l’Erasmus e il Placement, proprio per creare una rete
anche alla S.U.N.
Esposito: Per rendere l’università migliore bisogna
che lo Stato investa più risorse nella ricerca, infatti gli atenei vengono
giudicati in base alla produzione accademica che la ricerca porta. Se si fa questo
l’università italiana può essere competitiva anche in ambito europeo ed
internazionale, con il beneficio di non dover più assistere ad una emigrazione
degli studenti italiani all’estero ma semmai l’inverso.
Iannillo: Innanzitutto serve che ci sia una
precisa volontà politica da parte di chi governa nel valorizzare l’università
italiana, visto che ad oggi si è vista l’istruzione solo un bacino dove
tagliare e reperire i fondi. Quindi è necessaria una battaglia culturale all’interno
del nostro Paese affinché la cultura diventi un tema fondamentale, poi è ovvio
che i livelli di finanziamento alla ricerca devono essere in linea alla media europea,
visto che ad oggi investiamo il 3% del PIL contro il 5 di media europea.
- Il CNSU è un organo che può avere un certo peso per quanto riguarda i
progetti di finanziamento e di riordino previsti dal Ministero dell’Istruzione.
Può quindi diventare una risorsa fondamentale per una riforma vicina alle
istanze degli studenti dopo la riforma Gelmini che ha imposto parecchi tagli
all’istruzione e alla ricerca?
Ciardulli: Chiunque sarà eletto al
CNSU ovviamente si impegnerà per una riforma che preveda più fondi all’università.
Questo purtroppo è un periodo di crisi dove sono stati tagliati molti settori e
tra questi anche l’università. Io mi impegnerò non solo per avere più fondi ma
anche per far in modo che questi fondi vengano spesi in maniera sensata. I
fondi dovranno essere canalizzati sulla ricerca, sulle strutture e sulla
costituzione di una rete di cui ho parlato prima per il dopo università. Questi
per come la vedo io sono i punti su cui più si dovrà battere.
Esposito: Il CNSU può dare voce a chi vive ogni giorno l’università ovvero gli
studenti. L’ultima riforma Gelmini ha cambiato solo l’organizzazione che ha
riguardato esclusivamente il corpo docente, c’è stato un accanimento nei confronti della
struttura organizzativa andando a cambiare i Dipartimenti ed i Corsi di Laurea
senza però migliorare effettivamente l’offerta formativa, noi vogliamo cambiare
rotta mettendo al centro della nostra azione la qualità della formazione, dell’istruzione
e soprattutto dell’accesso allo studio, tema per noi assolutamente prioritario.
Iannillo: Prima cosa dobbiamo misurarci con l’insufficienza
del CNSU, che deve essere cambiato altrimenti risulta inutile, deve avere un
parere obbligatorio verso i temi universitari. Il CNSU durante la riforma
Gelmini espresse parere favorevole perché la maggioranza del Consiglio era di
destra e venne usato dal Ministro per dire che gli studenti volevano la riforma
mentre la realtà era ben altra. Noi al CNSU in merito di riforma chiederemo
immediatamente l’abolizione della legge Gelmini e ci opporremo a qualunque decreto
attuativo che verrà presentato.
- Verso quale direzione le
riforme dell’istruzione dovrebbero concentrarsi per indirizzare l’università verso
il mondo del lavoro e superare questo baratro che da troppo tempo si allarga?
Che ruolo può giocare il CNSU in questa partita?
Ciardulli: Come ho già accennato
prima è necessario costruire una rete tra università e aziende per immettere i
giovani laureati nel mondo del lavoro. La laurea deve essere un valore aggiunto
nei confronti di chi non è laureato. L’università può creare un ponte con le
aziende tramite stage formativi, di cui penso che gli studenti siano ben
disposti a cogliere l’opportunità per valorizzare il proprio curriculum,
ovviamente gli stage dovranno prevedere delle retribuzioni basilari in modo che
gli studenti non siano poi sfruttati.
Esposito: Per connettere il mondo dell’università
con il mondo del lavoro bisogna fare una cosa molto coraggiosa, ovvero rivedere
la formula della laurea 3+2 e soprattutto il modello della laurea magistrale,
bisogna ripensare questo modello rifacendoci a quello che succede oggi in
Europa dove la laurea magistrale viene chiamata master, con un anno di esami ed
un anno di attività lavorativa legata alla pertinenza del campo di studi, in
Italia dovrebbe essere così con il primo anno di esami e il secondo anno
composto da stage e tirocini mirati e soprattutto formativi.
Iannillo: Prima di tutto penso che l’università
non debba strutturarsi in funzione dell’ingresso al mondo del lavoro altrimenti
si rischia un inserimento dei privati all’interno dell’università pubblica con
il risultato che alcune facoltà con realtà più aziendali ed industriali come
farmacia e ingegneria ricevano ingiustamente maggiori fondi rispetto ad altre
facoltà. Poi è evidente che va trovata una soluzione per facilitare l’ingresso
nel mondo del lavoro per chi esce dall’università, e questo si può fare
combattendo con forza la precarietà e attivandosi per l’istituzione di una
sorta di reddito di cittadinanza per chi attende di essere assunto.
-
La partecipazione alle elezioni universitarie
è spesso molto bassa perché molti studenti le vedono inutili. La maggior parte
di loro infatti frequenta l’università semplicemente seguendo i corsi e dando
gli esami senza partecipare attivamente alle discussioni e alle problematiche
universitarie. Secondo te come si può porre rimedio e coinvolgere gli studenti
verso le necessità a loro vicine?
Ciardulli: Secondo me questo è
dovuto dal fatto che molte persone vedano la politica come un mondo di favole,
nel senso che i candidati spesso fanno promesse che non si realizzeranno mai.
La colpa è anche dalla sfiducia verso la politica nazionale e locale.
Personalmente però alla S.U.N. vedo che c’è grande attivismo all’interno della
politica universitaria visto che abbiamo una delle percentuali più alte con
11mila persone che vengono a votare. Questo per noi è un vanto perché significa
che abbiamo dato sempre un motivo agli studenti per venirci a votare.
Esposito: Per riavvicinare gli studenti alla
politica universitaria dobbiamo dar loro dei risultati, che non devono essere
cose di tutti i giorni come cambiare un appello o rimandare un esame, questo è
troppo poco. Bisogna cercare come rappresentati di invogliare gli studenti alla
partecipazione di un movimento di cambiamento. Oggi i movimenti di piazza sono
finiti nelle piazze, dobbiamo portare concretamente il nostro apporto nelle
istituzioni se vogliamo cambiare le cose soprattutto qui al Mezzogiorno, se
riusciremo nella nostra battaglia per il diritto allo studio sono sicura che
gli studenti si riavvicineranno alla politica universitaria.
Iannillo: Questo è un fenomeno molto più
ampio del discorso universitario visto che in Italia abbiamo una crisi della
partecipazione politica da parte dei cittadini. All’interno delle università
abbiamo il problema che molti sfruttano le elezioni universitarie per fare
carrierismo personale o usare organi come il CNSU come trampolino di lancio
verso la politica. I rappresentanti devono avvicinare gli studenti all’attivismo
universitario altrimenti rimarranno soli ed autoreferenziali. Questa bassa partecipazione può essere spiegata dal fatto che molti rappresentanti usano la loro posizione di potere per
lucrare sui fondi dell’università con progetti inutili, e quindi gli studenti
si sentono demotivati nel partecipare quando vedono questi sprechi.
-
Chiudiamo la nostra intervista con un
appello. Cosa ti senti di dire agli studenti che ancora non hanno preso
posizione per convincerli a votare per te?
Ciardulli: Io credo che chi mi
conosce, e chi può chiedere di me in giro, sa quanta passione e quanto impegno
ci metto ogni giorno per la politica universitaria. Siamo riusciti ad ottenere
grandissimi risultati, siamo forse uno dei pochi atenei in Campania ad avere
la mora dilazionata ed il blocco delle tasse per i prossimi tre anni. Io ci ho
sempre messo la faccia e il mio impegno per gli studenti e sono soddisfatto di
questo.
Esposito: Io chiedo agli studenti di interessarsi
attivamente a queste elezioni visto che si andrà a formare la componente
giovanile del Ministero dell’Istruzione, quindi i diretti interlocutori del
Ministro dell'Istruzione e della Ricerca. Votate con cognizione di causa, leggete attentamente i programmi e
andate a votare in totale libertà secondo la vostra coscienza senza influenze esterne.
Raffaele Ausiello
Remo Grasso
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