venerdì 28 febbraio 2014

Dalla obiezione di coscienza alla nascita del Servizio Civile Nazionale

 Dalla obiezione di coscienza alla nascita del Servizio Civile Nazionale

Dall’Unità d’Italia fino alla  Seconda Guerra Mondiale, i casi di obiezione di coscienza appaiono più unici che rari. Troviamo il caso di Luigi Luè di S. Colombano al Lambro giovane Milanese, di professione zoccolaio che nel 1917 si rifiutò di combattere al fronte e fu condannato a sette anni di reclusione. Come lui anche Giovanni Gagliardi, giovane  Piacentino prima Ateo poi convertito alla religione Cristiana Evangelica, reclusione ed internamento in manicomio, e poi il caso di Remigio Cuminetti, testimone di Geova, che si rifiutò di portare le stelle sulla divisa e di andare al fronte, fu anch'egli imprigionato ed internato in  manicomio. Nel 1940, ancora vigente il regime fascista, 26 Testimoni di Geova furono processati e condannati perché rifiutarono l'obbligo militare.
Solo dopo ulteriori casi di obiezione , si iniziano a formare i primi "piccoli"  movimenti non armati e non violenti. Cosi piccoli che non ebbero un gran rilievo nella lotta non armata e non violenta.
I primi due casi di Obiezione di Coscienza nell'Italia del dopoguerra che si verificano durante la discussione e  l'approvazione della Costituzione, sono quelli di Rodrigo Castiello pentecostale, ed Enrico Ceroni testimone di Geova.Entrambi obiettori di coscienza di matrice religiosa, Castiello  in seguito fu prosciolto grazie all’amnistia mentre Ceroni dopo aver svolto regolarmente diversi compiti al Centro di addestramento, si rifiutò di scrivere “la bandiera è sacra”, sostituendo la frase con “secondo la Sacra Scrittura nessuna bandiera è sacra”, rifiutando le stelle sulla divisa, ebbe una reclusione di  cinque mesi e venti giorni.
Intanto Aldo Capitini  filosofo,politico,antifascista ed educatore perugino, chiamato il  "Gandhi Italiano", iniziò ad agitare le acque con il "pensiero non violento" attraverso il Movimento di Religione da lui fondato insieme a  Ferdinando Tartaglia. Capitini divide l'Italia in due, con il movimento organizza una serie di convegni divulgando azioni non violente e promuovendo l' obiezione di coscienza. Fu cosi che nell'estate del 1948 in un articolo  intitolato "L'opposizione alla guerra" propose di  “sollecitare una legge per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza”, e di “mettere allo studio l’istituzione di un servizio civile di lavoro a fianco del servizio militare per cui i giovani chiamati possano scegliere”.
Con l'avvento della Repubblica e con l'approvazione della Costituzione Italiana nel 1947 entrata in vigore poi nel 1948, inizia il dibattito sull'articolo 11 che sancisce: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" e sull'articolo  52  il quale sancisce  che  "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici."
I due articoli sono tra di loro discordanti per il semplice fatto che l'art. 11 afferma che “L'Italia ripudia la guerra” ma con l'art. 52 “Il cittadino è costretto ad indossare la divisa e a non poter obiettare”. Questo però non basta.
Il giovane ferrarese Pietro Pinna impiegato di banca, alla fine del 1948  fu chiamato alle armi, ma essendo diventato antimilitarista  ed influenzato dal pensiero di Aldo Capitini (al quale partecipa ad un convegno a Ferrara, decise di rifiutare di prestare il servizio militare),rifiuta la divisa venendo processato per disobbedianza dal tribunale militare di Torino nell'agosto del  1949 con condanna a 10 mesi di detensione.
Pietro Pinna è il primo caso  di obiezione di coscienza e diventa il primo caso di processo penale per il rifiuto della divisa, dopo l'entrata in vigore della Costituzione. In seguito subisce  altri processi, un'altra condanna a  8 mesi di reclusione , fino al definitivo congedo per una presunta "nevrosi cardiaca".  In seguito divenne uno dei più stretti collaboratori di Capitini.
Intanto Di Vittorio leader della CGIL, inaugura forme originali di lotta non violenta quali lo "Sciopero alla rovescia" consistente nel lavorare per opere di pubblica necessità e nel chiedere di ottenere il pagamento. L'azione  viene intrapresa da disoccupati e operai, ed inoltre  dai contadini che marciano sulle terre incolte dei latifondi , picchettano i terreni per indicarne la presa di possesso e cominciano ad ararle e a seminarle. Il governo a guida DC, invece di attuare la Costituzione, si attiva per la difesa delle proprietà dei latifondisti e manda i carabinieri che in varie occasioni sparano sui contadini. Lo "sciopero alla rovescia" al momento non funziona.
Nel 1949 viene presentato il primo progetto di legge per il riconoscimento giuridico dell’obiezione, a firma del Deputato Calosso (PSI) ripreso poi nel 57' e 62' da  Giordani (DC), entrambi i progetti però non vanno in porto.
Dopo l'arresto di Pinna, Capitini promuove molte attività per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza, convocando a Roma nel 1950 il primo convegno italiano sul tema dell'obiezione e nel 1952 fonda il primo Centro per la nonviolenza. Nel 1950 Elevoine Santi, studente di architettura, viene arrestato per obiezione di coscienza. Egli si sacrifica volutamente ritenendo che la presenza di un obiettore in carcere potesse aiutare l'approvazione di una legge sull'obiezione di coscienza. Ma una legge "reale e consistente" è ancora lontana. Nel 1954 Franco Alasia, un operaio di una fabbrica milanese, si rifiuta di fresare un coperchietto per strumenti bellici, pagando con il licenziamento l'affermazione della propria coscienza. Dagli anni 50 ai 60 molti altri giovani si dichiararono obiettori di coscienza soprattutto per motivi religiosi e  finalmente anche  alcuni cattolici presero posizione sul tema.
Nel 1955 Don Primo Mazzalari scrive il libro “Tu non uccidere”, l'opera composta da 112 pagine racconta non solo come la religione cristiana attraverso le sacre scritture, usa il divieto delle armi e quindi l'obiezione alla  guerra, ma anche riflessioni e punti cardini della politica di quei tempi:”La non-violenza non va confusa con la non-resistenza”.
Nel 1956 Danilo Dolci organizza un nuovo "sciopero alla rovescia" insieme a centinaia di disoccupati siciliani per riattivare una trazzera intransitabile. Due anni più tardi la tecnica viene adottata da tremila braccianti a Enna per iniziare la costruzione di una diga. Questa volta lo “sciopero alla rovescia” finalmente inizia a produrre i primi frutti.
Tra il 1946 e il 1959 ci furono 179 giovani Testimoni di Geova che rifiutarono di indossare la divisa militare. Nel 1961 Capitini e Pinna organizzano la prima Marcia per la Pace nel 1961 con un corteo nonviolento che si snoda per le strade che da Perugia portano verso Assisi, una marcia tuttora proposta con cadenza annuale dalle associazioni e dai movimenti per rivendicare i valori di pace e nonviolenza. In questa occasione viene per la prima volta utilizzata la Bandiera della Pace, simbolo dell'opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
Nel novembre 1961 l'allora Sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, autorizzò la proiezione del film "Non uccidere" del regista francese Claude Autant-Lara. Il film narrava di un giovane francese che si rifiutò di indossare la divisa militare perché cattolico. Poiché il film esaltava la figura di un giovane obiettore, la commissione ministeriale sulla censura vi aveva rintracciato il reato di istigazione a delinquere e lo escluse dalle sale cinematografiche. Tale censura suscitò l'indignazione dell'ora deputato Sandro Pertini  e di altri socialisti, il quale presentarono un'interrogazione parlamentare. Ma il sindaco La Pira proiettò il film anche se censurato invitando tutti a visionarlo. Ma non fu solo l'Italia a censurare quel film, anche la Francia e a seguito altre Nazioni ne vietarono la riproduzione. Addirittura il regista fu costretto a girare tutto l'intero film in Jugoslavia, perché nessuno voleva autorizzarne le riprese. Un semplice film diventa rapidamente un caso  internazionale. La Francia dopo un lungo  dibattito suscitato proprio dalla pellicola, approva una legge che riconosce l'obiezione di coscienza. In questo modo la Francia diventa il primo paese in Europa ad avere questo tipo di legislazione.
Nel 1962 Giuseppe Gozzini e Padre Ernesto Balducci si schierarono apertamente a favore dell'obiezione di coscienza per motivi religiosi. Due anni dopo sarà don Lorenzo Milani a prendere le difese degli Obiettori di Coscienza. Gozzini venne processato e condannato, Balducci e Milano furono processati per apologia di reato ma poi assolti. Sono i primi  due  casi di ecclesiastici  che si battono per gli obiettori.

Nel 1968 un terribile terremoto distrugge la valle del Belice in Sicilia. I terremotati presiedono  Montecitorio. Il Parlamento approva in tempi brevi una legge sulla ricostruzione, legge che però non viene applicata e gli abitanti del Belice avviano alcune forme di disobbedienza civile, fra cui il rifiuto del servizio di leva. Disobbedienza che verrà poi accettata tant'è che vengono esonerati dal servizio militare per potersi dedicare alla ricostruzione dei paesi distrutti.
Nel 1969 si costituisce la Lega per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza (a cui aderirono numerosi gruppi e movimenti nonviolenti, organismi religiosi, le ACLI ed esponenti qualificati di partiti di sinistra e di centro).
Arrivano gli anni 70 e in Italia iniziano i cosiddetti "Anni di piombo ". Nonostante le lotte, le stragi, le guerre al fronte, gli obiettori di coscienza non solo crescono considerevolmente, ma inizia il sistema di  raggruppamento, ovvero si iniziarono a fare obiezioni collettive e non più singole, e non più per motivi religiosi ma per motivi politici. Sono anni di estrema tensione, tutti i movimenti ed associazioni si uniscono per essere “liberi”. Ci sono voluti più di un milione di obiettori processati davanti ai tribunali militari per resistenza alla leva, per diserzione e per altri reati connessi ad esso tra casi religiosi e casi politici, più di 150 condanne definitive per arrivare finalmente, nel  1972  ad approvare la prima legge in materia di obiezione di coscienza, legge n.772. proposta da  Anderlini  insieme ai colleghi democristiani Giovanni Marcora e Carlo Fracanzani che dava il diritto all'obiezione e al servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici. La legge n. 772 permise agli obiettori di scegliere il servizio civile sostitutivo obbligatorio, di durata di 8 mesi superiore alla durata del servizio che si sarebbe dovuto svolgere (all'epoca 15 mesi per l'esercito, ridottisi successivamente a 12 ed infine a 10 nel 1997, 22 per la Marina Militare, ridottisi poi a 18). Solo nel 1977 furono emanate, con Decreto del presidente della Repubblica ,le norme di attuazione della Legge 772. Nasce cosi il servizio civile.
Nel 1973 per iniziativa del Partito Radicale  viene fondata la Lega degli obiettori di coscienza (LOC), sostenuta da Pietro Pinna divenuto fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento, del Senatore Luigi Anderlini e da Giorgio Peyrot, esponente del Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR) che  iniziò la campagna nazionale della LOC (Lega Obiettori di Coscienza), che invitava a restituire i congedi al Presidente della Repubblica per protestare contro la corsa agli armamenti.
Mentre il Parlamento non riesce ad approvare la nuova riforma della legge n. 772, la Corte Costituzionale cambia scenari, e intercede su di essa per ben otto volte, tra il 1985 e il 1997, con altrettante sentenze per dichiarare l’incostituzionalità  di quella legge.
Le tre sentenze più significative sono:
-         La prima sentenza riconosce la pari dignità tra il servizio militare e il servizio civile: entrambi i servizi, sono modi diversi per soddisfare il dovere di difesa della patria
-         La seconda sentenza , sancisce che l’obiettore in servizio civile non è assoggettabile alla giurisdizione militare, bensì a quella ordinaria, in quanto l’obiettore ammesso al servizio civile perde lo status di militare.
-         La terza sentenza  dichiarò incostituzionale il principio secondo il quale gli obiettori di coscienza devono prestare un servizio sostitutivo civile più lungo di otto mesi rispetto al periodo del servizio militare. Grazie a questa sentenza il servizio civile dura quanto il servizio militare, cioè 12 mesi (dagli inizi del 1997, 10 mesi).

Il 1 febbraio del 1992 il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, rinvia la legge alle Camere accompagnandola con un lungo messaggio nel quale spiega i motivi per cui non promulga la legge e, il giorno dopo, scioglie il Parlamento. Ci sono voluti così altri sei anni perché la riforma della 772/72 divenisse legge, difatti,nel 1998 con la legge  n. 230, abrogando la precedente legge n. 772, si riconobbe compiutamente per la prima volta il diritto all'obiezione di coscienza.
L'obiezione diventa un diritto del cittadino e non una concessione dello Stato.
Nel 1995 la riforma della Legge n.230  venne approvata dal Senato, ma non dalla Camera dei Deputati. La riforma si blocca nuovamente e la gestione del Servizio Civile  continuò in modo approssimativo.
Solo alla fine del 1999,  viene emanato il regolamento di organizzazione dell’Ufficio Nazionale Servizio Civile, mentre a luglio dello stesso anno il ministero della Difesa blocca le assegnazioni di nuovi obiettori per mancanza di fondi e il governo è costretto a settembre a stanziare d’urgenza nuove risorse. Dopo quasi un anno di iter, nel 2000 il Parlamento approva la legge n. 331 che reca “Norme per l’istituzione del servizio militare professionale”, stabilendo la fine della leva obbligatoria a partire dal 2007. Nel frattempo, il Parlamento discute un altro disegno di legge collegato con la sospensione della leva militare e che approva definitivamente agli inizi del 2001 dove si può rifiutare la leva per motivi di studio. Il 20 dicembre 2001 si apre una nuova pagina del servizio civile in Italia. Il servizio civile  apre le porte  anche alle ragazze. Dal 1 gennaio 2005 il servizio civile diventa  volontario,viene esteso ai ragazzi e alle ragazze di età compresa tra i 18 e i 28 anni . Con il 2005 inizia a pieno regime la storia del Servizio Civile Nazionale.


Don Lorenzo Milani: "L'obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni."

Marianna Tescione



lunedì 24 febbraio 2014

NON E’ UN PAESE PER GIOVANI!

NON E’ UN PAESE PER GIOVANI! Calo delle nascite in Italia.

Sarà colpa della crisi, sia economica che di valori, o sarà perché i tempi son cambiati nel bene e nel male, fatto sta che in Italia le nascite di bambini sono ferme, il cosiddetto fenomeno della nascita zero. Nel 2013 uno studio ISTAT dimostra che ci sono stati circa sessanta parti in meno rispetto al precedente anno, questo dato è mitigato anche grazie alle nascite di figli di immigrati. Ciò può essere dovuto a molti cambiamenti avvenuti nel tempo: ad esempio prima le famiglie erano numerose, ossia composte da tanti figli perché erano destinati a coltivare i campi assieme ai genitori oppure a combattere in guerra, ora invece se ne mettono al mondo uno o al massimo due; il ruolo dei figli che prima obbedivano seduta stante al volere dei genitori senza avere una propria ambizione mentre attualmente hanno più voce in capitolo per quanto riguarda il loro futuro; le madri che prima avevano l’esclusivo compito di “angelo del focolaio” mentre oggi conciliano spesso questo ruolo con quello di lavoratrice. C’è anche un’altra ipotesi da considerare: al giorno d’oggi crescere un figlio comporta delle spese non indifferenti a partire dal latte in polvere ed omogeneizzati che in passato non venivano utilizzati per lo svezzamento, per non parlare del vestiario e l’ istruzione a partire dall’asilo nido fino alla scuola secondaria superiore oppure fino all’università. Dopo che i ragazzi hanno finito gli studi iniziano a cercare un lavoro per poter essere autosufficienti ed iniziano così  la trafila di tirocini e stage gratuiti che dovrebbe servire loro a fare esperienza ed accrescere il curriculum vitae, a seguire vi sono assunzioni con vari tipi di contratti a scadenza non sempre rinnovabili automaticamente. Con queste prospettive è difficile che i giovani riescano a mettere su famiglia soprattutto perché impossibilitati a sostenere spese nel lungo periodo quali il mutuo o le rate di un finanziamento oppure ci riescono solo grazie all’aiuto dei propri genitori che li sostengono sotto tutti i punti di vista. Poi mancano le politiche del Welfare che dovrebbero incentivare i consumi e ridurre le differenze sociali all’interno di una popolazione.In controtendenza aumentano il numero delle persone anziane e della loro aspettativa di vita, ossia il numero medio di anni: dai 64-70 nel dopoguerra fino agli attuali 80 ed abbiamo anche alcuni casi di persone ultracentenarie. Ciò significa che la vita col tempo migliora perché si trovano rimedi a malanni che prima mietevano vittime.


Nonostante le difficoltà che si vivono  in questo periodo, i giovani non si devono arrendere ma perseverare a raggiungere i propri sogni perché: ”Non può piovere per sempre”, infatti nel dopoguerra c’è stato un periodo chiamato “boom economico” con la quale molte persone potevano acquistare beni di consumo di vario genere  grazie all’agiatezza in cui si viveva e poi come ci  insegna il ciclo economico  in un paese si alternano fasi di espansione a quelli di contrazione.

Sandra Barbaro

giovedì 20 febbraio 2014

La favola di Kevin Grow: quando la passione è più forte di ogni barriera

La favola di Kevin Grow: quando la passione è più forte di ogni barriera.

La Benaslem High School è un liceo americano come tanti, uno di quelli che si vedono spesso nei telefilm e nelle sit-com della Fox girate oltreoceano, e come ogni liceo che si rispetti, ha una propria formazione di pallacanestro che gioca nei campionati riservati alle scuole superiori. Siamo nel finale di stagione, ormai il risultato è acquisito, e così l’allenatore della squadra decide di realizzare il piccolo desiderio di un ragazzo un po’ speciale, Kevin Grow, studente di 18 anni affetto dalla trisomia 21, più conosciuta come sindrome di Down con un sogno nel cassetto: giocare una partita di basket nel campionato insieme ai suoi compagni.

Kevin è emozionatissimo quando il coach gli comunica che sarà della partita; parte nel quintetto iniziale. Al salto a due della contesa iniziale i compagni gli passano la palla mentre gli avversari sportivamente decidono di non difendere e così il ragazzo riesce a realizzare anche il suo primo canestro in una gara ufficiale, mentre tutto il pubblico lo applaude. Tutto bello, tutto commovente, ma la partita non è ancora finita, e quello che succede nel secondo tempo ha dell’incredibile; azione di gioco, Kevin è in campo, il play gli passa ancora una volta il pallone, va in palleggio, all’improvviso si arresta dietro la linea dei tre punti, c’è spazio, Kevin non ci pensa nemmeno un momento, si alza e fa partire il tiro. Canestro. Pubblico impazzito di gioia.

Ora per i non esperti della pallacanestro è necessaria una piccola spiegazione prima di proseguire nella lettura: realizzare un canestro da tre punti non è una cosa impossibile, ma nemmeno una sciocchezza, richiede comunque coordinazione, precisione e potenza nello stesso momento, ma non sono rari i casi in cui chi realizza non ha la minima idea di come ci sia riuscito, e personalmente ne ho visti parecchi avendo arbitrato più di trecento partite nella mia vita. Tutto riconducibile alla fortuna e alla magia del momento quindi? Può essere, l’avranno pensato in molti dopo quell’incredibile tiro, ma fortunatamente per loro non avevano ancora visto nulla, perché Kevin, in piena trance agonistica infilerà altre due triple nel corso della stessa partita, di cui una allo scadere sulla sirena finale, festeggiato come un campione dai compagni di squadra.

Il video della sua performance fa il giro del mondo pubblicato dai maggiori siti d’informazione sportiva, probabilmente perché nessuno ha mai visto un ragazzino affetto da una sindrome profondamente limitante sia a livello psichico che a livello fisico come la sindrome di Down riuscire a realizzare tre canestri da tre punti in un’unica partita, impresa impegnativa anche per un’atleta normodotato, impensabile quindi per un ragazzo come Grow.

L’incredibile favola di Kevin ha un epilogo finale davvero magico, nel mondo della pallacanestro made in U.S.A., sport seguitissimo ed amatissimo dal grande pubblico al pari, e forse anche di più, del calcio in Europa o in Sud America, l’insegnamento di Kevin, della sua passione e della sua determinazione che l’ha portato ad ottenere un risultato impensabile per chiunque affetto dalla sua stessa sindrome, è stato premiato da Sam Hinkie, GM della famosa franchigia NBA dei Philadelphia 76ers, squadra di cui Kevin è tifoso sfegatato, che ha fatto vivere un vero e proprio sogno al giovane offrendogli un contratto di due giorni tra i professionisti che gli ha permesso di allenarsi con la squadra e prendere parte alla partita di campionato contro i Cleveland Cavaliers scendendo sul parquet con i campioni del cuore durante l'inno nazionale e di assistere dalla panchina al match insieme alle stelle della squadra come fosse uno di loro.


Poco importa se alla fine i 76ers perderanno la partita, in una stagione tra l'altro davvero deludente; Kevin è riuscito a vincere la sua, dimostrando a tutti che nessun traguardo è precluso se si ha forza di volontà, coraggio e una smisurata passione indispensabile per il raggiungimento dei propri sogni. 

Raffaele Ausiello

Qui il video dell'incredibile prestazione di Kevin: Video


martedì 18 febbraio 2014

Perché Sanremo è Sanremo! Stasera prende il via la celebre kermesse canora!

Perché Sanremo è Sanremo! Stasera prende il via la celebre kermesse canora!

Quest’anno, come ogni anno, si terrà la celebre manifestazione canora, arrivata alla 64°edizione, del Festival di Sanremo, in cui si celebra la canzone italiana; inizierà il 18 febbraio e verrà condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Quest’evento avrà luogo nel teatro Ariston e verrà trasmesso in prima serata in diretta su Rai 1 in eurovisione. Il format consiste in esibizioni di canzoni italiane inedite nell’arco di cinque serate, si alterneranno serate in cui cantano personaggi famosi del panorama musicale, il  c.d. Sanremo Big, e quelle in cui si esibiscono cantanti esordienti meno noti al grande pubblico ma non per questo meno bravi dei veterani, il c.d. Sanremo Giovani; questa categoria infatti è spesso trampolino di lancio per molti artisti, come è stato in passato per Laura Pausini, Arisa e Paola e Chiara, per citarne alcuni. Nella prima serata si esibiranno i primi sette big in gara, ossia: Arisa, Frankie HI-NRG MC, Antonella Ruggiero, Raphael Gualazzi e Bloody Betroots, Cristiano De Andrè , Perturbazione e Giusi Ferreri, come ospiti avremo: Laetitia Casta, Raffaella Carrà, Yussuf Cat Steven e Luciano Ligabue che si esibirà con un omaggio a Fabrizio De Andrè e verranno presentati gli artisti della categoria giovani. Nella seconda serata verranno presentati gli altri big in gara, ossia : Francesco Renga, Giuliano Palma, Noemi, Renzo Rubino, Ron, Riccardo Sinigallia e Francesco Sarcina, come ospiti avremo: Claudio Baglioni, il cantautore canadese Rufus Wainwright, Franca Valeri e Claudio Santamaria e si esibiranno la prima metà degli artisti giovani in gara. Nel corso della terza serata verrà aperto il televoto che andrà a costituire la classifica provvisoria per le canzoni in gara ed influirà per il 25% nella graduatoria finale di sabato, si esibiranno inoltre la seconda metà dei giovani in gara, gli ospiti saranno: Renzo Arbore, il cantante irlandese Damien Rice, l’astronauta Luca Parmitano, e l’Orchestra Filarmonica del Teatro “La Fenice” che eseguirà un commosso omaggio al maestro Claudio Abbado. Nella quarta serata tutti i big canteranno dei celebri brani che hanno fatto la storia della musica italiana, si esibiranno i cantanti della categoria giovani rimasti e ne verrà deciso il vincitore attraverso la votazione composta sia dalla giuria di qualità sia dal televoto, gli ospiti della serata saranno: Gino Paoli, Paolo Nutini, Luca Zingaretti ed Enrico Brignano. Nell’ultima serata si esibiranno i big  sottoposti al  televoto i cui i risultati si sommeranno alla classifica di giovedì ed a quello della giuria di qualità da cui saranno selezioni i tre più votati che andranno a formare il terzetto in lista per diventare il nuovo vincitore di Sanremo di quest’anno,che inoltre rappresenterà l’Italia all’Eurofestival, assieme al secondo e terzo classificato a cui verranno conferiti vari premi tra cui il Premio della Critica, del Miglior Testo ed il Miglior Arrangiamento, gli ospiti della serata finale saranno: Maurizio Crozza, Luciano Ligabue ed il cantautore belga Stromae. Spesso il Festival di Sanremo è oggetto di polemica a causa di varie scelte, a volte poco ortodosse, del conduttore e del direttore artistico dell’evento come invitare ospiti discutibili, Maurizio Crozza su tutti, nel selezionare gli artisti che si esibiranno o meno in gara e gli ingaggi da capogiro che percepiranno.

Nonostante questo Sanremo è una manifestazione che persiste da molti anni, che ha subito cambiamenti notevoli nel corso dei vari anni, ma rimarrà comunque uno dei massimi orgogli italiani anche oggetto costante di numerose critiche che puntualmente ogni anno gli piovono addosso.

Sandra Barbaro


lunedì 10 febbraio 2014

Come evitare le truffe: consigli pratici

Come evitare le truffe: consigli pratici

‘Ennesima truffa a danno di una pensionata nel napoletano: il truffatore si è camuffato nelle vesti di un medico dell’Inps spillando all’anziana una somma di circa 1000 euro per il buon esito della pratica di accompagnamento.’

Parete- Le truffe riguardano un po’ tutti e non solo gli anziani o un determinato territorio ed ecco che l’Amministrazione Comunale  con la collaborazione del  Comitato Pensionati e della Stazione Carabinieri di Parete hanno invitato tutti i cittadini a partecipare all’incontro Come evitare le truffe: consigli pratici.L’incontro si è aperto con i saluti dell’Assessore alle Politiche Sociali Prof. Marilena D’Angiolella invitando i cittadini a partecipare nuovamente all’incontro che si terrà il prossimo 21 febbraio 2014 sempre presso la Biblioteca Comunale del Comune di Parete con il Direttore della Posta locale per affrontare il problema del sovraffollamento all’ufficio postale soprattutto nei giorni di ritiro pensioni e dei possibili rimedi e portando i saluti del Sindaco Arch. Raffaele Vitalee scusando la sua inevitabile assenza. L’Assessore ha, poi, presentato il Maresciallo Vincenzo Pulicani, il quale ha esposto con chiarezza il problema sociale che coinvolge tutta la società. Il Maresciallo Pulicani ha elencato vari tipi di truffe: da quelle porta a porta, a quella dell’ENEL, della Telecom, del borseggio, delle pentole… L’anziano resta la persona più a rischio perché agisce in buona fede di fronte al truffatore ma ciò non toglie che tutti siamo esposti. Truffe sono anche quelle dei falsi operatori delle Forze dell’Ordine, delle banche o delle Poste e come ha ribadito il Maresciallo nessun operatore bancario o postale ci assiste a domicilio e nessun operatore delle Forze dell’Ordine ci arriva a casa senza l’autovettura istituzionale. Psicologicamente, il truffatore non è una persona violenta, quindi se non è capace di convincere dovrebbe allontanarsi, senza usare violenza. Eventualmente si dovrebbe concedere del denaro meglio utilizzare assegni, bonifici bancari…per avere la garanzia della tracciabilità in caso di truffa. Così, come la clonazione delle carte di credito si potrebbe evitare utilizzandole sempre allo stesso sportello. Non esiste un sistema chiaro di prevenzione ma piccoli accorgimenti possono evitare gravi danni, quali evitare di fornire dati personali, numero di carta di credito, così come nessun appartenente alle Forze dell’Ordine verrebbe mai a riscuotere le multe a domicilio. L’Assessore D’Angiolella, a conclusione, ha ribadito l’importanza di denunciare le truffe e avere il coraggio di farlo per crescere come cittadini e comunità e contattare i Carabinieri.

L’evento si è concluso con alcune testimonianze di truffe subìte degli appartenenti al Comitato Pensionati e di altri presenti, degustando una cioccolata calda e pasticcini e ridandosi appuntamento per il prossimo incontro del 21 febbraio 2014 sempre presso la Biblioteca Comunale di Parete.

Caterina Corsica


ULTIM’ORA: Pubblicato il bando di selezioni per le attività Part-Time riservato agli studenti della SUN

ULTIM’ORA: Pubblicato il bando di selezioni per le attività Part-Time riservato agli studenti della SUN

È di pochi minuti fa la notizia della pubblicazione del bando di selezione riservato agli studenti della S.U.N., per le attività di collaborazione part-time retribuite. Per il nostro Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet” sono stati messi a disposizione 7 posti così ripartiti: 3 posti per attività tecniche di collaborazione connesse alla predisposizione di attività didattiche pratico-applicative, supporto alle attività di orientamento di Ateneo e dei singoli Dipartimenti ed eventuali Scuole ad essi collegate, nonché supporto alla realizzazione del Progetto Socrates/Erasmus; 3 posti per attività di supporto per la Ripartizione Studenti e per gli uffici ad essa afferenti, da svolgere presso la Segreteria Studenti; 1 posto per attività di collaborazione per la predisposizione di sussidi informatici e didattici destinati a studenti con disabilità.
I candidati interessati potranno fare domanda esclusivamente tramite procedura on-line al sito partime.unina2.it a partire da oggi 10 febbraio fino alla mezzanotte del giorno 10 marzo.

Potranno fare richiesta esclusivamente gli studenti “in corso” iscritti ai corsi di laurea triennali dal secondo anno in poi o dal primo anno dei corsi di laurea magistrale che avranno conseguito, al 31 dicembre 2013, la metà dei crediti formativi (CFU) riferiti al piano di studi in corso, che non si trovano nella posizione di “ripetenti” o “fuori corso” e che non abbiano un ISEEU relativo al proprio nucleo familiare, riferito per l’anno 2011, superiore a 35.500 euro. Saranno esclusi inoltre chi ha già conseguito diplomi di laurea di livello pari o superiore a quello in corso per l’anno 2012/2013, che hanno incarichi di collaborazioni con le ADISU o che abbiano già usufruito dello stesso tipo di collaborazioni in passato.

Le graduatorie verranno stilate in base alle percentuali in centesimi dei crediti ottenuti nell’anno solare 2013 rispetto a quelli previsti nel piano di studi e della valutazione media degli esami sostenuti nel suddetto anno. A parità di punteggio prevarrà lo studente con dichiarazione ISEEU più bassa e, in caso di ulteriore parità, di età anagrafica più bassa.


Il corrispettivo per lo svolgimento dell’attività è stabilito in 9 euro per ciascuna ora di collaborazione. 

Qui è possibile scaricare il bando ufficiale: Bando



giovedì 6 febbraio 2014

Boss in fuga in concomitanza dell'approvazione del Decreto "Svuotacarceri"

Boss in fuga in concomitanza dell'approvazione del Decreto "Svuotacarceri"
Umanità e sicurezza possono e devono convivere.



I boss in fuga ora sono due, lo Stato beffato dalla Mafia appena dopo l’approvazione del decreto “svuotacarceri”. L’evasione dell’ergastolano Domenico Cutrì e del boss della ‘ndrangheta Saverio “Saro” Mammoliti  arrivano come un fulmine a ciel sereno su politica e magistratura.  Prevedibili infatti, ma non giustificabili, sono le reazioni di chi adesso invoca celle sbarrate e inasprimenti di pena. Giustificabili invece sono le preoccupazioni per le evidenti falle nel sistema giudiziario. Intanto quello che dovrebbe vedersi solo nei telefilm, è accaduto , purtroppo, anche nella realtà. L’altro giorno infatti, l’ergastolano Domenico Cutrì è evaso dal penitenziario di Gallarate mediante un assalto alla polizia penitenziaria, tipico da set cinematografico, dove in seguito ad una sparatoria ha perso la vita il fratello. Cutrì doveva rispondere dell’omicidio di un polacco 22enne che sarebbe stato ucciso per motivi passionali. Ritenuto un soggetto molto pericoloso, i pm stanno cercando di chiudere le indagini e catturare l’uomo che sarebbe armato e scortato, in poche ore. Si cercano anche il fratello minore e il padre del Cutrì.
Saro Mammoliti è un ex ‘ndranghetista, collaboratore di giustizia che dopo la condanna a 13 anni e 10 mesi per le intimidazioni ai danni della Cooperativa Valle del Marro, è fuggito dalla casa di Tivoli dove viveva. Da collaboratore a latitante, ha effettuato un vero e proprio trasloco, portando con sé mobili e suppellettili e lasciando anche un biglietto: “me ne vado perché la condanna è stata un’ingiustizia”. Scacco matto della Mafia allo Stato che perde ancora una volta su un terreno fertile come quello criminale; le evasioni dei boss calabresi, vanno ad unirsi alle minacce di Cosa Nostra in un’unica e sola offensiva ai danni dello Stato, ma, in particolare ai danni delle Istituzioni. Parliamo di Totò Riina, indiscusso capo di Cosa Nostra, che nonostante sia in regime di 41 bis, lancia minacce di morte ai PM di Palermo; e di Matteo Messina Denaro, latitante da anni, che manda messaggi di morte ai PM di Trapani. Allora, se da un lato bisogna garantire carceri umane per tutti, violenti compresi, dall’altro, bisogna garantire il rispetto delle norme, tutelare i cittadini, in particolare chi sceglie di denunciare i criminali perché c’è  chi teme un’uscita in massa di grandi mafiosi e malavitosi, timore rafforzato dalle due grandi evasioni. Il decreto approvato ieri sera va a dare non solo risposta alle contestazioni europee ma anche ai provvedimenti-tampone effettuati in precedenza. Conosciamo meglio questo decreto:

LE NOVITA’ DELLO “ SVUOTACARCERI”
Ecco che cosa prevede il decreto, dall'affidamento in prova agli sconti per i detenuti più meritevoli, dagli incentivi per usare i braccialetti elettronici all'espulsione degli stranieri ristretti in carcere. Sono alcune delle novità che si introducono con il decreto "svuotacarceri". Il provvedimento prevede anche più diritti per i detenuti, in particolare con l'istituzione della figura del Garante:

Braccialetti elettronici
Gli strumenti elettronici di controllo saranno la regola, non più l'eccezione. Nel disporre i domiciliari, il giudice li prescrive solo se necessari; dovrà prescriverli in ogni caso, a meno che non ne escluda la necessità. Si rovescia cioè l'onere motivazionale, con l'obiettivo di assicurare un controllo più costante e capillare senza ulteriore aggravio per le forze di polizia.

Piccolo spaccio
L'attenuante di "lieve entità" nel delitto di detenzione e cessione illecita di stupefacenti diventa reato autonomo. Per il piccolo spaccio, in altri termini, niente più bilanciamento delle circostanze, con il rischio che l'equivalenza con le aggravanti come la recidiva porti a pene sproporzionate. Viene anche meno il divieto di disporre per più di due volte l'affidamento terapeutico al servizio sociale dei condannati tossico/alcool dipendenti. Ai minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio sono applicabili le misure cautelari con invio in comunità.

Affidamento in prova
Si spinge fino a quattro anni il limite di pena che consente l'affidamento in prova ai servizi sociali, ma su presupposti più gravosi rispetto all'ipotesi ordinaria che resta tarata sui tre anni. Si rafforzano inoltre i poteri d'urgenza del magistrato di sorveglianza.
Liberazione anticipata speciale
In via temporanea sale da 45 a 75 giorni a semestre la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. L'ulteriore "sconto", che comunque non vale in caso di affidamento in prova e detenzione domiciliare, è tuttavia applicato in seguito a valutazione sulla "meritevolezza" del beneficio. Sono in ogni caso esclusi i condannati di mafia o per altri gravi delitti.

Detenzione domiciliare
Acquista carattere permanente la disposizione che consente di scontare presso il domicilio la pena detentiva non superiore a diciotto mesi. Restano ferme, peraltro, le esclusioni già previste per i delitti gravi o per altre particolari circostanze.
Espulsione detenuti stranieri
E' ampliato il campo dell'espulsione come misura alternativa alla detenzione. Non solo vi rientra lo straniero che debba scontare due anni di pena, ma anche chi è condannato per un delitto previsto dal testo unico sull'immigrazione purché la pena prevista non sia superiore nel massimo a due anni e chi è condannato per rapina o estorsione aggravate. Oltre a meglio delineare i diversi ruoli del direttore del carcere, questore e magistrato di sorveglianza, viene velocizzata già dall'ingresso in carcere la procedura di identificazione per rendere effettiva l'esecuzione dell'espulsione.

Garante dei detenuti
Presso il ministero della Giustizia è istituito il Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Un collegio di tre membri, scelti tra esperti indipendenti, che resteranno in carica per cinque anni non prorogabili. Compito del Garante nazionale è vigilare sul rispetto dei diritti umani nelle carceri e nei Cie. Può liberamente accedere in qualunque struttura, chiedere informazioni e documenti, formulare specifiche raccomandazioni all'amministrazione penitenziaria. Ogni anno il Garante trasmette al Parlamento una relazione sull'attività svolta.

Reclami e diritti
Si va dall'ampliamento della platea di destinatari dei reclami in via amministrativa a maggiori garanzie giurisdizionali nel reclamo davanti al giudice contro sanzioni disciplinari o inosservanze che pregiudichino diritti. In particolare, è prevista una procedura specifica a garanzia dell'ottemperanza alle decisioni del magistrato di sorveglianza da parte dell'amministrazione penitenziaria.


Un detenuto recuperato è un Criminale in meno. Umanità e Sicurezza possono e devono convivere.

Alice Buonanno

ANMIL: Quando la disabilità apre nuovi orizzonti

ANMIL
Quando la disabilità apre nuovi orizzonti



Cos’è l’ANMIL e qual è la sua missione ?
L’ANMIL fu fondata a Milano nel 1933, ma a causa delle leggi fasciste subì uno scioglimento e di conseguenza con la caduta del regime dittatoriale fu rifondata a Roma nel 1943.  Da quasi 70 anni opera in Italia con personalità giuridica riconosciuta ed è stata eretta come ente morale. Diventa   ente pubblico, posto sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale e retta da uno statuto approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1961, n.127, su proposta del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze.Nel 1982, la Sezione controllo enti della Corte dei conti le riconosce l'attività di rappresentanza e tutela delle categorie e dal 2003 diventa ANMIL Onlus. E’ soprattutto un'Associazione al servizio di tutti gli italiani per contribuire a creare la mentalità giusta affinché i valori del lavoro, in generale, siano al primo posto dell'agenda quotidiana della politica, della scienza, della cultura, della medicina e di tutte le nostre attività di ogni giorno. Del resto il significato del lavoro è tra quelli che la Costituzione collega direttamente alla nostra democrazia, fondando su di esso questa nostra Repubblica: esiste una dimensione etica irrinunciabile per tutti gli italiani, che deriva e procede da un lavoro onesto, dignitoso e sicuro, senza rischi per la salute e per la vita stessa.Nell’attuale contesto economico e sociale, derivante da una crisi economica e politica che perdura ormai da alcuni anni, l’ANMIL assume un ruolo di difesa nei confronti di un sistema di Welfare che sembra essere oggi sotto attaccoper valutare gli effetti dei futuri provvedimenti sul sistema di tutela degli invalidi del lavoro ed individuare possibili spazi di intervento sulle tematiche classiche della piattaforma rivendicativa ANMIL.

Cosa rivendica l’ANMIL?
Tra le tante battaglie rivendica:
ü La definitiva abolizione del divieto di cumulo tra le prestazioni liquidate dall’INPS a seguito di infortunio o malattia professionale e la rendita INAIL che ha per oggetto lo stesso evento invalidante, fino a concorrenza della rendita stessa.      
ü Il recupero nell’ambito del sistema generale dell’adeguamento Istat del valore punto del danno biologico.
ü La necessità di una riflessione sull’inadeguatezza della normativa in tema di assistenza personale continuativa.
ü La polarizzazione delle battaglie per la tutela della specificità degli invalidi del lavoro su sanità e riabilitazione di vita in modo che essi possano averle in modo “privilegiato” per le conseguenze dirette, averle e averle comunque gratis od a costi congrui a carico dell’assicurazione pubblica anche per la tutela dello stato di salute generale comunque compromesso dalla disabilità.
ü L’inserimento nel Testo Unico Infortuni dell’assistenza psicologica per chi è vittima di un incidente sul lavoro, come parte integrante del complesso delle prestazioni sanitarie garantite agli infortunati.
ü Il superamento di alcune criticità manifestate dalla legge 68/1999 in tema dicollocamento mirato, tra cui ilgrado minimo di invalidità che dà titolo alla iscrizione nelle liste di collocamento mirato, grado che è rimasto immodificato dopo la riforma del decreto 38 del 2000 e della doppia valutazione che ancora viene richiesta all’infortunato per accedere alle prestazioni economiche da un lato e all’iscrizione nelle liste protette dall’altro.
ü Lo sblocco dei Fondi previsti all’art. 4 comma 6 della legge 68/99, finalizzati in parte alla riqualificazione professionale degli invalidi del lavoro, attualmente giacenti presso il Ministero dell’Economia che non ha mai provveduto alla suddivisione sulle Regioni.
ü Con riferimento alle particolari esigenze della categoria dei grandi invalidi, la realizzazione di servizi garantiti per quanto riguarda le esigenze di: cure sanitarie, rieducative e palliative; fornitura di protesi ed interventi per il superamento delle barriere architettoniche; assistenza domiciliare con integrato apporto al ruolo delle famiglie; sostegno psicologico, sociale e professionale.
ü Il complessivo adeguamento della tutela per i rischi professionali delle donne lavoratrici alle specificità di genere.

Quando la disabilità apre nuovi orizzonti. Bruno Ventura, invalido sul lavoro e la sua carica nell’ANMIL.

Nel settembre 2010 il Presidente provinciale dell’ANMIL di Caserta, Saverio Cantile, coadiuvato dal Consigliere provinciale Luigi Capoluogo, dal Responsabile di Caserta Gabriele Vincenti e dalla dipendente Rosa Piccirillo, hanno proclamato all’unanimità, Bruno Ventura, un giovane invalido del lavoro di Piedimonte Matese, Responsabile della Delegazione ANMIL “Alto Casertano”,necessario punto di riferimento per i tanti associati dei comuni di Piedimonte Matese, Alife, Alvignano, Baia e Latina, Castel del Matese, Gioia Sannitica, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, S.Gregorio Matese, S.Potito Sannitico e S.Angelo d’Alife. Dal 25 gennaio c.a., Bruno Ventura, ricopre anche il ruolo di Consigliere provinciale della sede di Caserta e Delegato al Congresso nazionale che si terrà in Sardegna il prossimo mese di marzo per rinnovare le cariche, come da statuto dell’associazione a livello nazionale e nella sua cittadina ricopre un ruolo di vice Presidente della Consulta del sociale, una branca associativa che raggruppa varie associazioni iscritte all’albo del comune.  

Caterina Corsica

martedì 4 febbraio 2014

Il Presidente della Repubblica Italiana

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA: Diritti e Doveri di questa istituzione

In seguito ad un referendum avvenuto nel 2 giugno del 1946 in cui il popolo italiano, appena uscito da una guerra, doveva scegliere come propria forma di stato tra la MONARCHIA e la REPUBBLICA, gli italianipreferirono “lasciare la via vecchia per quella nuova”, mandando in esilio i propri sovrani. Questo referendum viene ricordato anche perché in tale occasione le donne per la prima volta furono ammesse al voto, il c.d. “suffragio universale”, successivamente venne eletta un’Assemblea Costituente che redisse il testo della Costituzione Italiana ed elesse il Capo Provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola.Da allora sono stati eletti undici presidenti e sono :

·        Enrico De Nicola
·        Luigi Einaudi
·        Giovanni Gronchi
·        Antonio Segni
·        Giuseppe Saragat
·        Giovanni Leone
·        Sandro Pertini
·        Francesco Cossiga
·        Oscar Luigi Scalfaro
·        Carlo Azeglio Ciampi
·        Giorgio Napolitano.

Ancora oggi è poco chiaro il ruolo del Presidente della Repubblica Italiana. Egli rappresenta l’unità nazionale ed è garante della Costituzione, è a capo del Consiglio Superiore della Magistratura, ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio Supremo di Difesa, nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di quest’ultimo i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, nomina i senatori a vita, ha il potere di sciogliere le Camere, dopo aver sentito i pareri dei Presidenti delle due Camere, ed indirne le elezioni tranne negli ultimi sei mesi del suo mandato denominato anche  semestre bianco,può inviare messaggi alle Camere, può indire il referendum abrogativo e costituzionale, può concedere la Grazia e commutare le pene, promulga le leggi approvate in Parlamento, può dichiarare lo Stato di Guerra deliberato dalle Camere. Il suo ruolo è al di sopra dei tre poteri fondamentali ossia quello legislativo, esecutivo e giudiziario, egli è AL DI SOPRA DELLE PARTI e non svolge funzione attiva nell’indirizzo politico del Paese. Egli viene eletto dal Parlamento in seduta comune, tramite lo scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea nelle prime tre votazioni, solo dal quarto è sufficiente la MAGGIORANZA ASSOLUTA,  ossia la metà più uno. Il candidato deve avere seguenti requisiti: può essere eletto Presidente della Repubblica qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquant’anni e che goda di diritti civili e politici. Una volta eletto il nuovo Presidente egli deve giurare fedeltà alla Costituzione davanti al Parlamento in seduta comune, il suo mandato dura sette anni ma può essere rieletto una sola volta, scaduto il suo incarico diventa automaticamente senatore a vita, egli non è responsabile delle sue funzioni ma può essere messo in stato d’accusa per ALTO TRADIMENTO ED ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE, Art. 90 Cost., che avviene davanti al Parlamento in seduta comune e successivamente giudicato davanti alla Corte costituzionale che deciderà con sentenza non soggetta a gravamento, a meno che dopo la condanna non emergano nuovi fatti tali da far riaprire un altro procedimento davanti alla Corte stessa.
 Il Presidente della Repubblica Italiana nasce dalle lotte partigiane che si opponevano alla guerra ed al regime dittatoriale instaurato grazie alla debolezza della monarchia, egli ha diversi poteri rispetto ai suoi colleghi europei e di altre nazionalità perché la nostra storia è ben diversa dalle altre ed la storia è un’ottima maestra di vita.

Sandra Barbaro


lunedì 3 febbraio 2014

Parliamo di Economia: intervista al Professore Antonio Lopes

Parliamo di Economia: intervista al Professore Antonio Lopes

Riportiamo di seguito una breve intervista al professor Antonio Lopes, docente di Economia Politica della nostra facoltà, condotta da Francesco Iannone.


F.I: La crisi globale, partita dal fallimento della Lehman Brothers Holdings Inc; non sembra ancora superata e suoi effetti continuano ad  imporre politiche di austerità. 
Un suo autorevole parere offrirebbe a noi studenti un punto di vista privilegiato, rispetto a chi deve attenersi all'informazione generalizzata dei telegiornali e degli altri mezzi d'informazione. 



A.L:  Per quanto riguarda l’attuale crisi economica nella quale l’Europa si dibatte e che, a mio avviso, è ben lungi dall’essere superata, si può dire che non si riscontra alcun cambio di impostazione della politica economica né in Italia né, ed è quello che conta maggiormente, in sede di istituzioni europee.
In estrema sintesi in Italia e in Europa attualmente ci troviamo di fronte ad una significativa caduta della domanda aggregata, a sua volta ulteriormente aggravata da politiche fiscali restrittive (riduzioni di spesa pubblica e aumenti di tasse) adottate simultaneamente da tutti i paesi dell’area dell’euro. In una situazione del genere crollano i redditi e quindi crollano i consumi delle famiglie. Contemporaneamente le imprese riducono i propri investimenti perché si ritrovano con un eccesso di capacità produttiva non utilizzata. Tutto questo si traduce in una contrazione dell’occupazione.
Sarebbe necessario un drastico cambio di rotta da parte della politica fiscale dei paesi più importanti dell’Eurozona (Germania in testa) i quali dovrebbero adottare una politica fiscale più espansiva (più spesa pubblica e meno tasse). Così facendo i paesi europei più forti aumenterebbero i loro consumi e quindi anche le loro importazioni dai paesi periferici (tra cui l’Italia). Questo significa che paesi come l’Italia potrebbero espandere le loro esportazioni verso i paesi europei più importanti e riavviare, per questa via, l’economia e quindi l’occupazione. L’altra strada da percorrere dovrebbe essere quella di allentare i vincoli europei sui bilanci pubblici dei singoli paesi dell’eurozona; per esempio consentire di superare il tetto del 3% sul PIL dei disavanzi pubblici per la spesa pubblica destinata agli investimenti in infrastrutture (opere pubbliche, trasporti) o per Ricerca e Sviluppo.
Non mi sembra di cogliere nulla di tutto questo, per cui non credo che la situazione sia destinata a migliorare significativamente soprattutto sotto il profilo dell’occupazione.


F.I: Quant'è importante per uno Stato investire sull'istruzione e sulla ricerca? 

Lei che ha modo di confrontarsi con realtà di tutto il mondo, ci faccia capire la differenza del nostro sistema universitario rispetto a quello lungimirante delle altre nazioni. 
Un ateneo che pensa solo ad attrarre studenti, e dunque risorse, senza investire nella ricerca, non è solo una specie di liceo avanzato? 



A.L: Se si analizza lo sviluppo economico dei principali paesi nel lungo periodo (ossia su un arco temporale di 30 o 40 anni) ci si rende conto che il principale fattore è rappresentato dagli investimenti in conoscenza. La conoscenza è alla base della ricerca scientifica. La ricerca scientifica si traduce (non immediatamente) in innovazione tecnologica che le imprese utilizzano sia per introdurre nuovi prodotti sul mercato (pensate all’introduzione dei personal computer o dei telefonini) o nuove tecniche con cui produrre beni già esistenti (si pensi ai processi di automatizzazione adottati da molte imprese).
Se non c’è innovazione tecnologica il settore industriale di un paese perde progressivamente competitività sui mercati internazionali e si riducono progressivamente le prospettive di crescita per le generazioni future. Se si analizza la situazione del nostro paese si vede che  abbiamo progressivamente abbandonato molti settori nei quali occupavamo una posizione importante negli anni ‘60 e ‘70 (Settore chimico, nucleare, informatico, biotecnologie) per concentrarci sempre di più nei settori tradizionali (Tessile, abbigliamento, agroalimentare, mobilio). In questi settori il progresso tecnologico è molto più limitato e ci si deve confrontare con paesi che sono più competitivi solo sotto il profilo del costo del lavoro. La conseguenza è che in questi settori l’Italia, non potendo competere sui costi, è costretta a ridurre il costo del lavoro e/o a decentrare la produzione in paesi in cui tali condizioni sono verificate.
Scontiamo l’assenza di una politica industriale che da oltre un ventennio non ha affrontato le questioni degli investimenti in settori avanzati e, conseguentemente, ha trascurato anche di destinare risorse crescenti nella sede principale in cui si fa ricerca, ossia l’università.
L’Italia è agli ultimi posti delle classifiche internazionali per investimenti in ricerca e sviluppo; ha uno dei più bassi rapporti tra ricercatori e occupati e uno dei più bassi livelli di spesa per istruzione superiore per studente del mondo.
Il paradosso di tutto questo è che, nonostante tutto, ad un esame più attento e meno condizionato da molti luoghi comuni che si leggono su certa pseudo stampa, il livello qualitativo dell’università italiana è tutt'altro che basso. La prova di ciò è rappresentata dalla quota crescente di giovani con elevata formazione che ormai lasciano il nostro paese per trovare una degna collocazione lavorativa all'estero, per non parlare di ricercatori che si formano in Italia e insegnano all'estero.
Se non si invertono che tendenze, il declino del nostro paese è destinato a continuare.



F.I: Si sente tanto parlare di Signoraggio bancario, c'è da credere a queste teorie? 

Vorrei che commentasse questo video che ha reso famoso il personaggio televisivo Adam Kadmon 


A.L: Le questioni poste nel video mi sembrano un guazzabuglio in cui si mettono insieme tante cose con una tendenza “complottistica” che lascia il tempo che trova. Volendo restare con i piedi per terra quello che si può dire è che non può esserci sviluppo economico se non c’è anche un sistema finanziario attraverso il quale il risparmio viene incanalato verso gli investimenti produttivi. Naturalmente la finanza non fa solo questo;  ma il problema nasce, a mio avviso, quando il sistema di regole che disciplina il funzionamento dei mercati finanziari viene meno o si rivela inadeguato, come si è verificato negli Stati Uniti e non solo nel corso degli ultimi venti anni. E’ compito della politica riuscire a regolamentare i mercati e a imporre il rispetto delle regole. Purtroppo il vero problema è l’assenza di un progetto politico che si faccia carico di questi problemi.



F.I: Se il secolo scorso è stato il secolo degli Stati Uniti d’America, quello in corso sembra essere il secolo dove l'economia portante sarà quella asiatica.

Come vede questo mutamento? 



A.L: È ovviamente difficile fare delle previsioni, tuttavia credo che gli Stati Uniti continueranno ancora ad esercitare una forte leadership a livello mondiale rispetto ai cosiddetti paesi “emergenti”. Per quanto indeboliti gli Stati Uniti continuano ancora ad essere un riferimento sia sotto il profilo economico (si pensi alle nuove tecnologie nel campo della “green economy”) che finanziario (il dollaro continua a essere considerata valuta di riserva). Inoltre dal punto di vista politico e sociale, per quanto discutibili possano essere le istituzioni e la società USA, al loro interno vi sono comunque delle forze che premono per dei cambiamenti importanti (si pensi alle questioni della diseguaglianza e alle lotte per i diritti delle minoranze). Non mi sembra che, da tutti questi punti di vista, paesi come la Cina, l’India o la Russia possano rappresentare dei contraltari rilevanti. Certamente sono paesi che hanno sperimentato negli ultimi anni uno sviluppo economico tumultuoso, ma questa crescita economica ha determinato una serie di squilibri rilevanti al loro interno (basti pensare agli squilibri territoriali in Cina fra le aree costiere e le zone interne); inoltre in tutti questi paesi lo sviluppo economico ha portato alla ribalta nuovi ceti sociali che premono per avere anche un riconoscimento politico e questo quindi imporrà prima o poi una messa in discussione del quadro politico e dei regimi al potere. Tenete anche conto che in tutti questi paesi la legittimazione delle classi dirigenti si basa sulla capacità di riuscire a mantenere alti tassi di crescita economica e di distribuire i benefici che ne derivano a quote crescenti di popolazione. Se questo processo si interrompe o rallenta la stabilità politica di questi paesi potrebbe essere seriamente compromessa.



Ringraziamo vivamente il professor Lopes per averci dedicato del tempo, sperando che le sue esaustive risposte abbiano chiarito molti aspetti in un campo molto controverso in cui districarsi e spesso informazioni fuorvianti di blog su internet di sedicenti economisti contribuiscono ad alimentare confusione e disinformazione dilagante.

Francesco Iannone