Yvan Sagnet, “Ama il tuo sogno”. Vita e rivolta nella terra dell’oro rosso.
di Francesca Mastrogiacomo
Si è tenuta presso la Sala conferenze della biblioteca diocesana di Caserta la presentazione del libro “Ama il tuo sogno. Vita e rivolta nella terra dell’oro rosso” di Yvan Sagnet.
Sono intervenuti Padre Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S.Pietro” e Marco Rossi, ufficio di comunicazione ISSR “S. Pietro”, che hanno illustrato brevemente l’attuale legislazione in materia di immigrazione.
Yvan viene dal Camerun, ha 27 anni, la pelle molto scura e con lineamenti meno marcati rispetto ai suoi compatrioti. Si è appena laureato al Politecnico di Torino ed è da lì che parte la sua storia, fatta di difficoltà ma soprattutto di tenacia e coraggio:
“Grazie ad una borsa di studio, ho potuto frequentare il Politecnico di Torino, ma a causa di un esame andato male, la borsa mi è stata revocata. Così, su consiglio di un amico, ho iniziato a lavorare come bracciante nella campagna salentina ed è lì che ho visto realmente come vengono trattati i lavoratori immigrati. In generale il lavoro degli immigrati funziona come una transumanza che parte dal casertano, arriva in Puglia per la raccolta degli ortaggi, in Sicilia e in Calabria per gli agrumi e i pomodori pachino, in Piemonte e nel Veneto per le mele. Al nord, invece, gli immigrati sono impiegati principalmente nell’edilizia. Il guadagno giornaliero è di circa 20-25 euro, dai quali vanno sottratti i costi per mangiare, dormire, andare al campo e curarsi nel caso ci si faccia male. Tutti costi che vanno ai caporali. Si dorme in bivacchi di fortuna e su materassi comprati da altri lavoratori.”
“È per questo che io ed altri lavoratori,” continua Yvan, “abbiamo iniziato a scioperare. Per giorni abbiamo bloccato la masseria impedendo ai caporali di entrare. Gli effetti sono stati grandiosi: la raccolta si è bloccata al punto che i caporali ci hanno pregato di raccogliere i loro prodotti che altrimenti sarebbero andati persi.”
Nel raccontare il suo viaggio nel mondo del lavoro agricolo italiano, Yvan ha sottolineato quanto siano poco tutelati i diritti del lavoratori immigrati, che sono una grande risorsa economica, senza la quale l’Italia andrebbe in malora. Le amministrazioni locali sono dormienti e tutto è fermo come ad essere abituati all’ illegalità.
Successivamente a questo grande sciopero, è stata emanata una legge che vieta il caporalato, ma che, sottolinea Yvan Sagnet, non è sufficiente. “Le leggi ci sono, non c’è necessità di farne altre, bisogna solo farle rispettare e soprattutto, colpire tanto i caporali quanto i datori di lavoro, che sono i veri mandanti di questi crimini contro i diritti dei braccianti”.
Ora Yvan è laureato, fa il sindacalista e gira l’Italia per diffondere la sua testimonianza e cioè che insieme si può combattere l’illegalità.
Di seguito il link al video di Yvan Sagnet al programma “Quello che non ho”, nel quale racconta la sua esperienza.
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