ESCLUSIVA
THE MONNET POST – INTERVISTA AL PROF. GIUSEPPE PAOLISSO, CANDIDATO AL RETTORATO
DELLA S.U.N.
Professore,
innanzitutto cosa l’ha spinta a candidarsi per il Rettorato della Seconda
Università degli Studi di Napoli?
Mi ha spinto a
candidarmi il desiderio di portare avanti un lavoro che il Professor Rossi ha
già svolto egregiamente, un lavoro improntato prevalentemente sulle tematiche del
merito e sullo sviluppo del nostro Ateneo.
Secondo
lei cosa dovrebbe cambiare in un nuovo rettorato rispetto alla gestione del
Professor Rossi?
La gestione del
Professor Rossi è stata sicuramente valida, in linea con i suoi principi e modi
che conosco da molto tempo essendo stato Preside della Facoltà di Medicina e avendoci lavorato a stretto contatto. È chiaro
che il mio programma è in continuità con il suo operato, che è un operato di
valorizzazione dell’Ateneo a livello regionale e nazionale, ma che potrebbe
avere delle diversità in relazione al cambio di persone e quindi a modus
operandi differenti.
In
questi ultimi mesi abbiamo assistito al dibattito tra i vertici della SUN e gli
amministratori locali come il Sindaco di Caserta ed il Presidente della
Provincia di Caserta sul cambiare o meno la denominazione dell’Ateneo da
“Seconda Università degli Studi di Napoli” a “Università di Caserta” o
“Università di Terra di Lavoro”. Lei cosa ne pensa?
Io penso che l’Ateneo
debba radicarsi profondamente nel territorio casertano, soprattutto a ridosso
del completamento del Policlinico di Caserta dove dovranno essere dislocate la
maggior parte, se non tutte, delle strutture cliniche universitarie presenti
oggi a Napoli. La mia intenzione inoltre è quella di spostare il Rettorato e la
Direzione Generale in un unico edificio sempre nel comprensorio casertano.
Appare ovvio quindi auspicare ad un cambio di denominazione dell’Ateneo in
favore del territorio che ospita la maggior parte dei Dipartimenti , ma starà
agli organi collegiali decidere in merito, io mi rifarò non alla mia idea ma
alle decisioni del Consiglio D’Amministrazione, del Senato e del Consiglio dei
Direttori di Dipartimento che prenderanno in merito.
In
riferimento al Policlinico di Caserta da lei precedentemente citato, quali
pensa possano essere i termini di completamento della struttura e della sua
inaugurazione e se si riuscirà a rispettare i tempi indicati dal Professor
Rossi ovvero a cavallo tra il 2016 ed il 2017.
Sul Policlinico si deve
considerare che solo la parte strutturale è completa al 75%, mancano ancora gli
impianti e, una volta completati, bisognerà acquisire fondi per l’acquisto di
attrezzature, mobilio e per pagare eventuali contenziosi aperti con la ditta
che precedentemente era incaricata dei lavori, contenziosi di cui non entro nel
merito di chi abbia ragione o meno ma che comunque possono incidere
pesantemente visto che ci sono in ballo all’incirca 60 milioni di euro. Certo è
che il mio obbiettivo primario sarà quello di spingere affinché il Policlinico
sia completato nel più breve tempo possibile e con esso siano trasferite tutte
le strutture cliniche presenti oggi a Napoli. Non è facile pensare al 2017 come
anno di completamento definitivo in quanto in campo edilizio bastano dei lievi
mutamenti per allungare i tempi dei lavori, ma sicuramente farò quanto è in mio
potere, se dovessi essere eletto, affinché il Policlinico sia ultimato quanto
prima possibile in quanto è un obiettivo primario per lo sviluppo dell’intero
Ateneo.
Secondo
lei cosa si dovrà fare in futuro per invogliare quanto più possibile gli
studenti in uscita dalle scuole superiori ad iscriversi alla S.U.N. e orientarli
al meglio nella scelta del piano di studi più adatto alle proprie capacità?
Il problema
dell’orientamento non è di facile risoluzione, in quanto molto spesso gli
stessi studenti sono disorientati sul proprio futuro e si iscrivono
all’università come ultima spiaggia senza considerare lo sbocco futuro nel
mondo del lavoro. È necessario quindi capire non solo come orientare al meglio
nella scelta della facoltà ma anche sui reali collegamenti che questa può avere
con il mondo del lavoro. Per questo nel mio programma ho inserito l’istituzione
di una sorta di osservatorio sulla didattica che sia in grado non solo di
valutare la qualità della didattica, per quello abbiamo già i nuclei di
valutazione, ma di capire quanto la nostra offerta formativa possa essere
congeniale agli studenti per penetrare nel mondo del lavoro una volta ultimati
gli studi.
Purtroppo
in Campania solo il 27% degli aventi diritto riesce ad ottenere una borsa di
studio, percentuale tra le più basse in Italia. Cosa può fare il nuovo Rettore
al fine di ottenere di più?
Bisogna considerare che
il Rettore non è una figura politica come il Presidente della Giunta Regionale
o l’Assessore all’Università, però certamente il Rettore può interagire con
quelli che sono gli organi tecnici della Regione Campania affinché lì dove sono
individuati dei risparmi questi poi possano essere poi reinvestiti in attività
a favore degli studenti. Ovviamente non si potrà andare da questi organi
pretendendo più risorse e basta, bisognerà essere in grado di preparare dei
progetti su finalità ben chiare, di concerto con gli altri Atenei Campani in
modo da lavorare in maniera coesa al fine di ottenere vantaggi per tutti i
ragazzi iscritti alle università campane. Io sono pronto ad investire il mio
tempo e le mie conoscenze per proporre delle riflessioni serie al riguardo.
I
Poli della Seconda Università degli Studi di Napoli dislocati sul territorio
casertano sono spesso delle entità a se stanti senza collegamenti con le città
che li ospitano. Lei cosa pensa di fare al riguardo al fine di migliorare la
qualità della vita delle migliaia di universitari che popolano i dipartimenti
casertani?
Sicuramente il Rettore
deve avere l’obbligo, quantomeno morale, di dialogare con gli amministratori
del territorio al fine di stabilire una comunione di intenti, da un lato utile
per tracciare una migliore visione dell’università ed una maggiore attrattività
dei percorsi di studio delle facoltà, soprattutto per quanto riguarda quelli
destinati agli studenti lavoratori che devono essere rivisti, dall’altro in
modo da creare con gli enti pubblici e con le associazioni presenti sul
territorio delle occasioni per gli studenti così come succede in tante altre
città in Italia e all’estero.
Nonostante
la Seconda Università degli Studi di Napoli risulti spesso, nelle classifiche
di qualità degli atenei stilate dal Sole 24 Ore ogni anno, più in alto rispetto
ad altri atenei campani come la Federico II o l’Orientale, molte volte veniamo
snobbati dagli studenti come se anche il nostro nome ci penalizzasse in qualche
modo. Lei cosa pensa si possa fare affinché questo non accada più?
Innanzitutto dobbiamo
considerare che il Professor Rossi ha fatto un gradissimo lavoro per dare
dignità al nostro ateneo e per portarlo ai massimi livelli in Italia. Sicuramente
si può fare di più per divulgare le nostre attività ed i nostri risultati
accademici avvalendoci dei media e della stampa, al fine di promuovere la
nostra immagine. Questo è proprio quello che ci differenzia ancora dagli altri
atenei napoletani e campani in generale, non la qualità del nostro operato ma
la comunicazione della qualità del nostro operato. Migliorando questo
sicuramente migliorerà la nostra reputazione e la nostra immagine che hanno di
noi gli studenti.
Raffaele Ausiello
P.S: Rimaniamo a disposizione anche degli altri candidati al Rettorato della S.U.N. che ad oggi ancora non ci hanno dato risposta in merito al nostro invito per un'intervista.
Nessun commento:
Posta un commento