Boss in fuga in concomitanza dell'approvazione del Decreto "Svuotacarceri"
Umanità
e sicurezza possono e devono convivere.
I boss in fuga ora sono due, lo Stato beffato dalla
Mafia appena dopo l’approvazione del decreto “svuotacarceri”. L’evasione
dell’ergastolano Domenico Cutrì e del boss della ‘ndrangheta Saverio “Saro”
Mammoliti arrivano come un fulmine a
ciel sereno su politica e magistratura.
Prevedibili infatti, ma non giustificabili, sono le reazioni di chi
adesso invoca celle sbarrate e inasprimenti di pena. Giustificabili invece sono
le preoccupazioni per le evidenti falle nel sistema giudiziario. Intanto quello
che dovrebbe vedersi solo nei telefilm, è accaduto , purtroppo, anche nella
realtà. L’altro giorno infatti, l’ergastolano Domenico Cutrì è evaso dal
penitenziario di Gallarate mediante un assalto alla polizia penitenziaria,
tipico da set cinematografico, dove in seguito ad una sparatoria ha perso la
vita il fratello. Cutrì doveva rispondere dell’omicidio di un polacco 22enne
che sarebbe stato ucciso per motivi passionali. Ritenuto un soggetto molto
pericoloso, i pm stanno cercando di chiudere le indagini e catturare l’uomo che
sarebbe armato e scortato, in poche ore. Si cercano anche il fratello minore e
il padre del Cutrì.
Saro Mammoliti è un ex ‘ndranghetista, collaboratore
di giustizia che dopo la condanna a 13 anni e 10 mesi per le intimidazioni ai
danni della Cooperativa Valle del Marro, è fuggito dalla casa di Tivoli dove
viveva. Da collaboratore a latitante, ha effettuato un vero e proprio trasloco,
portando con sé mobili e suppellettili e lasciando anche un biglietto: “me ne
vado perché la condanna è stata un’ingiustizia”. Scacco matto della Mafia allo
Stato che perde ancora una volta su un terreno fertile come quello criminale;
le evasioni dei boss calabresi, vanno ad unirsi alle minacce di Cosa Nostra in
un’unica e sola offensiva ai danni dello Stato, ma, in particolare ai danni
delle Istituzioni. Parliamo di Totò Riina, indiscusso capo di Cosa Nostra, che
nonostante sia in regime di 41 bis, lancia minacce di morte ai PM di Palermo; e
di Matteo Messina Denaro, latitante da anni, che manda messaggi di morte ai PM
di Trapani. Allora, se da un lato bisogna garantire carceri umane per tutti,
violenti compresi, dall’altro, bisogna garantire il rispetto delle norme,
tutelare i cittadini, in particolare chi sceglie di denunciare i criminali
perché c’è chi teme un’uscita in massa
di grandi mafiosi e malavitosi, timore rafforzato dalle due grandi evasioni. Il
decreto approvato ieri sera va a dare non solo risposta alle contestazioni
europee ma anche ai provvedimenti-tampone effettuati in precedenza. Conosciamo
meglio questo decreto:
LE NOVITA’ DELLO “ SVUOTACARCERI”
Ecco che cosa prevede il decreto, dall'affidamento
in prova agli sconti per i detenuti più meritevoli, dagli incentivi per usare i
braccialetti elettronici all'espulsione degli stranieri ristretti in carcere.
Sono alcune delle novità che si introducono con il decreto
"svuotacarceri". Il provvedimento prevede anche più diritti per i
detenuti, in particolare con l'istituzione della figura del Garante:
Braccialetti elettronici
Gli strumenti elettronici di controllo saranno la
regola, non più l'eccezione. Nel disporre i domiciliari, il giudice li
prescrive solo se necessari; dovrà prescriverli in ogni caso, a meno che non ne
escluda la necessità. Si rovescia cioè l'onere motivazionale, con l'obiettivo
di assicurare un controllo più costante e capillare senza ulteriore aggravio
per le forze di polizia.
Piccolo spaccio
L'attenuante di "lieve entità" nel delitto
di detenzione e cessione illecita di stupefacenti diventa reato autonomo. Per
il piccolo spaccio, in altri termini, niente più bilanciamento delle
circostanze, con il rischio che l'equivalenza con le aggravanti come la
recidiva porti a pene sproporzionate. Viene anche meno il divieto di disporre
per più di due volte l'affidamento terapeutico al servizio sociale dei
condannati tossico/alcool dipendenti. Ai minorenni tossicodipendenti accusati
per piccolo spaccio sono applicabili le misure cautelari con invio in comunità.
Affidamento in prova
Si spinge fino a quattro anni il limite di pena che
consente l'affidamento in prova ai servizi sociali, ma su presupposti più
gravosi rispetto all'ipotesi ordinaria che resta tarata sui tre anni. Si
rafforzano inoltre i poteri d'urgenza del magistrato di sorveglianza.
Liberazione anticipata speciale
In via temporanea sale da 45 a 75 giorni a semestre
la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. L'ulteriore
"sconto", che comunque non vale in caso di affidamento in prova e
detenzione domiciliare, è tuttavia applicato in seguito a valutazione sulla
"meritevolezza" del beneficio. Sono in ogni caso esclusi i condannati
di mafia o per altri gravi delitti.
Detenzione domiciliare
Acquista carattere permanente la disposizione che
consente di scontare presso il domicilio la pena detentiva non superiore a
diciotto mesi. Restano ferme, peraltro, le esclusioni già previste per i
delitti gravi o per altre particolari circostanze.
Espulsione detenuti stranieri
E' ampliato il campo dell'espulsione come misura
alternativa alla detenzione. Non solo vi rientra lo straniero che debba
scontare due anni di pena, ma anche chi è condannato per un delitto previsto
dal testo unico sull'immigrazione purché la pena prevista non sia superiore nel
massimo a due anni e chi è condannato per rapina o estorsione aggravate. Oltre
a meglio delineare i diversi ruoli del direttore del carcere, questore e
magistrato di sorveglianza, viene velocizzata già dall'ingresso in carcere la
procedura di identificazione per rendere effettiva l'esecuzione
dell'espulsione.
Garante dei detenuti
Presso il ministero della Giustizia è istituito il
Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Un collegio di tre membri, scelti
tra esperti indipendenti, che resteranno in carica per cinque anni non
prorogabili. Compito del Garante nazionale è vigilare sul rispetto dei diritti
umani nelle carceri e nei Cie. Può liberamente accedere in qualunque struttura,
chiedere informazioni e documenti, formulare specifiche raccomandazioni
all'amministrazione penitenziaria. Ogni anno il Garante trasmette al Parlamento
una relazione sull'attività svolta.
Reclami e diritti
Si va dall'ampliamento della platea di destinatari
dei reclami in via amministrativa a maggiori garanzie giurisdizionali nel
reclamo davanti al giudice contro sanzioni disciplinari o inosservanze che
pregiudichino diritti. In particolare, è prevista una procedura specifica a
garanzia dell'ottemperanza alle decisioni del magistrato di sorveglianza da
parte dell'amministrazione penitenziaria.
Alice Buonanno
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