In cammino verso i palazzi
del potere : gli europei si ribellano all’ Europa.
GERMANIA- Tutto è cominciato
venerdì, a Francoforte, ed è proseguito per tre giorni. Un corteo di 2500
persone, si è diretto verso la Banca Centrale Europea (BCE),per protestare
contro le politiche di austerity e contro gli attori finanziari colpevoli di
aver generato la crisi. Da tutta l’ Europa hanno risposto all’appello del
cartello Bloccupy Frankfurt che per il secondo anno consecutivo ha costruito la
mobilitazione nella cittadina tedesca. Circa centocinquanta gli italiani.
I manifestanti hanno
impedito ai dipendenti della Bce di raggiungere il proprio posto di lavoro,
invitandoli ad unirsi alla protesta per bloccare l’operatività del distretto
finanziario. Inoltre sono state bloccate le vie d’accesso agli uffici della
Deutsche Bank. La protesta si è successivamente spostata nei pressi dell’aeroporto.
Una manifestazione
tendenzialmente pacifica, anche se non sono mancati momenti di tensione che
hanno spinto la polizia ad utilizzare spray urticanti al peperoncino contro la
folla.
SPAGNA- Si marcia anche su
Madrid. Si marcia contro la dittatura della “Troika” : Unione Europea, Fondo
Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea. In questo paese sei milioni
i disoccupati vivono ai limiti della sopravvivenza.
PORTOGALLO- A Lisbona, dopo
che il governo aveva annunciato un nuovo piano di austerità, i cittadini
chiedono le dimissioni del presidente .
TURCHIA- La protesta si fà
più aspra in Turchia dove si è appena concluso il quarto giorno di aspre
contestazioni ad Ankara e Istanbul. I cortei vanno avanti da diversi giorni
dopo l'annuncio del governo di voler distruggere gli alberi del Gezi Park di
Istanbul per far posto ad un centro commerciale e si sono trasformati in
manifestazioni politiche e trasversali: il bilancio di quella che è diventata
una vera e propria rivolta parla ormai di oltre 1000 feriti , 1700 arresti e
due morti.
Gli europei protestano,
L’Unione Europea li osserva.
Decine di transenne a
dividere l’Europa dai suoi abitanti. La polizia da un lato, i manifestanti
dall’altro. Servirebbe pensare ad un’ Europa che badi meno ai numeri e di più
alla tutela dei diritti dell’ individuo, alla promozione della sua crescita
personale e collettiva ; un’ Europa che renda i suoi cittadini meno schiavi dei
suoi vincoli. Questa la richiesta.
Che sia arrivata l’ora di
una nuova primavera, stavolta europea?
di Sonia Pellegrino
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