sabato 18 maggio 2013


"The Great Gatsby"
Da "Grande" opera letteraria, a flop cinematografico




« La sua vita era stata confusa e disordinata...ma se poteva ritornare a un certo punto di partenza e ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe riuscito a scoprire qual era la cosa che cercava. »

The Great Gatsby" è considerato il romanzo del grande sogno americano per eccellenza. Ma in questo romanzo non vengono narrate le vite gloriose di quelli che ce l'hanno fatta, che l'hanno realizzato. Fitzgerald perferisce raccontarci la storia di quelli che hanno fallito, mostrando quanto irreale sia questo traguardo e di come tutti coloro che tentano di raggiungerlo spesso restino delusi.

 In realtà "The Great Gatsby" è il romanzo della morte del Sogno Americano che si identifica nel personaggio di Jay Gatsby. Un uomo con il  desiderio  di conquistare una sua vecchia fiamma, Daisy Buchanan. Jay e Daisy si erano amati diversi anni prima, ma la loro storia era terminata per una questione di casta: lei era molto ricca e lui poverissimo. Per questo Jay decide di partire per la Grande Guerra nella speranza di accumulare molto denaro per poterla sposare. Quando torna in America scopre che Daisy ha sposato il ricchissimo Tom. Ora, avendo accumulato fortuna, Jay Gatsby vuole a tutti i costi riconquistare la sua amata Daisy con il denaro, perchè sa che è l'unico valore in cui lei crede.

Gatsby compra una villa lussuosissima a West Egg, al di là della baia, di fronte alla casa di Daisy e dà feste lussuosissime alle quali partecipano centinaia di persone sperando che Daisy se ne accorga e sia sedotta dalla sua immensa ricchezza. Il vicino di casa di Gatsby, nonchè cugino di Daisy, è Nick Carraway, che sarà invitato dal protagonista a  combinare un incontro con Daisy. Nick Carraway è il narratore della storia, vicino ai personaggi di cui conosce le vicissitudini. La storia è raccontata proprio attraverso gli occhi di Nick.

Gatsby è il classico  esempio dell’ uomo che si sforza fino alla morte per soddisfare il desiderio di felicità; desiderio che resterà inappagato.
Il sogno di Gatsby può essere connotato come trasposizione dell’inquietudine esistenziale dell’autore, sospeso tra gli eccessi dell’alcool e quelli della moglie Zelda, tra le avventure con le donne, le malattie, i viaggi in Europa, il senso di solitudine imposto dalla storia, e la voglia di esprimersi attraverso la scrittura.


Ma questa storia, non é stata raccontata nel migliore dei modi, nel quarto adattamento cinematografico ad opera di Baz Luhrmann: presentato il 16 Maggio al festival di Cannes. Due ore e venti di cinema con una colonna sonora stile «Moulin Rouge», un cast da sogno, costumi sfavillanti creati appositamente per il film dalle case di moda Miu Miu e Prada, le scenografie più sgargianti, le feste più sfarzose mai viste sullo schermo… Eppure alla fine la sala stampa di Cannes si svuota silenziosa come se non avesse visto una follia da 127 milioni di dollari, ma un film d’autore ovvio e poco stimolante.
Due giornalisti accennano un fischio, qualcuno applaude, poi basta.

Le luci de «Il grande Gatsby» si spengono lasciando dietro di sé, nient’altro che un sussurro.

di Paola Iaia

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