venerdì 31 gennaio 2014

Il Teatro Comunale di Caserta intitolato a Costantino Parravano

Il Teatro Comunale di Caserta intitolato a Costantino Parravano

Illustre cittadino casertano, farmacista, politico, presidente della Camera di Commercio di Terra di Lavoro e compositore, Parravano nacque nel 1841 e si distinse per il grande impegno a servizio della città e per le sue opere, frutto degli anni di studio trascorsi in conservatorio a Napoli, dove per maestri ebbe i ben noti Mercadante e Ruta.
Un personaggio eclettico, attento alle sorti artistiche della città della Reggia, orgoglioso della sua appartenenza a Caserta, promotore di attività culturali e attento alla gestione della città. È così che viene descritto Costantino Parravano da chi è intervenuto all’evento organizzato in occasione dell’intitolazione del Teatro Comunale, già Teatro Regina Isabella.

Sul palco, prima di dare spazio ai giovani, ma soprattutto talentuosi musicisti del Campania String Quartet, che hanno eseguito alcune delle opere del compositore casertano, sono intervenuti il Sindaco Pio del Gaudio, l’assessore alla cultura Felicita De Negri e la studiosa Anna Giordano, che ha affermato: “Ora che abbiamo dato un nome al nostra teatro, dobbiamo fare lo stesso con la nostra università, che da anni rivendica l’appartenenza alla città di Caserta”.  

Prima dell’esibizione, il direttore artistico della manifestazione Ivano Caiazza, ha consegnato il premio “Costantino Parravano 2014” al Maestro Roberto De Simone.

L’intera organizzazione è stata promossa e curata dalla nostra Jessica Musto, ex studentessa della Jean Monnet, intervenuta all’evento in qualità di presidente dell’Associazione “Costantino Parravano” e pronipote del compositore. Nel suo intervento, Jessica si è detta molto emozionata, soprattutto per aver realizzato il sogno della nonna, Adriana Gallo, che conservava gelosamente gli spartiti di Parravano. 

Francesca Mastrogiacomo


VEGAN O NON VEGAN? QUESTO E’ IL DILEMMA

VEGAN O NON VEGAN? QUESTO E’ IL DILEMMA
Varie mode alimentari del XXI secolo



I nostri nonni, soprattutto nel periodo bellico, mangiavano “ciò che passava il convento” ossia quello che avevano in dispensa: la carne al massimo veniva consumata una volta la settimana e mangiavano molti legumi. Ora che lo stile di vita è migliorato rispetto ai nostri avi possiamo permetterci forme di alimentazioni differenti ed in contrasto tra loro. Parliamo ad esempio della filosofia cosiddetta “VEGANA”, che consiste nel non mangiare ASSOLUTAMENTE cibi di origine animale, compresi i derivati. I Vegani adottano questo tipo di alimentazione per diverse ragioni: dalle etiche (crudeltà nel mangiare essere viventi) ai motivi di salute (allevamenti intensivi nocivi sia per l’animale sia per il consumatore finale). Loro sostituiscono questi alimenti con hamburger vegani fatti coi legumi, con semi (di zucca, di lino, di girasole) ed altre risorse che la natura mette a disposizione.Questo termine fu coniato da Donald Watson e da Elsie Shrigley nel novembre del 1944, quando a Londra fondarono l’associazione VeganSociety nata come stile di vita non violento, che elimina lo sfruttamento, la sofferenza e l’uccisione di animali.                                                                                                                                   Fra i vegani famosi abbiamo: Bryan Adams, Paul  e Stella McCartney, Prince, Gandhi, Buddha.                                                           
 Poi ci sono i cosiddetti VEGETARIANI che non escludono nella loro alimentazione derivati animali come latte e uova, fra coloro che abbracciano questo stile di vita abbiamo il Professor Umberto Veronesi, Archimede Pitagora e Leonardo da Vinci. Poi c’è chi fa un tranquillo uso della carne e derivati: i cosiddetti ONNIVORI che contestano lo stile di vita dei VEGANI  e dei VEGETARIANI dicendo loro che l’essere umano ha bisogno di certe sostanze nutritive che si trovano solo negli alimenti di origine animale quali  vitamine del gruppoB.  

Poi da questo ramo deriva un gruppo estremista che si nutre esclusivamente di cibi di origine animale combinando esercizio fisico e sostanze anabolizzanti,  i quali ne fanno una vera professione: i BODY BUILDER che si esibiscono in gare dove mettono in mostra i propri muscoli derivati da anni di palestra ed alimentazione particolare.                                                   
Un esempio è Arnold Schwarzenegger che,  prima di diventare un famoso attore e politico, ha esercitato questa professione.                                                                                                                                                    Questo stile di vita è messo in discussione da coloro che non lo praticano dicendo che non è affatto salutare, soprattutto per l’eccessivo consumo di carne e di sostanze anabolizzanti che nel lungo periodo portano danni all’organismo.         
 I VEGANI dimostrano che esistono  famosi culturisti che seguono un’alimentazione priva di prodotti di origine animale ma con un fisico da non far invidia ai colleghi CARNIVORI: Stuart McRobert, Kenneth G. Williams.               

Oggigiorno ci sono vari modi di alimentarsi perché con numerosi sistemi di informazione possiamo capire quale strada intraprendere.

Sandra Barbaro




ESCLUSIVA THE MONNET POST: IMPORTANTI NEWS DAL CONSIGLIO REGIONALE

ESCLUSIVA THE MONNET POST: IMPORTANTI NEWS DAL CONSIGLIO                           REGIONALE

Ieri pomeriggio è stata una giornata storica al Consiglio Regionale della Campania per quanto riguarda il diritto allo studio. Dopo la nascita della “Adisurc”, la nuova azienda pubblica regionale per il diritto allo studio, che andrà a sostituire dal prossimo anno tutte le Adisu di ogni rispettivo ateneo, sono state approvate in Consiglio delle importanti proposte, portate avanti dal consigliere del PSE Corrado Gabriele e dalla consigliera del PD Angela Cortese, su impulso delle associazioni universitarie RUN-UDU e Link. Nei banchi della maggioranza era presente solo l’Assessore all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica, Caterina Miraglia, sintomo di un largo disinteresse di gran parte del Consiglio Regionale per le questioni che riguardano molto da vicino gli studenti e le difficoltà che affrontano le famiglie campane nel far proseguire il percorso di studi ai propri figli dopo il diploma.

La prima proposta approvata è la designazione di 1 milione di euro, derivante dal risparmio ottenuto con l’unificazione regionale delle Adisu, per le borse di studio. In Campania infatti solo uno studente su quattro che ne fa richiesta riesce ad ottenerla, una percentuale molto bassa rispetto alle altre regioni Italiane. La seconda proposta riguarda invece la tassa regionale, che subì un aumento vertiginoso due anni fa passando da 60 euro a 140 euro, un aumento di oltre il 130%. Ora grazie a questa approvazione la tassa sarà rimodulata in base al reddito, così come la regolare retta universitaria, con tetto massimo stabilito nell’attuale cifra. Inoltre è stata prevista una maggiore rappresentanza studentesca all’interno del Consiglio d’Amministrazione della nuova Adisurc, rispetto ai soli 3 membri previsti dalla normativa iniziale, e sono state gettate le basi per una convenzione su scala regionale per tutto il trasporto pubblico della Campania per gli studenti universitari.


Finalmente le problematiche di noi studenti stanno ritornando al centro del dibattito politico, il The Monnet Post vi terrà come sempre informati sui futuri sviluppi, continuate a seguirci!

Raffaele Ausiello

mercoledì 29 gennaio 2014

Cosa sta succedendo in Ucraina: siamo davvero sull’orlo di una guerra civile?

Cosa sta succedendo in Ucraina: siamo davvero sull’orlo di una guerra civile?


Il grido d’allarme arriva da uno dei massimi esponenti dell’autorità ucraina post URSS, Leonid Kravchuk: il primo presidente dell’Ucraina indipendente in carica dal 1991 al 1994. Ne ha per tutti Kravchuk, accusando la maggioranza parlamentare di mettere in ginocchio le opposizioni, e le opposizioni di lanciare continui e provocatori ultimatum al Governo bypassando il dialogo politico. Ma cosa sta davvero succedendo a Kiev in questi ultimi mesi? Tutto è partito dalla decisione del governo ucraino il 21 novembre scorso, per mano del primo ministro Mykola Azarov, di rinunciare all’accordo di associazione tra l’Unione Europea e l’Ucraina, che avrebbe permesso di evitare il crac finanziario, imminente secondo molti analisti, grazie alla soppressione dei dazi doganali delle merci in uscita verso l’Europa, il tutto a favore del rafforzamento commerciale con la Russia. Immediatamente dopo la divulgazione mediatica dell’accaduto, decine di migliaia di Ucraini hanno sfilato pacificamente per le strade di Kiev chiedendo al Presidente Yanukovich di andare avanti con l’accordo UE e accantonare l’intesa con il primo ministro Russo Dmitri Medvedev. I primi tafferugli iniziano il 30 novembre: i cortei promossi dai maggiori partiti d’opposizione capitanati dal leader di UDAR Vitaly Klitschko infatti, si presentavano sempre più numerosi, così come gli scioperi. Il culmine della tensione è stato raggiunto quando la polizia ucraina decide di intervenire, caricando e manganellando i manifestanti, arrestandone 35; un uso della forza assolutamente spropositato visto che i cortei sono sempre rimasti pacifici, che ha suscitato viva indignazione anche da esponenti di spicco dei vari paesi europei e dagli USA. Per tutta risposta il 1 dicembre circa 300mila persone si riversano per le strade della capitale, formando la più grande manifestazione di piazza dopo la Rivoluzione Arancione del 2004. Per riprendere in mano il controllo della situazione, il governo ucraino tenta l’accelerata verso Mosca, chiudendo il 17 dicembre un accordo molto vantaggioso:  investimento pari a 15 miliardi di dollari da parte della Russia in titoli di stato ucraini e sconto di circa il 30% sulle forniture di gas. Grazie all’intesa Russo-Ucraina le proteste iniziano a placarsi. Il clima di tensione torna prepotentemente il giorno di Natale, quando la nota giornalista Tatiana Chernovil, famosa per i suoi articoli critici verso quello che rassomiglia sempre più ad un regime di Yanukovich, viene brutalmente pestata da due uomini nella periferia di Kiev, scatenando una forte ondata di indignazione che dà il via a nuove proteste e cortei di solidarietà. Dal carcere, dove è detenuta illecitamente secondo una recente sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, l’ex primo ministro Julija Timoshenko, tra i principali accusatori del presidente in carica, sprona il popolo affinché si batta per la libertà e la democrazia. Per cercare di porre un freno al rinnovato spirito contestatore dei sostenitori dei partiti all’opposizione, il governo vara il 16 gennaio una serie di norme repressive, sul modello Putin, limitando considerevolmente la libertà di stampa, di opinione e di associazione, vietando qualsiasi corteo non autorizzato sul tutto il territorio ucraino. Il nuovo pacchetto di leggi però ha l’effetto opposto: la piazza s’infiamma e reagisce molto più violentemente portando il Paese ad un’ulteriore inasprimento della crisi. Un primo tentativo di risoluzione è stato fatto il 23 gennaio, con un vertice tra presidente ed opposizioni per arrivare ad una tregua, poi non concretizzatasi effettivamente. Ieri, dopo circa due settimane di violenti scontri tra polizia in tenuta antisommossa e manifestanti, dove sono stati occupati anche numerosi edifici governativi, la maggioranza parlamentare ha deciso di abrogare le leggi vergogna, tentando una mediazione con le opposizioni per uscire da una sempre più tesa ed intricata situazione, anche grazie all’intervento diplomatico degli Stati Uniti che minacciavano pesanti sanzioni contro l’Ucraina se la violenza della polizia verso il popolo non fosse cessata completamente. Purtroppo la mediazione non ha coinvolto anche i manifestanti già arrestati dalle autorità, per i quali le opposizioni chiedevano una amnistia immediata, per questo i cortei delle frange più radicali delle opposizioni non si sono ancora del tutto sciolti, e soprattutto continuavano ad occupare il Ministero dell’Agricoltura. Il neo premier Arbusov, subentrato dopo le dimissioni in massa del governo nella giornata di ieri, proprio su questo sta concentrando i suoi sforzi in Parlamento, mentre il fronte delle opposizioni inizia a spaccarsi: per la prima volta dall’inizio della rivolta infatti, si è arrivati al conflitto tra i manifestanti di Svoboda, partito nazionalista, e i radicali di Spilna Sprava che occupavano la sede del dicastero; dopo un duro scontro il palazzo del ministero veniva liberato. La visita odierna dell’alto commissario europeo Catherine Ashton proverà l’arduo compito di mediare tra maggioranza ed opposizione, che se continuano di questo passo rischieranno di far degenerare la protesta in una vera e propria guerra civile come pronosticato da Kravchuk, in un paese in pieno scontro tra attivisti progressisti pro-UE e conservatori fedeli a rapporti mai soppressi tra Ucraina e Russia dai tempi dell’URSS, quando insieme formavano un unico Stato.

Raffaele Ausiello 


martedì 28 gennaio 2014

SPAZIO DONNA: Intervista al Make Up Artist Feliciano Padricelli

     SPAZIO DONNA: Intervista al Make Up Artist                                      Feliciano Padricelli



v  Feliciano perché hai deciso di diventare visagista?
Una sera come tante mi ritrovai con un’amica in un locale e siccome la cura dell’immagine per me è stata sempre fondamentale mi chiese se avessi mai pensato di diventare visagista. Qualche sera dopo ne parlai con il mio più grande amico, nonché attuale socio parrucchiere, Silvano Belloni, il quale da tempo mi consigliava di cambiare il mio mestiere di magazziniere ricambi per auto e dopo una notte lunga e pensierosa decisi di iscrivermi all’Accademia.

v  La tua carriera se pur iniziata da pochi anni è già costellata di piccoli successi. Ne potresti citare alcuni?
Certamente. Ho partecipato alla Fiera Aestetica 2012 – Mostra d’Oltre Mare e alla Fiera Tutto Sposi facendo parte dello staff trucco che curava sfilate di Balestra, Gai Mattiolo e a livello regionale campano Vanitas con testimonial Manuela Arcuri.

v  Quali sono le tecniche di trucco che maggiormente realizzi? Quanto sono efficaci da un punto di vista psicologico questi trattamenti?
Il makeup come ogni arte segue uno schema composto da determinate regole, dalla cura dei tratti somatici alle correzioni del viso alla colorimetria. Dal punto di vista psicologico sono tanti i fattori che determinano la reazione. Il resto è arte: ogni donna deve sognare ed ogni sogno ha valori ed emozioni diverse.


v  Qual è un rituale che non può mancare per ogni donna?
Più che un rituale è una fusione.Ogni donna ha bisogno di esprimere le proprie idee e i propri pensieri, valutarne assieme fino a che punto possiamo osare. Deve esserci sintonia perché in quel momento non sono solo il truccatore, sono colui che in quell’istante ha la responsabilità di valorizzare l’immagine di quella persona. E’ come se tutto il mio mondo si racchiudesse tra noi, i pennelli ed uno specchio pronto a giudicare ogni tuo movimento, perchédiventa il tuo primo giudice.

v  Cos’è la bellezza per te?
Bellezza per me significa eleganza,stile, personalità. La ritrovo anche in uno sguardo, in un sorriso,guardando un viso struccato…e un qualcosa di infinitoe di complesso che  ha il suo stile, la sua eleganza e la propria personalità !!!

v  Se la bellezza fosse un film quale film sarebbe?
Se la bellezza fosse un film lo starebbero ancora girando: dettagli, elementi, situazioni non sono mai abbastanza per definirla.

v  Cosa osservi maggiormente in una donna?
Osservo la tipologia di occhi ed l’arcata delle sopracciglia.

v  Cosa pensi della chirurgia estetica?
Credo che la chirurgia estetica in casi di inestetismi estremi sia davvero importante anche se oggi noto la sua popolarità non per necessità ma per tendenza.

v  Progetti per il futuro?
Il mio futuro è tutto un progetto in continua evoluzione. Farò grandi cose ed è l’unica certezza che ho al momento!!!

v  Feliciano collabori anche con Vincenzo Sbarra, amico e hairstylist, ma cosa lega hair style e make up?
E’ una miscela di colori e di creazione per ogni singolo soggetto. Ci sono studi morfologici alla base che vanno a definire quello che sarà il risultato perfetto per esaltare la bellezza di ogni singola donna. Anche per la scelta dei colori si parte da un punto base di colorimetria individuale, perché in molti casi i colori e i tagli possono essere pericolosi soprattutto a livello video fotograficoesaltando inestetismi o addirittura ricreare tridimensionalità inesistenti.

v  Stephen Gundle nel suo libro ‘Storia della bellezza femminile italiana’ definisce le bellissime ‘made in Italy’ prima dolcemente remissive e l’attimo dopo passionali e impetuose accomunate da tratti distintivi facilmente riconoscibili, tratti inimitabili della bellezza italiana di cui Sofia Loren e Gina Lollobrigida sono state ‘portatrici sane’ per antonomasia. Con i loro lineamenti mediterranei e le curve decise, provocanti ma tradizionali in modo rassicurante, le belle italiane hanno scardinato lo stereotipo della bellezza perfetta, diffondendo anche nei freddi paesi anglosassoni il mito della sensualità latina. Quanto sei d’accordo con questa affermazione visto che il tuo lavoro ti porta a soggiornare parecchio anche a Londra?
Sono d’accordissimo e condivido a pieno l’affermazione di Gundle ma credo anche che non possiamo limitare la nostra visione. Ogni era ha avuto la sua diva...che ha segnato quel periodo con il suo stile e personalità. Basti ricordare gli anni Venti,ai tempi del cinema muto e pensiamo subito al grande mito di Louise Brook o la nostra Marylin Monroe, icona degli anni Cinquanta e Sessanta.


Grazie Feliciano per averci dedicato il tuo tempo e buona fortuna per il tuo futuro!!!


Make up Artist Rock Star Feliciano Padricelli(in foto)

                                                                                                                         Caterina Corsica
                                                                                                                   

venerdì 24 gennaio 2014

Tra Cinema e Realtà: Disconnect

Tra Cinema e Realtà: Diconnect
  

Disconnect è un film del 2012 diretto da Henry Alex Rubin, con protagonista Jason Bateman. Il film viene presentato fuori concorso durante la 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica. Presentato l'11 settembre 2012 al Toronto International Film Festival ed alla 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica
.La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 12 aprile 2013 ed in quelle italiane dal 9 gennaio 2014.
 Racconta le vicende di personaggi  imprigionati  nella  rete e caduti nelle trappole che si  nascondono nelle chat,nei  siti di incontro e nei social network. Una coppia  di sposi  vittima  di  un furto eseguito  da  un hacker; un  ex   poliziotto che scopre che il figlio teenager fa il bullo su  internet;  una giornalista televisiva  che cerca  di convincere un ragazzo coinvolto in  un losco giro di video chat per adulti a diventare il protagonista di un suo articolo. Un intreccio di  storie sulla ricerca del contatto umano in un mondo dove ormai la quotidianità creta da computer , social network, giochi, sembra più vera del reale.
Descrivendo a pieno la realtà in cui viviamo, costellata di chat, messaggi fotografie istantanee che racchiudono momenti della nostra vita, ormai non più privata,in un mondo che sempre più spesso diventa il primo spettatore.
Il nostro millennio è ormai caratterizzato dalla comunicazione virtuale, grazie ad internet e al fenomeno dei social network, con il prezioso supporto di strumenti  sempre più innovativi (tablet, iphone, ipad, smartphone) che permettono di “restare connessi” in qualunque momento del giorno e della notte, in ogni parte del mondo.
Alcuni social network come Facebook e Linkedin sono ottimi mezzi per promuovere la propria attività professionale e artistica e anche per promuovere la diffusione di notizie di pubblica utilità;ma anche l’uso di messaggistica istantanea ed e-mail può essere utile non solo in ambito lavorativo ma anche personale, permettendo di colmare, in un certo qual modo,le distanze fra amici e parenti che vivono in città o nazioni diverse.


Ma a volte,(siamo sinceri il più delle volte), questi strumenti di comunicazione virtuale creano non pochi problemi. Penalizzano il dialogo innescando tutta una serie di piccoli malintesi che, se non chiariti tempestivamente ,rischiano di innalzare barriere insormontabili fra gli interlocutori; false identità, bullismo virtuale, prostituzione,tutti rischi nei quali si può incorrere quando permettiamo alla rete di creare intorno a noi uno specchio di illusoria perfezione.C’è da augurarsi che questo comportamento non sconfini in modo incontrollato, distruggendo una realtà che in fin dei conti non è cosi male.

Paola Iaia


Salviamo la Terra dei Fuochi

        Una Terra da salvare: la Terra dei Fuochi

Francesco, 8 anni di Capodrise; Tonia, 6 anni di Acerra, Rossella 46 anni, madre di 3 figli ha perso il marito a soli 35 anni. Queste sono solo tre delle tante vittime che i comuni tra Caserta e Napoli, denominati “Terra dei Fuochi”, stanno perdendo a causa di un unico male: il CANCRO. Da anni nei comuni di Caserta, Napoli, Aversa, Nola, Acerra, Capua e Pozzuoli si sversano rifiuti di ogni genere, è il business più fruttifero della camorra ma che miete più vittime e sta diventando una vera e propria strage. Le nostre campagne sono state derubate e le nostre terre avvelenate da chi ha solo sete di denaro e potere. L’anno scorso, i vescovi dei sopra citati comuni, hanno firmato un documento per gridare il loro sdegno e le loro preoccupazioni per lo scempio che si perpetua nelle terre affidate alle loro cure pastorali. In particolare, Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e Don Angelo Spinillo, titolare della diocesi di Aversa ed ex presidente della CEI, sono le persone che più si stanno adoperando nel tentativo di bloccare questo scempio e di avere risposte dalle Istituzioni. Don Patriciello ha avuto un colloquio con l’ex re dei rifiuti, Carmine Schiavone, pentito attualmente detenuto in regime di 41bis. Gli ha chiesto dove fossero stati interrati i rifiuti, di quante tonnellate si parlava e se c’era speranza per il nostro popolo. Il pentito non nega, inizia a raccontare di come furono fatti arrivare i rifiuti in Campania e perché. Schiavone parla di intrallazzi tra camorra, politici corrotti, afferma che all’inizio né i camorristi, né i contadini che diedero l’assenso per lo sversamento nelle terre avessero capito bene di cosa si trattasse, così iniziarono ad arrivare rifiuti tossici dal Nord. Egli afferma che solo quando si rese conto di ciò che stava accadendo alle nostre terre e alla nostra gente decise di collaborare con la giustizia. Fra i siti certi di sversamento, indica il campo sportivo di Casal di Principe, luogo dove giocano migliaia di ragazzi, dice anche di essere pessimista sulla bonifica delle terre avvelenate perché ci vorrebbero miliardi di euro che lo Stato non ha. I cittadini di Caivano sono divisi, c’è chi incoraggia il lavoro di Don Patriciello che tutt’ora riceve minacce per le sue inchieste e chi invece protesta perché i prodotti delle terre di Caivano no si vendono più; ma è giusto dire la verità perché noi, i nostri bambini non possiamo ingerire cibi avvelenati. Tutti hanno ragione, sia chi incoraggia sia chi protesta, ma la domanda che bisogna porsi è: “Chi protesta oggi, dov’era quando i camion scaricavano rifiuti pericolosi sui terreni? Perché non hanno denunciato?” Le terre di Caivano e non solo, stanno vomitando veleni di ogni tipo. Da Caivano ci spostiamo a Caserta, precisamente ad Orta di Atella dove è andata in fiamme Eurocompost, una fabbrica chiusa da tempo diventata deposito di acidi e solventi. Nel capannone è bruciato di tutto e i vigili del fuoco hanno impegato ore per domare le fiamme mentre una colonna di fumo nero e oleoso si vedeva a chilometri di distanza,  mentre ceneri tossiche ricadevano lentamente su pomodori, peperoni e melanzane ( che arriveranno sulle tavole di mezza Italia) e la puzza nauseabonda raggiungeva le cittadine vicine. Passiamo ora per Trentola-Ducenta, altro comune del casertano al confine con i comuni di Aversa e San Marcellino, dove il lungo cavalcavia dell’Asse Mediano è completamente annerito. Il tutto a causa dei roghi tossici, ma quello che più preoccupa è che la struttura in cemento armato dà segni di cedimento. Siamo sotto le quattro corsie della strada che unisce Marcianise a Napoli, strada provinciale 335, arteria importantissima e trafficatissima diventata inceneritore delle ecomafie. Essendo zona di confine, è zona di nessuno perché i controlli sono inesistenti. Di fianco ci sono i cimiteri, vecchio e nuovo ed anche il cimitero di San Marcellino, ma già diventati luogo di scarico rifiuti. Non si tratta però di rifiuti normali, ma di rifiuti tossici, pneumatici, amianto, sbriciolato, scarti di industrie tessili, calzature, plastica, tubi, elettrodomestici, pellami, prodotti chimici; dall’altro lato frutteti, case e defunti. Il forno però a pieno regime, si scarica, si brucia alla faccia della salute, dell’ambiente e della sicurezza. Le Istituzioni fino ad ora in silenzio, sembrano aver sentito il grido d’allarme dei cittadini che chiedono interventi di bonifica del territorio e sanzioni più dure a chi appicca i fuochi. Poco tempo fa a Caivano è venuta in visita il ministro delle politiche agricole De Girolamo che ha promesso di avere a cuore la questione dei rifiuti. Il ministro dell’Ambiente Orlando ha detto che manterrà le promesse fatte anche se serve tempo perché non si può risolvere in poco tempo un problema che giace da anni. Il ministro della salute Lorenzin ha avviato una valutazione epidemiologica nelle zone della Campania interessate dallo smaltimento abusivo di rifiuti perché i numeri delle statistiche tumorali sono aumentati in Campania. L’ultima richiesta di giustizia è pervenuta al Presidente della Repubblica Napolitano dal Comitato Terra dei Fuochi che è rimasto scioccato dalle dichiarazioni del pentito Schiavone. Lo Stato sapeva, lo Stato sa ma resta a guardare in silenzio e intanto la terra dove abitano due milioni di persone si continua a scaricare e a bruciare rifiuti nell’indifferenza più totale. Ma il cancro non aspetta, i veleni non aspettano!

I numeri per renderci conto:

1994: in un campo di Santa Maria La Fossa vengono ritrovati 120 fusti, ognuno dei quali è di 2 metri di altezza e 6 quintali di peso, contenente materiali chimici velenosi.

2000: la Procura di Santa Maria Capua Vetere scopre un traffico di arsenico, cadmio, zinco: 120milioni di tonnellate.

2001: la Procura di Milano scopre un traffico di rifiuti tossici per 20mila tonnellate dalle province di Bergamo, Brescia alle discariche abusive del Casertano.

2004:l’inchiesta “Terra Mia” mette in luce 35 discariche abusive nei comuni di Nola, Acerra, Marigliano dove almeno 120 ettari di terreno sono contaminati.

2006: la Procura di Napoli inizia un’inchiesta conclusasi lo scorso Dicembre che mette in luce come nella discarica Resit di Giugliano siano state interrate 57.900 tonnellate di percolato derivante da 806.590 tonnellate di rifiuti. Inoltre nelle terre e nelle falde acquifere sono state trovate dicloropropano e tri-tetra-cloroetilene in quantità maggiori rispetto alla soglia consentita dalla legge.

Tasso di mortalità per tumori:
Napoli e provincia: 47% uomini e 40% donne
Caserta e provincia: 28,4% uomini e 32,7% donne
Fonte: Istituto Nazionale per i tumori “Pascale” –Napoli- 

Alice Buonanno

La Monaca di Monza del XXI Secolo

La Monaca di Monza del XXI Secolo
«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei »
Mosè Bianchi, La Monaca di Monza (1867)


"Quel lato del monastero era contiguo a una casa abitata da un giovine scellerato di professione. Il nostro manoscritto lo nomina Egidio, senza parlar del casato. Costui, da una sua finestrina che dominava un cortiletto di quel quartiere, avendo veduta Gertrude qualche volta passare o girandolar lì, per ozio, allettato anzi che atterrito dai pericoli e dall'empietà dell'impresa, un giorno osò rivolgerle il discorso. La sventurata rispose..." (Capitolo X – I Promessi Sposi)

In questi giorni i media hanno riportato la storia di due donne straordinarie che hanno riconosciuto il diritto alla vita ai loro figli. Due donne totalmente diverse con vite diverse: una suora che ha violato il voto di castità e una diciassettenne costretta dai genitori a vendere il nascituro. Avrebbero potuto scegliere una strada più facile ovvero quella dell’aborto, ma sono donne straordinarie proprio perché andando controcorrente hanno scelto la Vita.
All’indomani di questi eventi Papa Francesco nella consueta Messa alla Casa Santa Marta afferma che il nostro Dio è il Dio delle sorprese e delle novità.
Forse che una diciassettenne diventasse madre non ha fatto così scalpore quanto la storia sorprendente della suora-madre. Come mai? Perché indossa un abito religioso?
E pure l’abito non fa il monaco, perciò si dovrebbe essere cauti nel giudicare gli altri. Dio ci ha fatti di libero arbitrio nel bene e nel male ma resta anche un Dio misericordioso.
La suora ha affermato che è un dono di Dio e che si sente più mamma che suora e che vuole prendersi cura del suo piccolo Francesco, che qualche lingua tagliente ha addirittura arrivato a  definirlo come il “secondo Gesù Cristo”!
Chi di noi non ha scheletri nell’armadio? Ora c’è chi è potuto essere più fortunato e quindi è stato più furbo a nascondere i misfatti della propria esistenza e chi invece ha preferito mettersi a nudo.
Quando Papa Benedetto XVI decise di rinunciare al Pontificato la notizia fece scalpore ma se anziché incrementare i gossip ci convincessimo che nulla succede per caso e che Dio non toglie nulla se non per prepararci ad un bene maggiore, sapremmo apprezzare di più i frutti del Pontificato di Papa Francesco. Possa essere anche la suora di Rieti con il suo piccolo Francesco uno strumento attraverso il quale la Chiesa possa rivedere alcuni schemi dottrinali più imposti dall’uomo quanto dallo stesso Dio.

Se è vero che la suora ha violato il voto di castità, è altrettanto vero che è una comune mortale come tutti noi, che non possiamo ritenerci certamente rispettosi di tutte le regole del Creato. Avrà anche violato il voto di castità ma non ha violato il quinto comandamento: non uccidere, un principio quindi in contrapposizione con l’altro!!! La miglior risposta sarebbe ‘Non lo doveva fare e basta!!!’. Ma chi siamo noi per dire ciò che sia giusto o sbagliato? E se facesse parte di un disegno divino come afferma la suora-madre? Per la suora le porte della Chiesa non si sono chiuse, mentre tante nostre porte si. Concludiamo dicendo che Dio sa quello che fa anche se talvolta ci sorprende con il suo modo un po’ bizzarro di operare. La neo mamma e il suo piccolo Francesco si stanno affidando solo ad un disegno divino e non possiamo fare altro che augurare i nostri più sinceri auguri per una nuova Vita!!! 

Caterina Corsica

L’Editoriale: Riparte finalmente il The Monnet Post

        L’Editoriale: Riparte finalmente il The Monnet Post

Dopo lunghi mesi di inattività, ritorna finalmente il blog d’informazione e di opinione degli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”. Un progetto rinnovato, con la stessa voglia di fare giornalismo e cultura di sempre, ma con nuove prospettive e nuovi orizzonti. Attualità, cinema, letteratura, politica, economia e tanto altro ancora, uno sguardo critico ed obbiettivo di noi studenti verso tutto quello che ci circonda, partendo ovviamente dalla sfera della nostra facoltà e dal nostro percorso di studi, per arrivare alle vicende nazionali ed estere, al mondo del teatro e dello spettacolo, analizzando i fatti oltre il mero racconto di cronaca, il tutto raccontato da noi giovani che viviamo a 360° non solo l’università, ma soprattutto gli infiniti mondi che essa ci evoca durante i nostri studi poliedrici: questo è e sarà sempre il nostro piccolo blog. Ovviamente daremo voce a chiunque, dalle associazioni ai singoli studenti, raccontando le storie più interessanti e che di più stuzzicano la nostra curiosità di noi giovani universitari, cercando possibilmente di attenerci ad un metro d’analisi quanto più imparziale possibile. Scontato dire che non ci accontenteremo di rintanarci soltanto nella sfera universitaria, la nostra futura collaborazione con il popolare portale di informazione casertana “Casertace.net”  ne è la chiara testimonianza, collaborazione che sicuramente contribuisce ad arricchire il nostro percorso di giovani redattori in erba, ritagliando uno spazio importante in termini di visibilità da parte di tutta la provincia di Caserta ed oltre. Non possiamo che contare quindi su tutti gli studenti per far crescere questo ambizioso progetto giornalistico, unico nel suo genere in tutto l’ateneo della S.U.N., sia con collaborazioni di chiunque fosse interessato, sia con l’assiduità con la quale in passato ci avete letto e magari anche commentato. Fatevi avanti quindi, l’università non è solo studio finalizzato all’esame della prossima sessione, è soprattutto cultura, condivisione, difesa e valorizzazione dei saperi, senza tutto questo non rimarrebbe che una fredda interazione fra studenti e nozioni da memorizzare, senza anima, senza passione, senza vita; come diceva Italo Svevo, “fuori dalla penna non c’è salvezza!”.

Raffaele Ausiello