Da
volontario con esperienza e presidente di una ONLUS del mio paese, ero
fermamente convinto che in queste ormai prossime elezioni (questo articolo
viene scritto prima dell’appuntamento del 24 e 25 Febbraio 2013) avrei sentito i
futuri candidati Premier parlare di quelle fasce più deboli, dei disabili,
delle famiglie costrette a pagare una percentuale ben più alta di quella che
spetta loro, poiché i comuni e gli enti locali non versano la quota di
partecipazione per le prestazioni sanitarie di cui queste persone hanno bisogno. E a nulla valgono gli incontri
territoriali con i rappresentati ASL, delle case di cura, dei centri diurni e
delle amministrazioni perché in queste riunioni (chiamate incontri per L’ambito
Territoriale di Zona). Non si decide nulla o si prende tempo giustificando la
mancanza di fondi con il solito “stiamo aspettando che la Regione sblocchi i
finanziamenti…”. Addirittura in molti casi gli addetti alle Politiche Sociali
di questo o quel Comune non sanno nemmeno di cosa si parla.
Nel Dicembre
scorso ho avuto la possibilità di conoscere personalmente chi lotta, ormai da
decenni, per eliminare queste incongruenze della vita sociale e portare
speranza, ma soprattutto concretezza, nelle proposte e nelle richieste di
coloro che chiedono aiuto!
Così durante un convegno dal titolo “ Inclusione & Sviluppo.
Prospettive e testimonianze di inserimento lavorativo e sociale delle persone
con disabilità” tenutosi a Piedimonte Matese (Caserta), in occasione
della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, si è espresso
in rappresentanza della FISH (Federazione Italiana per il
Superamento dell’Handicap), Giampiero Griffo, componente dell’Esecutivo
Mondiale di DPI (Disabled
Peoples’ International), che si è soffermato in particolare sul lungo cammino
che ancora si dovrà percorrere per arrivare a una vera inclusione delle persone
con disabilità nei vari settori della vita sociale.
Griffo è un piccolo esempio di come la coscienza di una persona, affetta da
disabilità fisica, ma con la volontà di creare opportunità per chi ha meno
possibilità di lavorare, per esprimere la forza di chiedere alle istituzioni un
passo avanti verso una reale soluzione al problema.
A tale proposito ho cercato nella pagine dei maggiori partiti qualche voce
nel programma elettorale che sia concretamente finalizzato alla crescita e allo
sviluppo dell’inserimento lavorativo e sociale delle persone con disabilità.
·
Per il
Partito Democratico di Bersani ( http://www.partitodemocratico.it/Allegati/il-programma-dei-democratici-e-dei-progressisti.pdf )
“ […] parlare di
uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli “ultimi”. Di
coloro che per vivere faticano il doppio: perché sono partiti da più indietro o
da più lontano o perché sono persone con disabilità.”
Ossia
bisogna fare qualcosa ma questo qualcosa ancora non si sa, parole vuote.
·
Dal programma di Mario Monti invece, (http://agendamonti.s3.amazonaws.com/UnAgenda-per-un-impegno-comune-di-Mario-Monti.pdf ) :
“ Bisogna riconoscere e
valorizzare il ruolo del volontariato, un mondo vastissimo che spesso
incontriamo senza neppure riconoscerlo e che svolge funzioni preziose non solo
nel campo dell’assistenza, ma anche dell’educazione, nella formazione degli
adulti, nello stimolo culturale. “
Parole vere e senz’altro
bellissime. Peccato che in un anno di Governo Monti queste possibilità per il
volontariato si siano ridotte drasticamente a livello di finanziamenti,
possibilità e strutture. Vero è che l’emergenza dell’Italia era un’altra, ma
togliere fondi a queste fasce, a queste realtà non porta l’orlo dei “vecchi
poveri” a nuovi livelli di disperazione?
·
Dal
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, invece, la politica sociale non è inserita
né nel sommario del programma (http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf ) né nella parte relativa a
Stato e Cittadini, chiaro esempio di come ciò che non fa troppo scandalo o
scalpore non è nel mirino di questo leader.
·
Dal
programma del PdL, alla sezione 16 di questo programma http://www.pdl.it/speciali/programma-elettorale-2013.pdf
si legge:
-
Modello di welfare basato sulla tradizione
sussidiaria italiana
e incentrato sul valore della persona,
della famiglia, del lavoro
e del rapporto con il territorio
-
Buono-dote o credito di imposta per la libera scelta
nei servizi
del welfare
-
Stabilizzazione e raddoppio del 5 per mille
-
Misure per favorire la conciliazione dei tempi di
vita e lavoro
delle famiglie
-
Revisione e potenziamento degli strumenti previsti
dalla Legge
328 del 2000, tramite incremento dei
fondi ad essi destinati
-
Revisione Legge 180 del 1978 (emergenza salute
mentale)
-
Ripristino delle opportunità di accesso ai servizi
pubblici
a domanda individuale per i cittadini
italiani
Anche in
questo caso, però, nonostante i molti anni di governo Berlusconi, mai nessuna
proposta è stata fatta per migliorare e potenziare le promesse che ora nel
calendario del 2013, si intendono intraprendere, soliti vaneggiamenti insomma.
·
Dal
sito di RivoluzioneCivile.it, ancora :
-
Vogliamo
rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la
non-autosufficienza.
Ossia fare il minimo necessario
giusto per contemplare, nel proprio programma, la situazione dei disabili
non-autosufficienti.
Il mio auspicio e il mio lavoro e
quello di milioni di altri volontari in tutta Italia, è quello di riportare la
questione sociale di nuovo sulla scena nazionale per creare un futuro dove ogni
disabile, malato mentale o fisico, ogni grave situazione di adeguamento sociale
o di difficoltà all’inserimento lavorativo possa essere finalmente superata in
maniera definitiva.
Chi ha avuto meno dalla vita ha
ancor più diritto ad essere rappresentato in maniera adeguata e forte, senza
vane promesse o speranze ma con concrete azioni di cambiamento e miglioramento.
Il voto di un disabile vale come
quello di qualsiasi altra persona.
Grasso
Remo
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