giovedì 28 febbraio 2013

Il Presidente, il “Fiscal Cliff” e gli equilibri del paese. Di Luigi Repola







Dopo aver vinto le elezioni, il presidente Obama aveva un compito ancora più arduo, che se fallito, lo avrebbe fatto entrare nella storia non tanto per le riforme che avevano fatto da traino nelle sue due campagne elettorali, come Presidente del “Default”.


Si è parlato per mesi del pericolo negli States del “Fiscal Cliff”, il baratro fiscale che avrebbe portato al tracollo l’economia del paese. Tracollo che non c’è stato grazie al voto positivo della Congresso del 31 Dicembre 2012 e del giorno seguente.


Di grande importanza è stato il voto del Senato, necessario per evitare una serie di nuove imposte, introdotte dal Presidente Bush nel precedente mandato, che non avrebbero aiutato la ripresa economica.


Protagonisti dell’intesa sono il Vicepresidente Joe Biden e il capo dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, che a poco più di due ore dalla mezzanotte di fine anno si sono accordati sulla fine degli sgravi fiscali per i redditi oltre i 400 mila dollari decisi dall’ultimo governo repubblicano.


Il presidente Obama può ritenersi moderatamente soddisfatto dell’accordo stipulato dal suo vice, anche se durante la tornata elettorale uno dei punti che il presidente uscente aveva più a cuore era l’aumento della tassazione per i redditi superiori ai 250 mila dollari. Forse sapeva di chiedere troppo in un Congresso così spaccato e allora con quattro anni ancora da passare a Washington è meglio accontentarsi.


Dopo la conferma di novembre, Obama non ha più il peso di un’ulteriore candidatura e può finalmente proporre quelle riforme che per non perdere grosse fette di voto sono rimaste sempre nel cassetto della casa ovale, una di queste è quella che riguarda i diritti civili e i matrimoni gay.


Il referendum sulle unioni tra coppie omosessuali ha portato a una vittoria schiacciante dei si, spinta dal peso che ha avuto il voto è nata una campagna governativa proprio per sensibilizzare gli americani dal nome “Legalize Love”.


Una campagna mediatica fatta utilizzando YouTube ed ogni tipo di social network. Un modo intelligente per parlare di un tema scottante modo di fare che in Italia ancora manca da parte dei partiti principali.

Obama ha un consenso ancora forte nel Paese, ha spazio di manovra e la società americana sta aspettando che il Presidente delle grandi promesse diventi il Presidente dei fatti, così che non rimanga nella memoria americana come l’occasione sprecata di attuare una politica democratica, sociale e riformista già sognata da Clinton quasi venti anni fa .






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