L'aspetto psicologico e linguistico di questo termine
LE DUE
FACCE DELL'IDENTITà
Confronto
tra i due mondi
Caserta – Il 21 marzo 2013, presso
il Dipartimento di Scienze Politiche "Jean Monnet" della Seconda
Università degli studi di Napoli, si è parlato del concetto di identità sotto
due punti di vista: psicologico e linguistico.
Se n'è discusso assieme al Dottor
Antonio D'Angiò, Medico Psichiatra Psicanalista di Gruppi transculturali e Docente
universitario presso la SUN, il quale ha citato le "Lezioni americane, sei
proposte per il nuovo millennio" di Italo Calvino, una serie di conferenze
che lo scrittore aveva tenuto presso la facoltà di Harvard. I temi: LEGGEREZZA,
RAPIDITà, ESATTEZZA, MOLTEPLICITà e VISIBILITA' e COERENZA, rimasta incompleta a
causa della morte dello stesso e rinvenuta grazie a sua moglie Ester.
Il docente ha concluso affermando che
la finalità dell'identità è la possibilità per ogni individuo di avere un luogo
dove corpo e pensieri si ritrovano, ovvero con il concetto di SPAZIO MENTALE.
Nella seconda parte del seminario interviene
invece la Dottoressa Margherita Di Salvo, docente dell'Università di Napoli "Federico
II", che ha citato il celeberrimo scrittore canadese Coupland che definiva
l'identità sociale "più di ogni
altro aspetto della teoria sociale e della sociolinguistica della propria terra".
Poi fa la differenza del linguaggio inteso sia come mezzo per consentire
l'identificazione e il simbolo di una differenza identitaria che può essere
esplicita o meno, sia la comunicazione intesa come mezzo che consente la
trasmissione di un messaggio. La dottoressa prende come esempio gli abitanti di
un paese della Basilicata, Riva dei greci: gli abitanti hanno assimilato la
lingua degli albanesi facendola propria. Infatti la generazione più anziana si
definisce albanese, perché i loro familiari parlavano questa lingua, mentre la
generazione successiva sottolinea il fatto di parlare albereshe
differenziandosi dagli abitanti dell'Albania. Nel secondo caso prende come
esempio le comunità italiane che vivono nella cittadina di Bedford, in
Inghilterra facendo tre sottogruppi: i siciliani che avevano rafforzato il
proprio dialetto ed assimilato molto l'inglese, i molisani che invece avevano
perso la loro cadenza ed imparato poco il linguaggio locale, poi i campani che
avevano mantenuto il proprio accento apprendendo anche l'inglese, facendo una
differenza tra italiani che vivono all'estero ed imparano la lingua locale ed i
stranieri che pur vivendo in Italia da tanti anni non assimilano completamente
l'italiano.
Durante il seminario è intervenuta
la Dottoressa Carmen Saggiomo, docente della lingua francese presso il
Dipartimento di Scienze Politiche "Jean Monnet" di Caserta, la quale
prendendo spunto da quest'ultimi esempi, ha sottolineato la facilità degli
italiani ad essere esterofili anche a discapito della propria lingua cosa che
non accade in Francia e nei paesi francofoni come precisato dall'articolo 6 della
Costituzione, dove i termini esteri vengono tradotti in francese attraverso
delle commissioni apposite.
E' stato un dibattito molto
interessante che ha mostrato l'identità in tutte le sue sfaccettature, i
redattori del seminario sono stati in grado di attirare l'attenzione del
pubblico, pur essendo gli argomenti molto consistenti.
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