giovedì 6 febbraio 2014

Boss in fuga in concomitanza dell'approvazione del Decreto "Svuotacarceri"

Boss in fuga in concomitanza dell'approvazione del Decreto "Svuotacarceri"
Umanità e sicurezza possono e devono convivere.



I boss in fuga ora sono due, lo Stato beffato dalla Mafia appena dopo l’approvazione del decreto “svuotacarceri”. L’evasione dell’ergastolano Domenico Cutrì e del boss della ‘ndrangheta Saverio “Saro” Mammoliti  arrivano come un fulmine a ciel sereno su politica e magistratura.  Prevedibili infatti, ma non giustificabili, sono le reazioni di chi adesso invoca celle sbarrate e inasprimenti di pena. Giustificabili invece sono le preoccupazioni per le evidenti falle nel sistema giudiziario. Intanto quello che dovrebbe vedersi solo nei telefilm, è accaduto , purtroppo, anche nella realtà. L’altro giorno infatti, l’ergastolano Domenico Cutrì è evaso dal penitenziario di Gallarate mediante un assalto alla polizia penitenziaria, tipico da set cinematografico, dove in seguito ad una sparatoria ha perso la vita il fratello. Cutrì doveva rispondere dell’omicidio di un polacco 22enne che sarebbe stato ucciso per motivi passionali. Ritenuto un soggetto molto pericoloso, i pm stanno cercando di chiudere le indagini e catturare l’uomo che sarebbe armato e scortato, in poche ore. Si cercano anche il fratello minore e il padre del Cutrì.
Saro Mammoliti è un ex ‘ndranghetista, collaboratore di giustizia che dopo la condanna a 13 anni e 10 mesi per le intimidazioni ai danni della Cooperativa Valle del Marro, è fuggito dalla casa di Tivoli dove viveva. Da collaboratore a latitante, ha effettuato un vero e proprio trasloco, portando con sé mobili e suppellettili e lasciando anche un biglietto: “me ne vado perché la condanna è stata un’ingiustizia”. Scacco matto della Mafia allo Stato che perde ancora una volta su un terreno fertile come quello criminale; le evasioni dei boss calabresi, vanno ad unirsi alle minacce di Cosa Nostra in un’unica e sola offensiva ai danni dello Stato, ma, in particolare ai danni delle Istituzioni. Parliamo di Totò Riina, indiscusso capo di Cosa Nostra, che nonostante sia in regime di 41 bis, lancia minacce di morte ai PM di Palermo; e di Matteo Messina Denaro, latitante da anni, che manda messaggi di morte ai PM di Trapani. Allora, se da un lato bisogna garantire carceri umane per tutti, violenti compresi, dall’altro, bisogna garantire il rispetto delle norme, tutelare i cittadini, in particolare chi sceglie di denunciare i criminali perché c’è  chi teme un’uscita in massa di grandi mafiosi e malavitosi, timore rafforzato dalle due grandi evasioni. Il decreto approvato ieri sera va a dare non solo risposta alle contestazioni europee ma anche ai provvedimenti-tampone effettuati in precedenza. Conosciamo meglio questo decreto:

LE NOVITA’ DELLO “ SVUOTACARCERI”
Ecco che cosa prevede il decreto, dall'affidamento in prova agli sconti per i detenuti più meritevoli, dagli incentivi per usare i braccialetti elettronici all'espulsione degli stranieri ristretti in carcere. Sono alcune delle novità che si introducono con il decreto "svuotacarceri". Il provvedimento prevede anche più diritti per i detenuti, in particolare con l'istituzione della figura del Garante:

Braccialetti elettronici
Gli strumenti elettronici di controllo saranno la regola, non più l'eccezione. Nel disporre i domiciliari, il giudice li prescrive solo se necessari; dovrà prescriverli in ogni caso, a meno che non ne escluda la necessità. Si rovescia cioè l'onere motivazionale, con l'obiettivo di assicurare un controllo più costante e capillare senza ulteriore aggravio per le forze di polizia.

Piccolo spaccio
L'attenuante di "lieve entità" nel delitto di detenzione e cessione illecita di stupefacenti diventa reato autonomo. Per il piccolo spaccio, in altri termini, niente più bilanciamento delle circostanze, con il rischio che l'equivalenza con le aggravanti come la recidiva porti a pene sproporzionate. Viene anche meno il divieto di disporre per più di due volte l'affidamento terapeutico al servizio sociale dei condannati tossico/alcool dipendenti. Ai minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio sono applicabili le misure cautelari con invio in comunità.

Affidamento in prova
Si spinge fino a quattro anni il limite di pena che consente l'affidamento in prova ai servizi sociali, ma su presupposti più gravosi rispetto all'ipotesi ordinaria che resta tarata sui tre anni. Si rafforzano inoltre i poteri d'urgenza del magistrato di sorveglianza.
Liberazione anticipata speciale
In via temporanea sale da 45 a 75 giorni a semestre la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. L'ulteriore "sconto", che comunque non vale in caso di affidamento in prova e detenzione domiciliare, è tuttavia applicato in seguito a valutazione sulla "meritevolezza" del beneficio. Sono in ogni caso esclusi i condannati di mafia o per altri gravi delitti.

Detenzione domiciliare
Acquista carattere permanente la disposizione che consente di scontare presso il domicilio la pena detentiva non superiore a diciotto mesi. Restano ferme, peraltro, le esclusioni già previste per i delitti gravi o per altre particolari circostanze.
Espulsione detenuti stranieri
E' ampliato il campo dell'espulsione come misura alternativa alla detenzione. Non solo vi rientra lo straniero che debba scontare due anni di pena, ma anche chi è condannato per un delitto previsto dal testo unico sull'immigrazione purché la pena prevista non sia superiore nel massimo a due anni e chi è condannato per rapina o estorsione aggravate. Oltre a meglio delineare i diversi ruoli del direttore del carcere, questore e magistrato di sorveglianza, viene velocizzata già dall'ingresso in carcere la procedura di identificazione per rendere effettiva l'esecuzione dell'espulsione.

Garante dei detenuti
Presso il ministero della Giustizia è istituito il Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Un collegio di tre membri, scelti tra esperti indipendenti, che resteranno in carica per cinque anni non prorogabili. Compito del Garante nazionale è vigilare sul rispetto dei diritti umani nelle carceri e nei Cie. Può liberamente accedere in qualunque struttura, chiedere informazioni e documenti, formulare specifiche raccomandazioni all'amministrazione penitenziaria. Ogni anno il Garante trasmette al Parlamento una relazione sull'attività svolta.

Reclami e diritti
Si va dall'ampliamento della platea di destinatari dei reclami in via amministrativa a maggiori garanzie giurisdizionali nel reclamo davanti al giudice contro sanzioni disciplinari o inosservanze che pregiudichino diritti. In particolare, è prevista una procedura specifica a garanzia dell'ottemperanza alle decisioni del magistrato di sorveglianza da parte dell'amministrazione penitenziaria.


Un detenuto recuperato è un Criminale in meno. Umanità e Sicurezza possono e devono convivere.

Alice Buonanno

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