"The Great Gatsby"
Da "Grande" opera letteraria, a flop cinematografico
« La sua vita era stata
confusa e disordinata...ma se poteva ritornare a un certo punto di partenza e
ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe riuscito a scoprire qual era la
cosa che cercava. »
The Great Gatsby" è
considerato il romanzo del grande sogno americano per eccellenza. Ma in questo
romanzo non vengono narrate le vite gloriose di quelli che ce l'hanno fatta,
che l'hanno realizzato. Fitzgerald perferisce raccontarci la storia di quelli
che hanno fallito, mostrando quanto irreale sia questo traguardo e di come
tutti coloro che tentano di raggiungerlo spesso restino delusi.
In realtà
"The Great Gatsby" è il romanzo della morte del Sogno Americano che
si identifica nel personaggio di Jay Gatsby. Un uomo con il desiderio di conquistare una sua vecchia fiamma, Daisy
Buchanan. Jay e Daisy si erano amati diversi anni prima, ma la loro storia era
terminata per una questione di casta: lei era molto ricca e lui poverissimo. Per
questo Jay decide di partire per la Grande Guerra nella speranza di accumulare
molto denaro per poterla sposare. Quando torna in America scopre che Daisy ha sposato
il ricchissimo Tom. Ora, avendo accumulato fortuna, Jay Gatsby vuole a tutti i
costi riconquistare la sua amata Daisy con il denaro, perchè sa che è l'unico
valore in cui lei crede.
Gatsby compra una villa
lussuosissima a West Egg, al di là della baia, di fronte alla casa di Daisy e
dà feste lussuosissime alle quali partecipano centinaia di persone sperando che
Daisy se ne accorga e sia sedotta dalla sua immensa ricchezza. Il vicino di
casa di Gatsby, nonchè cugino di Daisy, è Nick Carraway, che sarà invitato dal
protagonista a combinare un incontro con
Daisy. Nick Carraway è il narratore della storia, vicino ai personaggi di cui
conosce le vicissitudini. La storia è raccontata proprio attraverso gli occhi
di Nick.
Gatsby è il classico esempio dell’ uomo che si sforza fino alla
morte per soddisfare il desiderio di felicità; desiderio che resterà inappagato.
Il sogno di Gatsby può
essere connotato come trasposizione dell’inquietudine esistenziale dell’autore,
sospeso tra gli eccessi dell’alcool e quelli della moglie Zelda, tra le
avventure con le donne, le malattie, i viaggi in Europa, il senso di solitudine
imposto dalla storia, e la voglia di esprimersi attraverso la scrittura.
Ma questa storia, non é
stata raccontata nel migliore dei modi, nel quarto adattamento cinematografico
ad opera di Baz Luhrmann: presentato il 16 Maggio al festival di Cannes. Due
ore e venti di cinema con una colonna sonora stile «Moulin Rouge», un cast da sogno,
costumi sfavillanti creati appositamente per il film dalle case di moda Miu Miu
e Prada, le scenografie più sgargianti, le feste più sfarzose mai viste sullo
schermo… Eppure alla fine la sala stampa di Cannes si svuota silenziosa come se
non avesse visto una follia da 127 milioni di dollari, ma un film d’autore
ovvio e poco stimolante.
Due giornalisti accennano un
fischio, qualcuno applaude, poi basta.
Le luci de «Il grande Gatsby»
si spengono lasciando dietro di sé, nient’altro che un sussurro.
di Paola Iaia
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