Urla che rompono il silenzio
Tre ragazze, ritrovate dopo 10 anni.
Cleveland (Ohio, Usa), 7 mag. Sono state trovate insieme in una casa, tre donne scomparse circa 10 anni fa in episodi separati.
Le protagoniste sono Amanda Berry, Gina DeJesus e Michelle Knight,
rapite tutte quando erano adolescenti.Per il caso sono stati arrestati
tre fratelli: uno di loro, 52 anni, viveva nella casa; gli altri due, di
50 e 54 anni, vivevano altrove.
Come è accaduto altre volte, l’America torna a essere scossa dall’ ennesima storia di violenza “della porta accanto”.
Dopo anni , lunedì pomeriggio il silenzio si è rotto con le urla di una
donna e di un bimbo. La donna urlava tanto forte da attrarre
l’attenzione. Poco lontano un vicino si è accorto di lei e subito ha
pensato a un caso di violenza domestica.
Il vicino di casa si è avvicinato alla porta sfondandola, facendo uscire una delle ragazze la quale ha telefonato subito alla polizia raccontando di essere scomparsa
dieci anni prima e continuando che all'interno della casa si
trovavano anche altre due ragazze scomparse.
L’Fbi parla della fine di un incubo ma tutti ancora si chiedono com' è
potuto accadere che un rapimento durato 10 anni sia stato tenuto segreto
non in una sperduta casa di campagna, ma a un passo da altre abitazioni, senza che nessuno abbia mai avuto alcun
minimo sospetto.
L'opinione pubblica ricalca anche sul perché le donne non hanno abbiano mai tentato di uscire dalla casa.
La spiegazione maggiormente condivisa è che esisterebbe un meccanismo psicologico
che convincerebbe la persona reclusa a sottomettersi al proprio
carceriere nella speranza di ottenere un giorno la salvezza: si parla
della sindrome di Stoccolma.
Questa particolare sindrome si sviluppa con il passare del tempo: più la vittima viene tenuta segregata, più inizia a
sentire la propria vita direttamente dipendente dal carnefice e, convincendosi di poter evitare la morte, sviluppa un meccanismo
psicologico di totale attaccamento verso il carceriere.
La vittima si persuade di comprendere le motivazioni per cui il sequestratore agisce, arrivando persino a
tollerare, senza troppa fatica le sue violenze, in quanto basate su
solide ragioni.
Insomma, per garantirsi la grazia, la vittima elimina inconsapevolmente
dalla sua mente il rancore nei suoi confronti. In questa condizione il
rapitore avrebbe meno motivi per scatenare la sua violenza contro la
vittima.
Ma qualunque sia il motivo per cui le ragazze non siano riuscite a
scappare in tutto questo tempo, ci si chiede se saranno capaci di
formare una famiglia senza il timore di poter perdere i propri figli, e
se mai riusciranno a tornare a vivere un' esistenza in cui paure e
insicurezze non invadano costantemente le loro menti e i loro cuori.
Paola Iaia
Fonte foto:
La Presse
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